Beato Angelico, Gesù tentato, Firenze, convento di San Marco. |
I Domenica di Quaresima “A”
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore.------------------------------------------------------------------------------
Nella prima Domenica di Quaresima ci confrontiamo con il racconto della tentazione di Gesù nel deserto. Le tre situazioni in cui si articola il racconto di Matteo fanno riferimento all’esperienza vissuta dal popolo d’Israele nel deserto, dopo a liberazione dalla schiavitù egiziana, tenendo pure presente come contesto ultimo la tentazione dei Progenitori, Adamo ed Eva, nel paradiso terrestre, avvenimento esplicitamente richiamato nella prima lettura e dallo stesso San Paolo nell’epistola.
Prendo in considerazione due aspetti del racconto: 1. il diavolo che insidia Gesù a proposito della sua identità e della sua missione: “Se tu sei Figlio di Dio…”, dovresti comportarti come dico io; 2. Gesù che respinge gli attacchi di satana in forza della Parola di Dio: “Sta scritto…”. L’obiettivo del diavolo rimane sempre lo stesso: separare l’uomo da Dio, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo. Cerca di frapporsi tra noi e Dio, oppure di negare tutta o in parte la verità delle cose, oppure di rendere equivoca la realtà, fino a vanificare dentro e fuori di noi qualsiasi possibile riferimento a Dio. Prima di noi, ha addirittura ostinatamente tentato di distogliere anche Gesù dal quel rapporto speciale che lo univa Dio Padre. Lo ha fatto in un momento particolare, mentre era nel deserto dopo che Gesù aveva ricevuto lo Spirito Santo al Giordano e si stava preparando alla missione. Lo ha fatto fin dall’inizio della sua vita, pensiamo al tentativo di Erode di sopprime Gesù ancora bambino, soprattutto durante il suo ministero pubblico, servendosi dei suoi vari oppositori. La tentazione raggiungerà il suo culmine durante la passione. Gesù da parte sua accetta la sfida, l’affronta e la supera non facendo appello alle sue prerogative divine, ma semplicemente prestando fede a quanto Dio “ha detto” per mezzo dei profeti o attraverso le sue azioni salvifiche nella storia del popolo d’Israele. Il fatto che Gesù respinga l’assalto del maligno con il semplice ricorso alla Parola di Dio, ci fa capire che la Parola non è soltanto un mezzo estrinseco che ci lega a Dio, ma è già partecipazione e comunione con Dio stesso. Ecco perché si rivela così efficace e potente, nella lotta contro il male. Il “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, significa che la Parola è all’origine della nostra stessa vita e deve diventare anche per noi una ragione di vita, come lo è stato per Lui. Come abbiamo già detto (vedi Mercoledì delle ceneri), il cammino penitenziale della Quaresima ha come obiettivo la riscoperta del nostro Battesimo, cioè una maggiore consapevolezza della nostra identità di figli di Dio e delle implicazioni che ne derivano. Soltanto un’accoglienza fruttuosa della Parola di Dio, fatto di ascolto e di vita, secondo il modello della casa costruita sulla roccia della scorsa settimana, ci può condurre a questo traguardo.
L’altro aspetto problematico è la nostra compromissione con il male, sempre presente e attuale, come se sotto quell’albero del paradiso terrestre al posto di Adamo o di Eva, ci fossimo noi a confrontarci con serpente, che ci insidia allo stesso modo, proponendoci l’assurda illusione di diventare “come Dio, conoscendo il bene e il male”, per ritrovarci invece alla fine in balia di quella contrapposizione tra bene e male, senza soluzione di continuità. Il maligno è già stato sconfitto, ma nella sua sconfitta vuol trascinare con sé tutti coloro che riesce a ingannare con le sue seduzione. Troppo spesso ci dimentichiamo che Gesù ha già vinto questa sfida anche per noi, con un semplice ed umile atto di obbedienza a Dio e alla sua Parola. La penitenza quaresimale ci aiuti a capire che “per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rom 5,19). Per questo, con grande sincerità concludo, augurandovi: Buona Quaresima !!!
DON MARCO BELLADELLI.
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