TEMPO D'AVVENTO
Il tempo d’Avvento
comprende le quattro domeniche che precedono il 25 Dicembre e si conclude la
vigilia di Natale, quando la liturgia annuncia:
Prope est iam Dominus! Venite
ad oremus.
Il Signore è ormai
vicino! Venite adoriamo.
I due segni
caratteristici e a tutti evidenti di questo periodo liturgico sono il colore
violaceo dei paramenti e la ormai tradizionale corona d’Avvento, frequentemente presente
anche in luoghi che non hanno niente a che vedere con il culto. Composta da rami
di sempreverde intrecciati su cui sono fissate quattro candele, in genere di
colore rosso, progressivamente accese una dopo l’altra di domenica in domenica,
indica le tappe di avvicinamento al Natale e il cammino interiore di
preparazione alla celebrazione del mistero dell’incarnazione.
Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica il Salmo 25(24) ci apre ai contenuti della spiritualità dell’Avvento:
Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica il Salmo 25(24) ci apre ai contenuti della spiritualità dell’Avvento:
“A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in
te confido: che io non sia confuso”.
Da secoli la Chiesa inizia
ogni anno il ciclo celebrativo dei misteri della salvezza da questo commovente
slancio di elevazione spirituale, nel quale si riconosce assolutamente dipendente
da Dio. Essa deve tutto a Dio e vive unicamente e totalmente in Lui e per Lui.
“Mio Dio mio tutto”, come pregava
quotidianamente San Francesco. L’avvento è per eccellenza il tempo nel quale si
evidenzia l’importanza fondamentale del rapporto dell’uomo con Dio, nella sua
essenzialità vitale. Ogni celebrazione festiva o feriale è un continuo invito a
fissare lo sguardo e tutto il proprio essere unicamente su Dio. Attraverso
un’attenta vigilanza, vissuta nella preghiera e nell’ascolto della Parola di
Dio, essa si prepara per un nuovo incontro con il suo Signore, nel contesto di
una quotidiana fedeltà.
Contemplando il mistero
della venuta di Gesù nell’umiltà della carne e attendendo il suo ritorno
glorioso alla fine dei tempi, la Chiesa riscopre la propria origine, la propria
natura umano/divina, la sua missione nel mondo e il senso del suo cammino storico
come luogo in cui si compie la sua elevazione e glorificazione. Anche
se tante volte questo cammino assomiglia più ad un vagabondare o a una
carambola senza senso, attraverso di esso ogni anima va incontro al proprio Signore,
Salvatore e Redentore, ma soprattutto come “Sposo”.
Un’unione a cui tutti aneliamo per soddisfare il vitale desiderio di comunione che
alberga nel profondo del nostro cuore. Nell’avvento allora celebriamo il
mistero del Dio già venuto tra noi, del suo venire ogni giorno incontro a
ciascuno di noi e l’attesa della sua ultima e definitiva venuta. L’esperienza
quotidiana della viva presenza del Signore in mezzo a noi, dono dello Spirito
Santo, rafforza nel credente il primato della Speranza, confermandolo nella
certezza della salvezza operata per noi dal Signore Gesù e accrescendo in lui
il desiderio delle realtà future e definitive.
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