Andrea Mantegna, Adorazione dei Magi, 1497-1500; Los Angeles. |
Solennità dell’Epifania del Signore,
Siamo
venuti dall'oriente per adorare il re.
dal vangelo
secondo matteo (2,1-12)
Nato
Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da
oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?
Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire
questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i
capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in
cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così
è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei
davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Parola del Signore.
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L’Epifania guarda al Natale nella prospettiva della Pasqua, quando l’annuncio
della redenzione universale trova il suo compimento nel mistero della morte e
risurrezione del Signore. Nella celebrazione dell’Epifania la Chiesa riunisce
tre fatti della vita di Gesù, il primo e il più noto è naturalmente
l’adorazione dei Magi a Betlemme, che ricordiamo oggi, a cui vanno associati il
Battesimo di Gesù al Giordano e il miracolo dell’acqua cambiata in vino alle
nozze di Cana. Tutti eventi nei quali Gesù si manifesta come il Salvatore del
mondo, riconosciuto ed accolto da tutti i popoli.
Per chi ha familiarità con la Liturgia delle ore, trova nell’antifona al Benedictus del giorno dell’Epifania una
straordinaria visione d’insieme di tutti e tre gli eventi citati, dove sono ben
evidenziati il loro rapporto, valore e significato: “Oggi la Chiesa lavata
dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo suo Sposo, accorrono i magi
con i doni alle nozze regali e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa,
alleluia.”.
I Magi adoranti, che offrono in dono oro, incenso e mirra,
rappresentano tutti popoli della terra riuniti nella Chiesa e partecipi del
banchetto nuziale del Re dei re. Nel Battesimo al Giordano, segno della futura
passione, morte e risurrezione, Gesù, solennemente consacrato dallo Spirito
Santo nella missione messianica, purifica la Chiesa e l’umanità da tutte le sue
colpe, per renderla degna di sé come sposa. Il miracolo di Cana, presentato da
Giovanni come il primo dei segni compiuti da Gesù, è l’annuncio del banchetto
nuziale ed universale a cui sono invitati tutti i popoli del mondo. L’Epifania
è quindi la celebrazione del mistero di Dio che si manifesta a tutta l’umanità
e insieme annuncio e anticipazione della Pasqua, secondo le parole profetiche
di Gesù stesso: “quando sarò innalzato da
terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Nessuna immagine diversa dall’unione
sponsale rappresenterebbe meglio l’atto d’amore del sacrificio della croce con
cui Gesù ci ha liberato dal peccato, dal male, dalla morte, unendoci a sé in
comunione di vita.
Il racconto evangelico, spunto per innumerevoli sviluppi letterari e
leggendari in ogni epoca, ci riporta gli elementi fondamentali del fatto
storico. I Magi sono uomini saggi, eredi delle tradizioni babilonesi, che
influenzati dalle comunità ebraiche della diaspora, rimaste in quella terra
dopo l’esilio, riconoscono in un preciso evento astronomico, la comparsa di una stella in cielo, il segno
della nascita del re dei Giudei atteso. Il loro arrivo a Gerusalemme mette in
agitazione il re Erode, preoccupato per il suo regno, e tutto il popolo che
nella nascita di un nuovo re vede la minaccia di possibili disordini, conflitti
e violenze. Individuato il luogo della nascita del Messia e di nuovo guidati
dalla stella, i Magi vanno a Betlemme per offrire il loro omaggio al re dei
Giudei, per poi scomparire per sempre dalla narrazione evangelica.
A proposito dei citati sviluppi letterali, vi propongo un testo poetico, di cui non conosco l’autore, per una riflessione personale sul senso, il valore e il significato dell’Epifania, quale sorprendente manifestazione di Dio all’uomo:
“Non
erano fannulloni, allora;
avevano patria, casa e professione.
Non erano poveri allora;
avevano incenso, mirra e oro.
Non erano ciechi allora;
si lasciavano attrarre dalla stella.
Non erano cercatori di tesori allora
coloro che venivano dal lontano oriente.
Non erano politici allora
coloro che cercavano il nuovo re.
Non erano reporter allora
coloro che con la stella giunsero alla meta.
Non erano testimoni neutrali
coloro che si lasciarono riempire di gioia.
Non erano diplomatici
coloro che offrirono i loro doni.
Erano uomini, diventati uomini
davanti a un Dio diventato uomo.”
Riconoscere Gesù come il Salvatore del
mondo, sull’esempio dei Santi Magi, è il passaggio decisivo per “diventare uomini davanti al Dio fattosi uomo
per noi”. Buona Epifania!
don Marco Belladelli.
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