PHILIPPE DE CHAMPAIGNE, Giovanni Battista, 1657, MUSEO DI GRENOBLE. |
III Domenica di Avvento “B”
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
Venne un uomo mandato da Dio: il
suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore.
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Siamo ormai oltre la metà del nostro cammino di
Avvento ed è sempre più prossima la celebrazione del Natale a cui deve
corrispondere un rinnovato incontro spirituale
con il Signore Gesù. L’antifona d’ingresso ci invita a gioire: “Rallegratevi sempre” proprio perché “il Signore è vicino” (Fil 4,4.5). Anche
il colore rosaceo dei paramenti vuol essere un segno di gioia per questa imminente
venuta.
Al centro del brano del Vangelo di oggi c’è
ancora Giovanni Battista, nell’interpretazione però dell’evangelista Giovanni, per
il quale la testimonianza del precursore è così importante da inserirla addirittura
nel suo prologo, quale passaggio fondamentale per la manifestazione del Verbo
di Dio (cfr. Gv 1,6-8.15).
Il fenomeno del Battista ha avuto una risonanza tanto
ampia da essere ufficialmente indagato dalle autorità di Gerusalemme, un interesse
giustificato dalla speciale attenzione per la manifestazione del Messia di quel
particolare momento storico. La delegazione dei Giudei pone al Battista due
questioni, riguardo alla sua identità e alla ragione del suo agire, soprattutto
per il suo battesimo di penitenza. Al primo quesito il profeta risponde chiaramente
di non essere il Cristo, cioè il Messia, ma di essere la “voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via
del Signore”,
secondo la famosa profezia di Isaia. Per giustificare il suo battesimo di
penitenza, annuncia che dopo di lui verrà uno la cui dignità è molto superiore della
sua. Riferendosi ovviamente a Gesù, il Battista afferma che costui è già presente
in mezzo a loro, pur rimanendo ancora sconosciuto sia a lui, che a loro: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”.
Negando di essere il Messia e rivelando la manifestazione ormai prossima di uno
a lui superiore, il Battista rende “testimonianza
alla luce”, il cui fine è quello di condurre al Signore il popolo d’Israele,
non quello storico, ma quello spirituale, cioè tutti coloro che andavano da lui,
aprendo i loro cuori alla grazia divina. Con la potenza della sua parola, che
gli viene dallo Spirito Santo sceso su di lui nel giorno della visita di Maria
a sua madre, Elisabetta, il Battista interpreta il ruolo dell’ “amico dello sposo”, come si definirà più
avanti lui stesso (cfr. Gv 3,29), il cui compito nel rito del matrimonio
ebraico era quello di condurre la sposa allo sposo, cioè di preparare coloro che
sarebbero stati i primi membri della Chiesa ad incontrare il Signore Gesù.
Per l’evangelista Giovanni, la testimonianza del
Battista è l’inizio storico della rivelazione del Verbo di Dio. Nella polemica
con i Giudei successiva alla guarigione dello storpio alla piscina di Betzatà,
Gesù dirà del Battista: “ Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un
momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.” (Gv 5,35). Pur affermando con chiarezza, al di là di ogni
possibile equivoco, che egli non era la luce, il suo ministero lascia
trasparire la presenza della luce che si manifesterà in tutto il suo splendore
con Gesù. Una lampada che continua a
illuminare anche oggi il cammino degli uomini, perché nella loro ricerca
possano incontrare il loro Signore e Salvatore.
Un’altra caratteristica importante della persona
del Battista è la sua totale sottomissione a Dio e la sua fede, oltre ogni
possibile dubbio, nella sua opera di salvezza. La testimonianza del Battista viene
a rappresentare anche per noi un modello di fede di totale abbandono alla
divina volontà. Un atteggiamento non facile da imitare per quelle che sono le caratteristiche
della cultura del nostro tempo, fondamentalmente individualistica e orientata
all’affermazione del nostro io, sempre e comunque. Ma per questo siamo qui a
pregare attorno all’altare del Signore, perché sappiamo: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), come disse l’arcangelo
Gabriele a Maria.
Concludo questi miei pensieri con le parole di San
Giovanni della Croce, mistico spagnolo del XVI, che ben evidenziano il
paradosso della nostra ricerca di Colui che è in mezzo a noi, vicino a noi,
eppure ancora non conosciamo:
Per raggiungere questo che non conosci
devi passare attraverso quello che tu non conosci;
Per raggiungere questo che non possiedi
devi passare attraverso ciò che tu non possiedi;
Per raggiungere questo che tu non sei
devi passare attraverso quello che tu non sei.
Con l’augurio che la gioia di questo giorno ci
disponga interiormente ad incontrare il Signore. Ancora buon
cammino d’avvento! … per quel poco che resta.
don Marco Belladelli
III
Domenica di Avvento “B”
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
Venne un uomo mandato da Dio: il
suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da
Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e
non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei,
dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No»,
rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a
coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono
voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come
disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e
gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il
profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta
uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno
di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava
battezzando. Parola del Signore.
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Siamo ormai oltre la metà del nostro cammino di
Avvento ed è sempre più prossima la celebrazione del Natale a cui deve
corrispondere un rinnovato incontro spirituale
con il Signore Gesù. L’antifona d’ingresso ci invita a gioire: “Rallegratevi sempre” proprio perché “il Signore è vicino” (Fil 4,4.5). Anche
il colore rosaceo dei paramenti vuol essere un segno di gioia per questa imminente
venuta.
Al centro del brano del Vangelo di oggi c’è
ancora Giovanni Battista, nell’interpretazione però dell’evangelista Giovanni, per
il quale la testimonianza del precursore è così importante da inserirla addirittura
nel suo prologo, quale passaggio fondamentale per la manifestazione del Verbo
di Dio (cfr. Gv 1,6-8.15).
Il fenomeno del Battista ha avuto una risonanza tanto
ampia da essere ufficialmente indagato dalle autorità di Gerusalemme, un interesse
giustificato dalla speciale attenzione per la manifestazione del Messia di quel
particolare momento storico. La delegazione dei Giudei pone al Battista due
questioni, riguardo alla sua identità e alla ragione del suo agire, soprattutto
per il suo battesimo di penitenza. Al primo quesito il profeta risponde chiaramente
di non essere il Cristo, cioè il Messia, ma di essere la “voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via
del Signore”,
secondo la famosa profezia di Isaia. Per giustificare il suo battesimo di
penitenza, annuncia che dopo di lui verrà uno la cui dignità è molto superiore della
sua. Riferendosi ovviamente a Gesù, il Battista afferma che costui è già presente
in mezzo a loro, pur rimanendo ancora sconosciuto sia a lui, che a loro: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”.
Negando di essere il Messia e rivelando la manifestazione ormai prossima di uno
a lui superiore, il Battista rende “testimonianza
alla luce”, il cui fine è quello di condurre al Signore il popolo d’Israele,
non quello storico, ma quello spirituale, cioè tutti coloro che andavano da lui,
aprendo i loro cuori alla grazia divina. Con la potenza della sua parola, che
gli viene dallo Spirito Santo sceso su di lui nel giorno della visita di Maria
a sua madre, Elisabetta, il Battista interpreta il ruolo dell’ “amico dello sposo”, come si definirà più
avanti lui stesso (cfr. Gv 3,29), il cui compito nel rito del matrimonio
ebraico era quello di condurre la sposa allo sposo, cioè di preparare coloro che
sarebbero stati i primi membri della Chiesa ad incontrare il Signore Gesù.
Per l’evangelista Giovanni, la testimonianza del
Battista è l’inizio storico della rivelazione del Verbo di Dio. Nella polemica
con i Giudei successiva alla guarigione dello storpio alla piscina di Betzatà,
Gesù dirà del Battista: “ Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un
momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.” (Gv 5,35). Pur affermando con chiarezza, al di là di ogni
possibile equivoco, che egli non era la luce, il suo ministero lascia
trasparire la presenza della luce che si manifesterà in tutto il suo splendore
con Gesù. Una lampada che continua a
illuminare anche oggi il cammino degli uomini, perché nella loro ricerca
possano incontrare il loro Signore e Salvatore.
Un’altra caratteristica importante della persona
del Battista è la sua totale sottomissione a Dio e la sua fede, oltre ogni
possibile dubbio, nella sua opera di salvezza. La testimonianza del Battista viene
a rappresentare anche per noi un modello di fede di totale abbandono alla
divina volontà. Un atteggiamento non facile da imitare per quelle che sono le caratteristiche
della cultura del nostro tempo, fondamentalmente individualistica e orientata
all’affermazione del nostro io, sempre e comunque. Ma per questo siamo qui a
pregare attorno all’altare del Signore, perché sappiamo: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), come disse l’arcangelo
Gabriele a Maria.
Concludo questi miei pensieri con le parole di San
Giovanni della Croce, mistico spagnolo del XVI, che ben evidenziano il
paradosso della nostra ricerca di Colui che è in mezzo a noi, vicino a noi,
eppure ancora non conosciamo:
Per raggiungere questo che non conosci
devi passare attraverso quello che tu non conosci;
Per raggiungere questo che non possiedi
devi passare attraverso ciò che tu non possiedi;
Per raggiungere questo che tu non sei
devi passare attraverso quello che tu non sei.
Con l’augurio che la gioia di questo giorno ci
disponga interiormente ad incontrare il Signore. Ancora buon
cammino d’avvento! … per quel poco che resta.
don Marco Belladelli
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