lunedì 28 febbraio 2011

Obiezione di coscienza del Farmacista: diritto costituzionale/2

Obiezione di coscienza del farmacista:
diritto costituzionale.
Venerdì scorso, 25 Febbraio, il Comitato Nazionale di Bioetica ha risposto ad un quesito della on. Luisa Santolini (UDC) in merito al diritto all’obiezione di coscienza, invocata dai farmacisti che non intendono dispensare la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, riconoscendo che tale diritto “ha un fondamento costituzionale nel diritto generale alla libertà religiosa e alla libertà di coscienza”.
Quello del CNB è un parere etico e non giuridico. E’ comunque una chiarificazione e un punto fermo per tutti nel dibattito in corso, dal quale non si torna indietro. Spetta al Parlamento ora trarre le conseguenze del caso e approvare una delle sei proposte di legge depositate dal 2008 ad oggi. In Italia il diritto all’obiezione di coscienza è stato riconosciuto a chi non voleva fare il servizio militare e a tutti gli operatori sanitari contrari all’aborto, legalizzato con la legge 194/1978. In entrambi i casi si tratta di aspetti riguardanti il 5° comandamento “non uccidere”, cioè la vita umana e la sua tutela. Per i farmacisti non ospedalieri il problema nasce nell’Ottobre del 2000 con la commercializzazione della cosiddetta “pillola del giorno dopo”. Introdotta con l’ambigua catalogazione di farmaco per la contraccezione d’emergenza, la prima battaglia ha riguardato l’esplicitazione della sua abortività. Nel 2001 il TAR del Lazio ha imposto l’aggiornamento del foglietto illustrativo con la chiara l’indicazione dell’effetto del farmaco sull’ovulo fecondato. A questo punto, trattandosi di aborto, materia già regolata da una legge, sembrava ovvio per analogia l’estensione anche in questo caso del diritto all’obiezione di coscienza. Mentre i medici, appoggiati dalle loro rappresentanze professionali e sindacali, si sono visti riconosciuto il diritto di negare  la prescrizione di questi farmaci, tra i farmacisti invece, non altrettanto sostenuti dalle loro organizzazioni professionali e sindacali, gli obiettori hanno finito per subire pressioni, intimidazioni, in certi casi vere e proprie aggressioni e perfino denunce. Nell’asprezza del conflitto, va riconosciuto all’UCFI, l’Associazione dei Farmacisti Cattolici, il merito di essersi investita del problema e la determinazione di farsi interlocutore credibile presso i vari soggetti istituzionali e sociali coinvolti, per veder riconosciuto questo diritto a tutta la categoria. Accettato il valore costituzionale del diritto all’obiezione di coscienza, restano i “distinguo” di coloro che per certe materie, come per i valori indisponibili della vita, si mostrano più preoccupati non tanto dei diritti della persona, quanto piuttosto delle conseguenze che l’appellarsi ad essi provoca nella società. Si tratta naturalmente di rispettabili opinioni, magari anche di esperti paludati, ma sempre opinioni rimangono, non dogmi. Secondo alcuni membri del CNB il farmacista “non” ha ruolo giuridico come il medico, perché “non ha potere di entrare nel merito delle scelte effettuate”. Mi sembra un’obiezione che metta in discussione la stessa professionalità del farmacista. A proposito invece del conflitto tra diritto all’obiezione e diritto del cittadino, in questo caso della donna, alla salute, cioè di ottenere il farmaco, conflitto a mio parere facilmente risolvibile sul piano meramente organizzativo, mi spiace che in termini di linguaggio si continui prima di tutto a considerare la gravidanza come una “malattia”, e poi a contrabbandare certi comportamenti, come l’assunzione della pillola del giorno dopo, come diritto alla salute. Una ipocrisia linguistica, e non solo, che risale alla stessa legge 194, che legalizzò l’aborto, chiamata dal legislatore: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”. Ancor più sbalorditiva è la richiesta di certe Associazioni di consumatori di liberalizzare la vendita della pillola del giorno dopo, come se si trattasse di caramelle. Se sono questi signori, con queste loro scelte, quelli che ci guardano le spalle per tutelarci come consumatori, poveri noi!  Don Marco Belladelli.

Nessun commento:

Posta un commento