giovedì 31 maggio 2012

Il Vangelo della salute del 03/06/2012

Masaccio, SS. Trinità.
Solennità della SS. Trinità, “B”
Battezzate tutti i popoli
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Matteo (28, 16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore.

----------------------------------------------
Oggi celebriamo uno dei due misteri principali della fede cristiana: l’unità e la trinità di Dio. Il mistero di Dio è il cuore della rivelazione di Gesù: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.”, e ancora: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini” (Gv 17,3.6). Egli è venuto per farci conoscere Dio e per renderci partecipi della sua stessa vita. Nonostante ciò, oggi come ieri, restano aperte numerose
domande sull’esistenza e la realtà di Dio. Quanti uomini continuano ad indagare attorno al suo mistero e al suo rapporto con l’uomo, il mondo e la storia. E poi c’è soprattutto l’assurda realtà del male a rendere la questione ancora più problematica, come disse Benedetto XVI nella sua storica visita al campo di sterminio di Auschwitz: “Quante domande ci si impongono in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: Dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male?”. Domande, che evocano altre domande, come per esempio, quella che Dio stesso rivolse all’uomo nel paradiso terrestre, subito dopo il peccato originale: “Dove sei?”. L’uomo rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gen 3,9-10). Una emblematica rappresentazione del problematico e tormentato rapporto tra l’uomo e Dio, che attraversa tutta la storia dell’umanità: da una parte l’uomo che, come dopo il peccato originale, si nasconde a Dio, si sottrae al suo rapporto, per vivere poi nella paura della propria autonomia e nella frustrazione di una sua impossibile assoluta signoria sull’universo; dall’altra la reiterata domanda accusatrice contro Dio, per la sua irresponsabile assenza o per il suo mancato intervento protettivo, ogni qual volta l’uomo diventa vittima dell’assurdità della storia. In questo contesto, fatto di nascondimento e di accuse polemiche, in cui si riassume il difficile rapporto dell’uomo con Dio, arriva a noi la rivelazione cristiana del mistero di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, della sua Carità e della sua Misericordia infinite. Chi è il Dio cristiano? E’ Colui che, provvidente, ci dona in ogni istante il suo alito di vita; Colui che manda il suo Figlio, l’Unigenito, perché abbiamo non soltanto questa vita, ma l’abbiamo in abbondanza (cfr Gv 10,10); Colui che nello Santo Spirito si fa tutto a tutti, ci indica la via e ci attira a sé. Nel battesimo siamo stati immersi dentro a questo mistero, ne facciamo parte ormai per l’eternità, al di là della nostra maggior o minor consapevolezza personale. Contrariamente a quanto hanno fatto Adamo ed Eva, il nostro compito di cristiani oggi nel mondo è quello di non nasconderci più a Dio, ma di uscire allo scoperto e vivere nella sua luce. La fede è saper stare davanti a Dio, senza averne paura, senza entrare necessariamente in conflitto, senza l’orgogliosa superbia dell’autosufficienza, ma da veri figli di Dio, che gridano “Abbà, Padre” (Rom 8,15), così come ci ha insegnato Gesù. Nell’umiltà della fede ritroviamo non soltanto la naturale armonia perduta del paradiso terrestre, ma soprattutto il coraggio dell’amore e la forza della Speranza. Possiamo, allora, liquidare Dio con un fugace segno di croce del mattino e della sera? O magari con qualche veloce preghiera biascicata strada facendo? O ricorrere vigliaccamente a Lui soltanto nel momento del bisogno? No! Il cristiano è colui che sa stare con Dio, si compiace della sua presenza e si riempie il cuore ogni giorno delle sue grazie. Perché “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4), e nella preghiera questa parola diventa la nostra vita.
Buona scoperta e incontro con Dio!   don MARCO BELLADELLI.

Nessun commento:

Posta un commento