giovedì 3 marzo 2011

Medjugorie, il dolore di Maria, Regina della pace.

Maria, Regina della Pace, collina delle apparizioni a Medjugorie
Messaggio a Mirjana del 02 Marzo 2011.
Cari figli, il mio Cuore materno soffre grandemente mentre guardo i miei figli che ostinatamente mettono ciò che è umano davanti a ciò che è Divino, i miei figli che, nonostante tutto ciò che li circonda e nonostante tutti i segni che vengono loro inviati, pensano di poter camminare senza mio Figlio. Non possono! Camminano verso la perdizione eterna. Perciò raduno voi che siete disposti ad aprirmi il vostro cuore, che siete disposti ad essere apostoli del mio amore, perché mi aiutiate, perché vivendo l'amore di Dio siate un esempio per coloro che non lo conoscono. Che il digiuno e la preghiera vi diano forza in questo ed io vi benedico con la benedizione materna nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Vi ringrazio.
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Ieri, dopo aver letto questo messaggio, un amico ha commentato: "Da brividi!". In effetti, da quando seguo gli avvenimenti di Medjugorie, non ho mai trovato un messaggio in cui la Madonna si sia mostrata tanto addolorata, perché preoccupata della situazione a cui assiste (soffro grandemente mentre guardo i miei figli), e altrettanto decisa ad intervenire personalmente. Il messaggio si divide in due parti. Nella prima la Madonna ci parla della
sua sofferenza di Madre e di ciò che l'ha provocata. Ci sono persone, che lei chiama suoi "figli", i quali si ostinano a mettere l'umano, davanti al DIVINO. Questi "figli" agiscono così nonostante tutto quello che li circonda e tutti i segni che sono loro inviati. Il dolore e la preoccupazione della Madonna sta nel fatto che questi 'figli' "pensano di poter camminare senza mio Figlio", cioè sono convinti che si possa fare a meno di Gesù. Il dolore diventa ancora più acuto in quello che sembra quasi un grido straziante: "Non possono!". Si arriva quindi alla vera ragione di tanto dolore: "Camminano verso la perdizione eterna".
Nella seconda parte la Madonna cambia interlocutori. Si rivolge a coloro che si sono radunati attorno a lei. Sono coloro che da sempre gli hanno aperto il cuore e si sono fatti suoi apostoli nel mondo. Chiede loro aiuto, perché vivendo l'amore di Dio siano di esempio a chi ancora non lo conosce. In questa loro missione troveranno forza nella preghiera, nel digiuno e nella sua benedizione materna. Una richiesta di "aiuto" che mi sembra molto più di un semplice supporto. E' una chiamata ad "ad essere apostoli del mio amore", cioè una chiamata a scendere in campo al posto di "figli ostinati". Come quando un allenatore chiede il cambio, per far giocare uomini più freschi o tatticamente più validi ed efficaci. 
Se è facile capire chi sono coloro a cui Maria si rivolge nella seconda parte del suo messaggio: tutti quelli che la amano, in particolare visto il contesto,  tutti quelli che in questi quasi trent'anni di apparizioni a Medjugorie si sono convertiti e seguono i suoi insegnamenti, non è così facile capire chi sono gli "ostinati" che danno tanto dolore a Maria, perché mettono l'umano davanti al divino e camminano verso la perdizione. Non sembrano essere cristiani normali, e nemmeno i sacerdoti. La Madonna, quando parla dei sacerdoti li nomina sempre apertamente. Sembrano invece persone più attrezzate dal punto di vista della grazia, perché vivono in contesti (nonostante tutto ciò che li circonda) nei quali si dovrebbero sentire quasi naturalmente in sintonia  con il divino, essendo anche destinatari di segni speciali da parte del cielo: "nonostante tutti i segni che vengono loro inviati". Per la loro ostinazione nel privilegiare l'umano al divino, sembra quasi che vengano come rigettati, a vantaggio dei secondi destinatari: "voi che siete disposti ad aprirmi il vostro cuore", a quali la Madonna si rivolge, perché "disposti ad essere apostoli del mio amore".
Ciò che più mi ha colpito del nostro messaggio è questo inatteso, quanto sorprendente specie di atto di rigetto di coloro che mettono l'umano davanti al divino. E sfogliando il Vangelo, per cercare qualcosa che potesse assomigliare a ciò di cui ci parla la Madonna, mi è venuta in mente la parabola dei contadini omicidi (cfr Mt 21,33-46; Mc 12,1-12; Lc 20,9-19) nella quale è presente una situazione simile. I contadini a cui il padrone ha affidato la sua vigna, dovrebbero essere i primi suoi collaboratori, invece fanno tutto il contrario, maltrattando i suoi inviati e uccidendo il figlio.  Alla fine verranno rigettati per la loro irriducibile ostinazione. Al termine della parabola Gesù dice: "Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato". Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro." (MT 21,43-45). Gesù punta il dito contro i capi del popolo e loro hanno capito molto bene che parlava di loro.
Se la mia lettura ha un senso, vuol dire che anche la Madonna nel suo messaggio del 02/03/2011 se la prende con "i capi del popolo" attuali, cioè con la "Gerarchia" della Chiesa? Certamente sono persone che dovrebbero vivere di una speciale sintonia con il divino e sono certo che essi godono di una altrettanto speciale attenzione in termini di doni di grazia e di segni da parte di Dio. Chi può dire che oggi la Gerarchia cattolica privilegi ostinatamente l'umano rispetto al divino? Certo che a volte di fronte a certe prese di posizioni di alcuni suoi membri si rimane un po' perplessi, ma nessun è in grado di dare un giudizio così preoccupato, come si legge nel messaggio. 
Quello che è certo invece è l'invito di Maria a vivere l'amore di Dio, per essere di esempio a coloro che non lo conoscono, e a trovare forza nella preghiera, nel digiuno e nella sua protezione materna. Siamo certi che Lei farà anche l'impossibile per impedire che anche uno solo dei suoi figli sia condannato alla perdizione eterna. Non ci resta quindi che pregare, digiunare per vivere sempre più dell'amore di Dio.


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