Raffaello Sanzio, La Trasfigurazione, Roma, Musei vaticani. |
6 Agosto, Festa della Trasfigurazione, anno “B”.
Questi è il Figlio mio prediletto.
Dal Vangelo secondo Marco (9, 2-10) In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guar
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, doman
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Quando il 6
Agosto cade in domenica la celebrazione della festa della Trasfigurazione
prevale sulla liturgia domenicale. Non è il caso di quest’anno, ma per la sua
importanza abbiamo deciso di pubblicare il commento al Vangelo. La
Trasfigurazione ha origine nella Chiesa orientale come un prolungamento della
Pasqua. Soltanto nel 1476 papa Clemente III la estese a tutta la Chiesa
universale. La sua collocazione nel cuore dell’estate, deriva da una interpretazione
della cronologia evangelica che la colloca nel secondo anno del ministero
pubblico di Gesù, tra la festa di Pentecoste e la festa delle Capanne. Abbiamo
già commentato questo testo nella II Domenica di Quaresima, come tappa
obbligata del cammino della Chiesa verso la Pasqua. Ora invece ci confrontiamo con
questo evento per quelle che sono state le ragioni che hanno ispirato la sua
celebrazione. Nella liturgia orientale, dopo la comunione si canta un’antifona
che dice: “Abbiamo visto la luce!” alla si risponde con l’esclamazione
degli Apostoli a Tommaso la sera di pasqua, dopo l’apparizione di Gesù risorto nel
cenacolo: “Abbiamo visto il Signore!” (Gv 20,25). La vita cristiana si
fonda sull’incontro con il Signore risorto. L’esperienza viva della
risurrezione continua a riproporsi nell’accoglienza quotidiana del mistero
della passione, morte e risurrezione del Cristo. Ecco perché i nostri fratelli
orientali hanno sentito il bisogno di prolungarne la celebrazione della
risurrezione anche fuori del tempo pasquale, prendendo spunto da questo
originalissimo episodio evangelico. L’evento pasquale è essenzialmente qualcosa
di luminoso, di sfolgorante, che trasfigura tutta la realtà, mostrandocene
l’essenza di Verità e Bontà presente in tutti i suoi elementi. Mentre
ascoltiamo sul monte Tabor, insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni, la
testimonianza del Padre “«Questi è il Figlio mio prediletto;
ascoltatelo!»”, risuonano in noi le parole di Gesù “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14) nel loro vero
significato, in quanto il cristiano è un portatore e un propagatore di questa
luce nel mondo. Concludo citando il Salmo 36(35), v.10 “È in te la
sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.”. Dio ha iniziato la creazione del
mondo dalla luce (cfr Gen 1,3)¸Giovanni nel suo prologo, parlando del mistero
dell’incarnazione dice: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.” (1,9). Il
cammino di santità del cristiano è un cammino di illuminazione. La Luce è
all’origine e alla fine della nostra vita. Lasciamo illuminare, fino ad essere trasfigurati
dalla luce del Risorto, e saremo per sempre splendenti e luminosi come Gesù sul
Tabor. Buona
Settimana!DON MARCO BELLADELLI.
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