Giovanni Lanfranco, La moltiplicazione dei pani. |
XXI Domenica del Tempo
Ordinario, “B”.
Da
chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore.
---------------------------------------------------------
Siamo all’epilogo del discorso
del pane di vita. Il risultato non è quello che definiremmo un
successo, perché da quel momento tanti discepoli “si
tirarono indietro e non andavano più con lui”. Tutto era cominciato in un
crescendo entusiasmante, con Gesù attorniato da migliaia di persone, venute da
tutte le regioni circostanti, che lo ascoltano senza nemmeno sentire il bisogno
di mangiare. Ed ecco il segno ancor più sorprendente: Gesù stesso dà loro da
mangiare pane e pesce in abbondan za.
Il giorno seguente la folla lo cerca per farlo re. Ma al termine del confronto nella sinagoga di Cafarnao, Gesù
si ritrova solo con i Dodici, anch’essi frastornati per tutto quello che succede
intorno a loro. Di fronte ad un discorso tanto “duro”, la
mormorazione si è trasformata in uno “scandalo”, cioè un
ostacolo insormontabile. Una chiusura totale, fino all’abbandono del Maestro.
Davanti ad una situazione tanto lacerante, che avrebbe indotto chiunque ad un
ripensamento, alla ricerca di una mediazione, Gesù invece continua per la sua
strada. Nessuna incertezza, nessun compromesso, perché “le
parole che vi ho dette sono spirito e vita” e “vi
sono alcuni tra voi che non credono”. Questo è il bivio fondamentale
davanti al quale ieri come oggi siamo chiamati a deciderci: o crediamo e ci
affidiamo a Dio, alla sua volontà, alla sua opera di salvezza, oppure non
crediamo e ci arrangiamo come possiamo, mascherando delusioni e fallimenti che
andiamo inanellando nel nostro cammino come ineluttabili condizioni del nostro
vivere, il massimo e il meglio possibile a nostra disposizione, visto che dalla
vita non possiamo trarre nient’altro. La ragione che determina la nostra scelta
in un senso o nell’altro è sintetizzata da Gesù stesso, quando dice: “E' lo
Spirito che da' la vita, la carne non giova a nulla”. Per capire
che cosa significhi questa contrapposizione tra una vita secondo lo Spirito e secondo la carne, è utile rileggere un passaggio
della lettera ai Romani in cui san Paolo spiega che “Quelli infatti che vivono secondo la carne,
tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito,
tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo
Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne
è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo
potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a
Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal
momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di
Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto
per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio,
che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato
Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo
Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso
la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la
carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del
corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio,
questi sono figli di Dio. E voi non avete
ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo
Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abbà!
Padre!". Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo
figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di
Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche
alla sua gloria.” (Rom 8,5-17). Insomma si tratta di capire che
cosa sia veramente fondamentale nella nostra vita. La sua dimensione divina ed eterna ci orienta a Dio. In
questo cammino siamo frenati dai desideri della carne che portano soltanto alla
morte. Per questo abbiamo ricevuto lo Spirito
dei figli di Dio, per essere eredi insieme con Cristo della pienezza della
vita. Vale per tutti la risposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi
abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” che ha riconosciuto in lui la presenza stessa di
Dio. La sua fede sia anche la nostra fede.
Buona
Domenica!
DON MARCO
BELLADELLI.
Nessun commento:
Posta un commento