San Giovanni Battista, Chiesa di Muxia (Galizia - Spagna) |
Sei
tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
dal vangelo secondo matteo (11, 2-11)
In
quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere
del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai
poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di
scandalo!».
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Parola del Signore.
-----------------------------------------------------------
Siamo ormai oltre la metà del nostro cammino di Avvento
ed è prossima la manifestazione e l’incontro con il Signore. L’antifona
d’ingresso ci invita a gioire: “Rallegratevi
sempre” perché “il Signore è vicino”
(Fil 4,4.5). Anche il colore rosaceo dei paramenti vuol essere un segno di
letizia. Nel brano del Vangelo di oggi il protagonista è ancora Giovanni
Battista nel racconto dell’evangelista Giovanni. Egli ci dice: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”,
e che neanche lui conosceva. Parla ovviamente del Signore Gesù, dalla sua
testimonianza veniamo a sapere due cose
importanti: che verrà dopo di lui e che si tratta di una personalità tanto
grande, al quale nemmeno lui non è degno di fargli da servo nell’umile gesto di
togliergli i calzari. Una dignità superiore anche ai più grandi e importanti
personaggi dell’antico testamento, quali Abramo, Mosè o Elia, perché in lui è
Dio stesso che ha deciso di vivere con noi e di assumere su di sé l’umanità di
tutti noi.
La testimonianza del Battista ha lo scopo di guidare
tutti alla fede nel Verbo fatto uomo. Un evento, che supera qualsiasi umana aspettativa,
ha bisogno di una testimonianza altrettanto autorevole e forte, quale quella
del Battista, per essere accettata. Chi poteva immaginare che Dio fosse
disposto ad abbassarsi fin dentro la nostra umanità? Soltanto la fede ci può
guidare a questo mistero, che va ben oltre l’orizzonte meramente culturale, a
cui molto spesso lo riduciamo. Oggi la prossimità di Dio da realtà spazio-temporale
è diventata una questione di relazione. Dobbiamo dunque prepararci a vivere in
compagnia del “Dio-con-noi”, l’alleanza
si è trasformata in una relazione viva
e personale, una comunione di vita, un vero e proprio legame amoroso, consenziente,
ammirativo, che trova nella preghiera e nella carità le sue espressioni più
significative e più alte. E’ una questione di Amore, e l’Amore è la premessa
della comunione di vita, il vero approdo della nostra felicità.
Il monito del Battista: “Rendete dritta la via del Signore”, ripreso dal profeta Isaia, è
riferito a tutti quegli aspetti spirituali, morali, psicologici e culturali
della nostra vita, che conformano il nostro comportamento e che molto spesso si
sono trasformati in veri e propri schermi di autodifesa di fronte all’irruzione
del divino dentro la storia umana, fino a marginalizzarlo, se non addirittura
ad escludere Dio dalla nostra vita. Per la “rettifica”
della nostra vita, non cerchiamo sconti, privilegi, facilitazioni o
semplificazioni, né scorciatoie particolari, ma unicamente la certezza che “Dio è con noi”. La vita cristiana non è il risultato di
impulsi emozionali occasionali, più o meno artificiosi, o di eventi casuali, ma
il desiderio e il consenso volontario di conformarsi alla verità e al bene che
la grazia divina ci rivela e che sperimentiamo nella celebrazione del mistero.
E’ importante ascoltare i consigli dell’apostolo Paolo, che nella seconda
lettura ci invita ad essere: “sempre
lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie, non disprezzate
le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni
specie di male” e soprattutto: “Non
spegnete lo Spirito !”.
San Giovanni della Croce, mistico spagnolo del XVI,
mette bene in evidenza la necessità di trascendere noi stessi nella “rettifica” della nostra vita, per cercare
Colui che è in mezzo a noi, vicino a noi eppure ancora noi non
conosciamo:
Per raggiungere questo che non conosci
devi passare attraverso quello che tu non conosci;
Per raggiungere questo che non possiedi
devi passare attraverso ciò che tu non possiedi;
Per raggiungere questo che tu non sei
devi passare attraverso quello che tu non sei.
La tensione dell’attesa elevi il nostro spirito e
lo renda capace di ciò che oggi non conosciamo, non possediamo e non siamo, per
incontrare il Signore Gesù, vivo e presente in mezzo a noi. Ancora buon cammino d’avvento!
don Marco Belladelli
Nessun commento:
Posta un commento