mercoledì 2 maggio 2012

LA VOCE DI MANTOVA/76

Immagini dell'attentato a Kano (Nigeria) del 29/04/2012.
Ancora morti Cristiani in Nigeria
Boko Haram …? Chi era costui? Viene da chiedersi alla maniera di don Abbondio. E’ un nome a cui purtroppo dobbiamo fare l’abitudine per la frequenza con cui in questi primi mesi del 2012 ha fatto parlare di sé. Si tratta di un gruppo terroristico, legato ad ‘al Qaeda’, responsabile degli


attentati contro i cristiani nella Nigeria del nord. Dopo gli oltre 110 morti del giorno di Natale e i 135 del 20 Gennaio, Domenica scorsa nella città di Kano ha ucciso altre 22 persone, con una bomba lanciata durante la celebrazione della S. Messa nel campus universitario di Bayero. Quest’anno tra l’altro i terroristi non si sono limitati ad attentati nelle solite città delle regioni settentrionali del paese africano, dove la frequenza di questi vili atti è quasi quotidiana, ma hanno colpito anche la chiesa di Santa Teresa nella capitale, Abuja, causando la morte di 35 persone e il ferimento di altre 50. Boko Haram in lingua hausa significa “l'istruzione occidentale è un peccato”. Il gruppo è attivo dal 2002 e si propone di imporre la shari’a, cioè la legge islamica derivata dal Corano, in tutto il paese, incominciando dal nord a maggioranza islamica. Il 2 Gennaio scorso hanno lanciato un ultimatum contro i cristiani, perché entro tre giorni abbandonassero le regioni settentrionali del paese. Non avendo ottenuto soddisfazione alle loro richieste, hanno scatenato una nuova serie di attentati con altre decine di morti. Secondo il Nunzio apostolico, S. Ecc. Monsignor Augustine Kasujja, ugandese, uomo di grande esperienza diplomatica, colpendo i luoghi simbolo del paese, ieri i giornali e gli ospedali, oggi le chiese e le scuole, domani magari altri luoghi affollati come le piazze, le stazioni e gli aeroporti, i terroristi vogliono precipitare tutto il paese in una guerra totale. Per questo auspica che attraverso il dialogo si riesca a superare una crisi che dietro slogan culturali e religiosi nasconde problemi sociali ed economici insoluti. All'origine di questa falsa guerra di religione ci sono infatti antichi odi tribali, ma soprattutto nuovi interessi economici. La Nigeria conta 160 milioni di abitanti e oltre ad essere il paese più popoloso dell’Africa, è anche il maggiore produttore di petrolio di tutto il continente. Una ricchezza di cui alla popolazione arrivano soltanto le briciole e che da decenni è all’origine di una conflittualità ormai senza fine, né confine. Coloro che più di tutti pagano le conseguenze più gravi di questa violenza senza quartiere sono i cristiani, diventati facili bersagli, quando inermi si raccolgono pacificamente nelle chiese per pregare. Nel tradizionale discorso d’inizio anno al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Benedetto XVI aveva denunciato questa grave situazione, non mancando di sottolineare che anche là dove la Chiesa oggi non è perseguitata, né discriminata, come per esempio in Occidente, viene comunque emarginata, dileggiata e derisa per i suoi principi etici e per l’affermazione dei cosiddetti valori “non negoziabili” della vita umana. Anche se l’Occidente non considerasse più una priorità difendere il Cristianesimo nel mondo, non si può ignorare che la negazione del diritto alla libertà religiosa va sempre di pari passo con la discriminazione di qualsiasi altra minoranza. Comunque non c’è ragione per farsi intimidire, perché, come diceva Tertulliano, il sangue dei Martiri è seme di nuovi Cristiani.  don Marco Belladelli.

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