lunedì 21 marzo 2011

Crocifisso in aula

Da Strasburgo, sì al crocifisso in aula.
Tutti soddisfatti, meno qualcuno.
La notizia è di Vn scorso 18/03. La Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo in sede di ricorso e con sentenza definitiva ha deciso che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane non viola la libertà religiosa dei non cristiani e degli atei. Viene così rovesciata, cosa piuttosto rara, la prima sentenza del 3/11/2009 (vedi LA VOCE DI MANTOVA n.35). Soltanto due giudici hanno continuato a vedere nel crocifisso un attentato alla libertà ".” (Lc 9,49-50; oppure Mc 9,38-40). Insomma tutto quello che non è dichiaratamente contro, è a nostro favore. Meglio che il crocifisso ci sia e che tutti lo vedano. Ciascuno poi trarrà le proprie conclusioni.
religiosa dei giovani. Per gli altri 15 invece, il crocifisso ha un ruolo “passivo”, nel senso che la sua esposizione non significa automaticamente proselitismo e tanto meno indottrinamento. Alla soddisfazione generale, si contrappone la preoccupazione di chi vede in questa motivazione il declassamento del valore religioso del crocifisso, trasformato secondo lui in un generico simbolo di umanitarismo universale.  Invito questi tali a meditarsi l’episodio evangelico nel quale Giovanni chiede a Gesù d’impedire a certe persone che non appartenevano alla loro cerchia di fare miracoli nel suo nome e la risposta di Gesù: “Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi". 50Ma Gesù gli rispose: "Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi

1 commento:

  1. In famiglia, abbiamo accolto con gioia la notizia che il nostro Crocifisso aveva vinto ancora una volta. La giustizia ha trionfato.
    Sarebbe stato inconcepibile che una minoranza "italiana" avesse potuto arrogarsi il diritto di privare le nostre scuole o altri locali pubblici, della presenza di Gesù Cristo in Croce.
    Per quanto riguarda gli "stranieri", di altre confessioni, ospiti del nostro paese che nulla concedono o risparmiano a noi cattolici nei loro paesi, mi chiedo come possono pretendere di cambiare quello che è il simbolo della nostra religione e della nostra cultura da 2000 anni.
    Penso che dobbiamo stare attenti perché la forza prevaricatrice della loro fede, a volte "malata" non si fermerà e la loro presenza capillare, studiata a tavolino, nel nostro territorio, sia molto pericolosa per noi Cattolici, spesso distratti.

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