mercoledì 23 maggio 2012

Il Vangelo della salute del 27/05/2012


Solennità di Pentecoste “B”
Lo Spirito di verità, vi guiderà alla verità tutta intera.
Dal vangelo secondo Giovanni (7,37-39); S. Messa della vigilia.
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.  Parola del Signore.

Dal vangelo secondo Giovanni   (15, 26-27; 16, 12-15), S. Messa del giorno.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore.
Con la solenne celebrazione della Pentecoste si conclude il tempo pasquale. Nell’effusione dello Spirito Santo la Pasqua trova il suo compimento. La Chiesa inizia la sua missione, secondo il mandato del Signore risorto: annunciare il Vangelo e battezzare per la remissione dei peccati coloro che crederanno, cominciando da Gerusalemme fino ai confini della terra, e fino a quando Dio “sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28). Lo Spirito, in quanto Spirito del Risorto e Spirito di Vita, non è soltanto per la Chiesa, ma per tutti gli uomini. Come canta l’antifona d’ingresso del giorno, Egli “ha riempito l'universo” per diffondere in ogni cuore l’Amore di Dio e riunire tutti in un'unica famiglia. Nel testo del vangelo della vigilia, Gesù parla dello Spirito come di un dono che da lui passa a chi crede in lui, e lo paragona a “fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Il discepolo diventerà egli stesso una fonte per tutti gli uomini. Nel sottolineare che lo Spirito non c’era ancora, Giovanni mette in evidenza che la sua effusione sul mondo è in discontinuità con il presente, nel senso che l’evento della Pentecoste è qualcosa di veramente nuovo e inimmaginabile, una nuova Creazione. Non si tratta, insomma, semplicemente di un restauro dell’armonia perduta dell’uomo con se stesso, dell’uomo con la natura e tra uomo e uomo, ma di un vero e proprio cambiamento sostanziale, in continuità con quanto ha rappresentato la missione di Gesù sulla terra e il mistero della sua passione, morte e risurrezione. Nel testo del vangelo del giorno invece sono stati messi insieme due passaggi dei discorsi di Gesù durante l’ultima cena, per evidenziare e collegare la venuta dello Spirito Santo con e la sua opera: rendere testimonianza a Gesù e guidare l’umanità alla “a tutta la verità”. Rendere testimonianza a Gesù significa convincere l’uomo riguardo al suo Amore e alla sua opera di salvezza. Quanto abbiamo ascoltato da Gesù due domeniche fa: “Rimanete nel mio amore” e “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” diventa vero e possibile con l’effusione dello Spirito Santo. L’opera dello Spirito consiste nel condurre il cuore dell’uomo ad essere capace di amare “come io vi ho amati”. Questo avverrà attraverso la conoscenza e l’accoglienza della Verità, quella con la “V” maiuscola, o se si preferisce, come dice Gesù nel vangelo “a tutta verità”. Una totalità che non dipende dalla sua sistematicità e/o organicità, ma dall’autenticità della sua origine, perché “prenderà quel che è mio e ve l'annuncerà”. Conoscenza ed accoglienza rappresentano insieme l’illuminazione, attraverso la quale abbiamo accesso ad un livello di conoscenza della realtà secondo gli occhi di Dio. Lo Spirito Santo ci induce a fare quelle cose, che nella nostra vita non vorremmo mai fare. Penso per esempio al porgere l’altra guancia, al sacrificare la vita, anche di fronte a egoismi invincibili, amare i nemici, anche se non meriterebbero la benché minima attenzione umanitaria, oppure impegnarci in imprese che sono veri e propri salti nel buio, senza alcuna garanzia di riuscita, né tantomeno di successo e mettendoci totalmente in gioco. La libertà che ci dona lo Spirito è quella che ci permette di agire sempre e comunque per la comunione e il bene comune, di non fermarsi davanti a nessun ostacolo e di sapersi fare interlocutore di chiunque, uomo o donna che sia, in qualsiasi momento della sua vita, dovunque si trovi e chiunque esso sia, potente o umile, depravato o sprovveduto. E il risultato finale è sempre il dare la propria vita in un atto d’Amore ad immagine e somiglianza di quello di Gesù.
Non credo ci sia altro da aggiungere. O meglio, ci sarebbe ancora molto da dire, ma, sono sicuro, che se apriremo il nostro cuore allo Spirito Santo, sarà Lui, il nostro suggeritore che ci guiderà dove mai avremmo pensato di andare.
O Santo Spirito, vieni nel mio cuore,
con la tua potenza attiralo a te, o Dio,
concedimi carità con timore.
(S. Caterina da Siena).
Buona Pentecoste oggi e sempre!
DON MARCO BELLADELLI.

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