sabato 12 dicembre 2020

Il Vangelo della salute del 13/12/2020

PHILIPPE DE CHAMPAIGNE, Giovanni Battista, 1657, MUSEO DI GRENOBLE.

III Domenica di Avvento “B”

In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 6-8. 19-28)  
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore.

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Siamo ormai oltre la metà del nostro cammino di Avvento ed è sempre più prossima la celebrazione del Natale a cui deve corrispondere un rinnovato  incontro spirituale con il Signore Gesù. L’antifona d’ingresso ci invita a gioire: “Rallegratevi sempre” proprio perché “il Signore è vicino” (Fil 4,4.5). Anche il colore rosaceo dei paramenti vuol essere un segno di gioia per questa imminente venuta.

Al centro del brano del Vangelo di oggi c’è ancora Giovanni Battista, nell’interpretazione però dell’evangelista Giovanni, per il quale la testimonianza del precursore è così importante da inserirla addirittura nel suo prologo, quale passaggio fondamentale per la manifestazione del Verbo di Dio (cfr. Gv 1,6-8.15).

Il fenomeno del Battista ha avuto una risonanza tanto ampia da essere ufficialmente indagato dalle autorità di Gerusalemme, un interesse giustificato dalla speciale attenzione per la manifestazione del Messia di quel particolare momento storico. La delegazione dei Giudei pone al Battista due questioni, riguardo alla sua identità e alla ragione del suo agire, soprattutto per il suo battesimo di penitenza. Al primo quesito il profeta risponde chiaramente di non essere il Cristo, cioè il Messia, ma di essere la “voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore”, secondo la famosa profezia di Isaia. Per giustificare il suo battesimo di penitenza, annuncia che dopo di lui verrà uno la cui dignità è molto superiore della sua. Riferendosi ovviamente a Gesù, il Battista afferma che costui è già presente in mezzo a loro, pur rimanendo ancora sconosciuto sia a lui, che a loro: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. Negando di essere il Messia e rivelando la manifestazione ormai prossima di uno a lui superiore, il Battista rende “testimonianza alla luce”, il cui fine è quello di condurre al Signore il popolo d’Israele, non quello storico, ma quello spirituale, cioè tutti coloro che andavano da lui, aprendo i loro cuori alla grazia divina. Con la potenza della sua parola, che gli viene dallo Spirito Santo sceso su di lui nel giorno della visita di Maria a sua madre, Elisabetta, il Battista interpreta il ruolo dell’ “amico dello sposo”, come si definirà più avanti lui stesso (cfr. Gv 3,29), il cui compito nel rito del matrimonio ebraico era quello di condurre la sposa allo sposo, cioè di preparare coloro che sarebbero stati i primi membri della Chiesa ad incontrare il Signore Gesù.

Per l’evangelista Giovanni, la testimonianza del Battista è l’inizio storico della rivelazione del Verbo di Dio. Nella polemica con i Giudei successiva alla guarigione dello storpio alla piscina di Betzatà, Gesù dirà del Battista: “ Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.” (Gv 5,35).  Pur affermando con chiarezza, al di là di ogni possibile equivoco, che egli non era la luce, il suo ministero lascia trasparire la presenza della luce che si manifesterà in tutto il suo splendore con Gesù.  Una lampada che continua a illuminare anche oggi il cammino degli uomini, perché nella loro ricerca possano incontrare il loro Signore e Salvatore.

Un’altra caratteristica importante della persona del Battista è la sua totale sottomissione a Dio e la sua fede, oltre ogni possibile dubbio, nella sua opera di salvezza. La testimonianza del Battista viene a rappresentare anche per noi un modello di fede di totale abbandono alla divina volontà. Un atteggiamento non facile da imitare per quelle che sono le caratteristiche della cultura del nostro tempo, fondamentalmente individualistica e orientata all’affermazione del nostro io, sempre e comunque. Ma per questo siamo qui a pregare attorno all’altare del Signore, perché sappiamo: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), come disse l’arcangelo Gabriele a Maria.

Concludo questi miei pensieri con le parole di San Giovanni della Croce, mistico spagnolo del XVI, che ben evidenziano il paradosso della nostra ricerca di Colui che è in mezzo a noi, vicino a noi, eppure ancora non conosciamo: 

Per raggiungere questo che non conosci

devi passare attraverso quello che tu non conosci;

Per raggiungere questo che non possiedi

devi passare attraverso ciò che tu non possiedi;

Per raggiungere questo che tu non sei

devi passare attraverso quello che tu non sei.

Con l’augurio che la gioia di questo giorno ci disponga interiormente ad incontrare il Signore. Ancora buon cammino d’avvento! … per quel poco che resta.

don Marco Belladelli

III Domenica di Avvento “B”

In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 6-8. 19-28)  
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore.

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Siamo ormai oltre la metà del nostro cammino di Avvento ed è sempre più prossima la celebrazione del Natale a cui deve corrispondere un rinnovato  incontro spirituale con il Signore Gesù. L’antifona d’ingresso ci invita a gioire: “Rallegratevi sempre” proprio perché “il Signore è vicino” (Fil 4,4.5). Anche il colore rosaceo dei paramenti vuol essere un segno di gioia per questa imminente venuta.

Al centro del brano del Vangelo di oggi c’è ancora Giovanni Battista, nell’interpretazione però dell’evangelista Giovanni, per il quale la testimonianza del precursore è così importante da inserirla addirittura nel suo prologo, quale passaggio fondamentale per la manifestazione del Verbo di Dio (cfr. Gv 1,6-8.15).

Il fenomeno del Battista ha avuto una risonanza tanto ampia da essere ufficialmente indagato dalle autorità di Gerusalemme, un interesse giustificato dalla speciale attenzione per la manifestazione del Messia di quel particolare momento storico. La delegazione dei Giudei pone al Battista due questioni, riguardo alla sua identità e alla ragione del suo agire, soprattutto per il suo battesimo di penitenza. Al primo quesito il profeta risponde chiaramente di non essere il Cristo, cioè il Messia, ma di essere la “voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore”, secondo la famosa profezia di Isaia. Per giustificare il suo battesimo di penitenza, annuncia che dopo di lui verrà uno la cui dignità è molto superiore della sua. Riferendosi ovviamente a Gesù, il Battista afferma che costui è già presente in mezzo a loro, pur rimanendo ancora sconosciuto sia a lui, che a loro: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. Negando di essere il Messia e rivelando la manifestazione ormai prossima di uno a lui superiore, il Battista rende “testimonianza alla luce”, il cui fine è quello di condurre al Signore il popolo d’Israele, non quello storico, ma quello spirituale, cioè tutti coloro che andavano da lui, aprendo i loro cuori alla grazia divina. Con la potenza della sua parola, che gli viene dallo Spirito Santo sceso su di lui nel giorno della visita di Maria a sua madre, Elisabetta, il Battista interpreta il ruolo dell’ “amico dello sposo”, come si definirà più avanti lui stesso (cfr. Gv 3,29), il cui compito nel rito del matrimonio ebraico era quello di condurre la sposa allo sposo, cioè di preparare coloro che sarebbero stati i primi membri della Chiesa ad incontrare il Signore Gesù.

Per l’evangelista Giovanni, la testimonianza del Battista è l’inizio storico della rivelazione del Verbo di Dio. Nella polemica con i Giudei successiva alla guarigione dello storpio alla piscina di Betzatà, Gesù dirà del Battista: “ Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.” (Gv 5,35).  Pur affermando con chiarezza, al di là di ogni possibile equivoco, che egli non era la luce, il suo ministero lascia trasparire la presenza della luce che si manifesterà in tutto il suo splendore con Gesù.  Una lampada che continua a illuminare anche oggi il cammino degli uomini, perché nella loro ricerca possano incontrare il loro Signore e Salvatore.

Un’altra caratteristica importante della persona del Battista è la sua totale sottomissione a Dio e la sua fede, oltre ogni possibile dubbio, nella sua opera di salvezza. La testimonianza del Battista viene a rappresentare anche per noi un modello di fede di totale abbandono alla divina volontà. Un atteggiamento non facile da imitare per quelle che sono le caratteristiche della cultura del nostro tempo, fondamentalmente individualistica e orientata all’affermazione del nostro io, sempre e comunque. Ma per questo siamo qui a pregare attorno all’altare del Signore, perché sappiamo: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), come disse l’arcangelo Gabriele a Maria.

Concludo questi miei pensieri con le parole di San Giovanni della Croce, mistico spagnolo del XVI, che ben evidenziano il paradosso della nostra ricerca di Colui che è in mezzo a noi, vicino a noi, eppure ancora non conosciamo: 

Per raggiungere questo che non conosci

devi passare attraverso quello che tu non conosci;

Per raggiungere questo che non possiedi

devi passare attraverso ciò che tu non possiedi;

Per raggiungere questo che tu non sei

devi passare attraverso quello che tu non sei.

Con l’augurio che la gioia di questo giorno ci disponga interiormente ad incontrare il Signore. Ancora buon cammino d’avvento! … per quel poco che resta.

don Marco Belladelli

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