Credo la Chiesa
Domani 24/11/2013, solennità di Cristo Re dell'Universo, si conclude l'Anno della Fede. Nella circostanza pubblico l'ultimo mio intervento sul tema.
Domanda: Penso che quasi sempre siano le persone a fare
la differenza. Per questo a volte mi sento a disagio nel considerare la Chiesa
un’istituzione positiva, quando i suoi interpreti non sono coerenti col
messaggio che portano. Davanti ad un parroco, per esempio, mi trovo quasi
sempre in sintonia. Non sempre invece di fronte a chi rappresenta la Chiesa più
in alto. Perché la Chiesa istituzione risulta spesso fuori dalla realtà della
carità che professa, abbandonando i parroci a se stessi, quasi fossero solisti
all'interno di un gruppo?
E’ indubbio che soprattutto in Occidente la Chiesa
stia vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia. E’ stato Benedetto
XVI ha riconoscerlo quando ha parlato dell’assenza di Dio dalla coscienza e
dalla vita delle persone e delle gravi difficoltà che oggi la Chiesa incontra
nel trasmettere la fede alle nuove generazioni.
Il problema di fondo è il rapporto della Chiesa con
il mondo. C’è chi vorrebbe la Chiesa assolutamente pura e senza macchia, come
se dovesse essere composta da Angeli e non da uomini deboli e fragili. Secondo
altri invece oggi è in atto un vero e proprio attacco alla Chiesa da parte di
chi vuole distruggere radicalmente la civiltà giudaico cristiana, fondamento delle
società occidentali e a cui sono ispirati i valori fondamentali alla base della
convivenza civile e del suo sviluppo umano e culturale.
Per sciogliere il nodo del rapporto Chiesa-mondo, cinquant’anni
fa’ è stato convocato il Concilio Vaticano II per un rinnovamento interno ed
esterno della Chiesa. A seguito di fraintendimenti la sua attuazione pratica
nelle Diocesi e nelle parrocchie ha suscitato spesso più disaffezione che senso
di appartenenza. Negli ultimi tempi le critiche alla Chiesa hanno superato la
stima.
Negata la sua missione di grazia, di carità e di
speranza che svolge nel mondo in nome di Gesù Cristo, finisce per essere considerata
una delle tante istituzioni umane, preoccupata più di affermare il proprio potere
e difendere la propria ricchezza. Insomma una realtà auto-referenziale,
involuta su se stessa, senza nessuna possibilità di un ravvedimento.
Quella appena tratteggiata è una visione notevolmente
parziale e oggettivamente pregiudiziale, che non tiene per niente conto del
tanto bene che in modo visibile e invisibile quotidianamente attraverso la
Chiesa viene riversato sul mondo. Rimane vero che essa necessiti urgentemente
di un rinnovamento profondo e radicale, sia degli uomini, sia della loro azione
apostolica. E’ ciò sta facendo Papa
Francesco con le su scelte riformiste per una Chiesa istituzionalmente più
leggere ed evangelicamente più fedele. Del resto, sono pochi coloro che si
chiedono che cosa devono fare per migliorarla e che si attendono da essa un
contributo importante per il futuro dell’umanità.
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