Icona napoletana della Madre di Dio, primi decenni dell'Ottocento |
1° Gennaio 2024,
Ottava del Natale, solennità di Maria, Madre di Dio,
Giornata
mondiale della Pace.
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
Dal Vangelo secondo Luca, (2,16-21)
In quel tempo,
andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato
nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato
detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Parola del Signore.
Nel primo giorno del nuovo anno civile, ottava del Natale, la Chiesa celebra la solennità di Maria, Madre di Dio, e dal 1968 per volontà dell’allora Pontefice, il santo Papa Paolo VI, anche la Giornata Mondiale della Pace. A Natale abbiamo considerato il mistero dell’incarnazione dal punto di vista di Dio, oggi invece ci soffermiamo sulla protagonista umana di questo evento, Maria, la Madre di Dio. Senza il suo “Sì” a Dio non ci sarebbe salvezza per nessuno. Nella sua maternità verginale tutta l’umanità è coinvolta e attivamente partecipe all’opera di salvezza divina.
Il brano evangelico racconta dei pastori che, sollecitati dagli Angeli, vanno a Betlemme in cerca del bambino che giace nella mangiatoia con accanto i suoi genitori, Maria e Giuseppe. Un segno, quello indicato dagli Angeli, forse per noi troppo generico, ma per i pastori indubbiamente illuminante fino a dare lode a Dio e testimoniare la sua opera di salvezza a favore di tutta l’umanità. Davanti alla loro fede anche noi ci interroghiamo che cosa rappresenti la maternità di Maria, in quanto persona umana coinvolta nel mistero dell’incarnazione. E’ stata soltanto un vuoto contenitore che Dio ha utilizzato a proprio uso e consumo, o è altro? Quando ha pronunciato il suo “Sì” all’Arcangelo Gabriele, Maria ha scelto in modo libero, personale, consapevole e responsabile di partecipare alla realizzazione di questo evento. Con questa decisione essa ha messo a disposizione di Dio tutta la propria umanità, nelle sue dimensioni spirituale, morale e fisica, coniugata al femminile, perché ciò a cui aveva acconsentito si realizzasse concretamente. Come dice S. Agostino, il “Sì” di Maria ha origine dalla sua fede di “piena di grazia”, che ha concepito il Figlio “non con l'infuocata concupiscenza della carne, ma col fervore della carità che promana dalla fede” (Sermo 214,6). Così nel grembo verginale di Maria la divinità del Figlio di Dio si è unita in modo mirabile e misterioso all’umanità della donna senza il concorso di un uomo. Benedetto XVI ci ricorda che: “a partire dall’Incarnazione avviene qualcosa di sconvolgente: il regime di contatto salvifico con Dio si trasforma radicalmente e la carne diventa lo strumento della salvezza.” (05/01/2011). Maria è il luogo concreto di questa trasformazione radicale. Nell’umanità di Gesù la “carne”, da luogo di peccato diventa strumento di salvezza. Il titolo di “Madre di Dio” non è altro che la conseguenza di ciò che avviene nel suo grembo verginale, e cioè l’unione della persona divina con la natura umana in Gesù, “vero Dio e vero uomo” come professiamo nel credo.
Sull’esempio e con l’aiuto di Maria, con il nostro atto di fede accade
anche in noi una cosa del tutto simile, la nostra umanità diventa veicolo della
grazia dello stesso mistero per la nostra salvezza e quella di tutta l’umanità.
Ecco in che cosa hanno creduto i pastori. Quello stesso segno, e cioè la divina
maternità di Maria, oggi sta davanti a noi come sorgente di fede e di speranza
nel Vangelo della vita, contrapposto alla cultura della morte che sotto varie
forme imperversa nel nostro tempo. Confortati dalla materna intercessione di
Maria, Madre di Dio, all’inizio di questo nuovo anno ci siamo riuniti attorno
all’altare del Signore per invocare la benedizione di Dio, perché sia per tutti
un tempo di prosperità e di pace.
L’ultimo pensiero è per la Giornata mondiale della Pace, il tema scelto da Papa Francesco per il messaggio di quest’anno è: “Intelligenza artificiale e pace”, nel quale mette in evidenza l’urgenza di normare giuridicamente ed eticamente la realtà informatica, che nel suo irrefrenabile sviluppo tende a trasformarsi nell’occhio di un “Grande fratello” che tutto controlla e manipola a favore di chi la governa. Alla fine della sua riflessione, il Santo Padre auspica: “Spero che questa riflessione incoraggi a far sì che i progressi nello sviluppo di forme di intelligenza artificiale servano, in ultima analisi, la causa della fraternità umana e della pace. Non è responsabilità di pochi, ma dell’intera famiglia umana. La pace, infatti, è il frutto di relazioni che riconoscono e accolgono l’altro nella sua inalienabile dignità, e di cooperazione e impegno nella ricerca dello sviluppo integrale di tutte le persone e di tutti i popoli.”. Ancora Buon Natale e oggi soprattutto Buon Anno!
don Marco Belladelli.
Nessun commento:
Posta un commento