Rembrandt, Il ricco stolto, 1628. |
XVIII Domenica del Tempo Ordinario, “C”.
Quello
che hai preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo Luca
(12,13-21). In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore.
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Luca
ci presenta un episodio e un’altra parabola che non hanno paralleli negli altri
vangeli. Un tale tra la folla chiede aiuto a Gesù per avere dal fratello la sua
parte di eredità. Gesù non solo rinuncia al compito di “giudice o mediatore”
per non ingenerare equivoci sul valore e sul senso della sua missione, ma approfitta
dell’occasione per mettere in guardia tutti, indistintamente, dal pericolo
della cupidigia, perché la vita dell’uomo “non dipende dai suoi beni”.Il racconto che segue ci partecipa i ragionamenti di un uomo ricco che, dopo un raccolto straordinariamente abbandonate, si preoccupa di costruire magazzini più grandi per la sua conservazione. Considerandosi appagato e al riparo da possibili rischi e pericoli per il futuro, conclude con un pensiero di auto compiacimento: “Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti”. Nel suo ragionamento, non avendo però tenuto conto di Dio, nello stesso momento si sente dire: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?”.
Alla fine Gesù ci ricorda che questa è la sorte “di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce presso Dio”.
In tutto il suo racconto Luca dà molto rilievo al tema della ricchezza come ostacolo all’accoglienza del regno, e parallelamente pure ai poveri, intesi anche nel senso sociologico del termine, come coloro che sono nella condizione migliore per accogliere l’annuncio salvifico del Vangelo.
Al suo esordio nella sinagoga di Nazaret, Gesù fa proprio il testo del profeta Isaia nel quale si parla esplicitamente della evangelizzazione dei poveri come uno dei segni messianici.
Nelle Beatitudini si riferisce a “voi poveri” senza aggiungere nessuna particolare distinguo tra la condizione spirituale e quella materiale.
Nel Magnificat, riferendosi all’opera compiuta da Dio, dice: “ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote”.
La parabola del ricco, con l’invito a tenersi “lontano da ogni cupidigia” e il monito finale di “arricchire davanti a Dio”, vengono quindi a completare il quadro che vede nella ricchezza il più grande ostacolo che impedisce quel pieno e totale abbandono a Dio che deve caratterizzare il cuore discepolo del regno.
La parabola del ricco stolto è volutamente ironica nel contrapporre chi accumula tesori per sé su questa terra e alla fine non sa a chi andranno a finire, a chi invece si preoccupa di arricchire davanti a Dio, dove può stare certo che niente andrà perduto.
Il nostro racconto è preceduto da una lunga invettiva contro i farisei, accusati di ipocrisia, e si conclude con un invito rivolto “a voi miei amici” a non temere le persecuzioni, che dovranno subire coloro che hanno riconosciuto il Figlio di Dio sulla terra, perché lo Spirito Santo verrà loro in aiuto.
Il discepolo del regno è colui che non incorre nella stoltezza del ricco che, non avendo tenuto conto di Dio, in quella stessa notte gli verrà “richiesta la tua vita”, ma libero dai condizionamenti della cupidigia come Gesù ha in Dio la sua unica e grande ricchezza.
Buona Domenica!
don Marco
Belladelli.
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