lunedì 6 agosto 2012

TESTIMONI/12

UN RICORDO PERSONALE DI PAPA PAOLO VI
NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Oggi ricorre il 34° anniversario della morte di Paolo VI, il Papa della mia giovinezza e che ha avuto una grande influenza su di me. Mi ricordo la prima volta che lo vidi dal vivo. Era il 29 Giugno del '75, Anno Santo, giorno in cui stava ordinando circa un centinaio di sacerdoti in piazza S. Pietro.


Mi trovavo sul colonnato a dx della basilica e partecipavo quasi estasiato alla celebrazione. A un certo punto fu intonato il TI LODIAMO, O TRINITA'. Accanto a me c'era un gruppo di tedeschi. Mi ricordo l'emozione del sentire cantare la stessa musica in lingue diverse, un emozione che si univa alla passione con cui quel Papa stava parlando del sacerdozio: "... non possiamo tacere tre parole, che condensano in sé l'intrinseca verità del mistero dell'ordinazione sacerdotale, e che noi semplicemente proponiamo alla vostra memoria come capitoli, che voi stessi, lungo il cammino della vostra vita, dovrete continuamente ricordare ed esplorare. ... La prima parola, voi lo sapete, suona «vocazione». ... Esso ha sconvolto i progetti normali e seducenti della vostra vita; esso vi ha strappati dal consorzio dei vostri cari; esso vi ha chiesto perfino la rinuncia all'amore coniugale per esaltare in voi una pienezza eccezionale d'amore per il regno dei cieli; per la fede cioè, e per la carità verso i fratelli; ha fatto di voi degli esseri singolari, più simili - in virtù del carattere sacerdotale - agli angeli che agli uomini di questo mondo; vi ha infuso, ed anche imposto una spiritualità esclusiva, che però tutto sa comprendere e valutare; e accogliendo la vostra oblazione, vi ha inserito nella drammatica avventura della sequela di Cristo. Oh! beati voi! ". Parole appassionate e profetiche, che per quanto mi riguarda nel corso degli anni si rivelarono quanto mai vere. Il 6 Agosto di 34 anni fa per la prima volta in vita mia, mi trovavo ricoverato in ospedale. Una coicidenza davvero proverbiale: ad ogni morte di Papa. In quell'anno poi ne morirono due di Papa. Cosa succederà la prossima volta che sarò ricoverato in ospedale? Scherzi a parte, l'immagine che accompagna il post è una brutta copia di un bel poster che tenevo nella mia stanza in seminario negli anni della teologia e che mi ha accompagnato per lungo tempo ancora, fino a quando, a causa del continui traslochi si è sciupato. In questa figura bianca che si staglia nel verde dell'erba dei giardini vaticani (nel mio poster era un bel verde!) con il gioco d'ombre di un probabile incipiente tramonto romano, questo suo camminare a passo deciso (lo si capisce dal movimento delle braccia che non è un passeggiare in distensione) come chi fosse stato chiamato per un imprevisto a cui non ci si può sottrarre, in solitudine, con la testa china verso il basso, come chi obbedisce più che comandare, ho sempre visto rappresentato molto di me stesso e della mia vita. Forse questa è la vera grandezza di Paolo VI, quella di aver chinato umilmente la testa, anche quando tutto sembrava contro di lui. Anche Dio a un certo punto sembrò schierarsi contro di lui. Era il 13 Maggio, tre mesi prima della sua morte in S. Giovanni in Laterano, nella S. Messa in suffragio di Aldo Moro, quando, rivolgendosi al Dio della vita e della morte, disse: "Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo uomo buono, mite, saggio, innocente e amico". Perché Dio a volte non esaudisce nemmeno la preghiera di un Papa?   "Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito". Ebrei 5,7. Perché ha esaudito suo Figlio, consegnando Se Stesso, insieme con Lui, nelle mani del demonio, per la sua definitiva sconfitta. In quel momento, o Signore, che non ci manchi la tua forza e il tuo sostegno. Amen.                   

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