Le Beatitudini, evangelario di Ottone III (sec. X-XI) Monaco di Baviera |
IV Domenica del tempo Ordinario “A”
Beati
i poveri in spirito.
dal vangelo secondo matteo (5,1-12a)
In
quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro
dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Parola del Signore.
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Le Beatitudini sono una delle pagine
evangeliche più conosciute e più belle del Vangelo, nella quale, alla forza
carismatica della Parola di Gesù, si unisce una qualità letteraria che aiuta la
comprensione e l’accoglienza del loro messaggio.
Il
termine“Beati” (in greco: “Macarios”), evoca il desiderio
innato di felicità presente nell’animo umano e sistematicamente frustrato
dall’incontro con le varie realtà terrene con le quali ci rapportiamo, perché
nessuna di esse, persone o cose, non riescono mai a soddisfarlo pienamente.
Perché è così difficile realizzare la propria felicità? Perché è così difficile
vivere in pace e serenità con se stessi, con gli altri e con il mondo? Se poi
ci confrontiamo con l’annuncio evangelico delle beatitudini, dove paradossalmente si fa
riferimento a vissuti umani che non hanno niente a che vedere con quello che
comunemente riteniamo causa di felicità, ne usciamo ancor più profondamente smarriti.
Nel testo evangelico, Gesù ha appena iniziato la sua missione, descritta
da Matteo con l’immagine profetica della luce per il popolo che cammina nelle
tenebre (4,14) e con una breve sintesi delle sue principali azioni , tra cui la
cura degli uomini: “guarendo ogni sorta
di malattia e di infermità” (Mt 4,23). Nel discorso della montagna, che
inizia proprio con le Beatitudini, questa luce rifulge in tutto il suo splendore,
rivelando ai discepoli di ogni tempo e luogo che lo ascoltano la novità
sconvolgente del regno dei cieli. Gesù è il nuovo Mosè che dal monte di Dio
porta agli uomini la nuova Alleanza. L’essere “Beati!” non dipende dal destino più o meno fortunato che si
è avuto in sorte, ma dal rapporto che ciascun uomo stabilisce con Dio per mezzo
di Gesù, venuto in suo Nome per renderci partecipi della vita divina. La beatitudine è l’atteggiamento religioso
e morale conseguente alla prossimità di Dio a ciascun uomo, potendo stare
davanti a Lui senza averne paura, senza sentirci avviliti, senza bisogno di
nasconderci, come fecero i nostri progenitori, Adamo ed Eva, dopo il peccato
originale. Nonostante la nostra pochezza, in questo rapporto non ci sentiamo
schiacciati, o umiliati, né tanto meno sminuiti nella nostra dignità umana, anzi,
sentiremo sempre più crescere dentro di noi il desiderio del grande dono dell’amicizia
di Dio (cfr. Gv 15,15), che nella sua divina e paterna provvidenza si fa
custode e garante della nostra vita. Con le Beatitudini,
appelli di salvezza che affondano le loro radici nell’antico testamento e
presentate come la formula della benedizione, Gesù apre all’umanità un
orizzonte di salvezza nuovo ed eterno, rinnova la nostra realtà umana, fino ad
innalzarla ad una dignità soprannaturale, tanto che nessuna situazione e/o
condizione di vita, anche la più mortificante, come la povertà materiale e
morale, la sofferenza fisica e spirituale, la marginalità sociale e la
persecuzione o qualsiasi altra prova, a cui potremmo essere sottoposti, non
riuscirà minimamente ad intaccarla.
Oggi siamo noi, i discepoli seduti attorno a Gesù sulla montagna che
ascoltano le beatitudini del regno dei cieli, in particolare l’ultima: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno
e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.”. Beati noi, dunque, se
sapremo fare di Gesù e della sua croce la ragione della nostra vita, il
fondamento e l’orientamento del nostro cammino di fede, “rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli”. Questo è il “Vangelo”, la buona notizia del regno dei cieli! L’augurio di oggi non può
che essere: beata Domenica a tutti !!!
don Marco Belladelli.
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