Tiziano, Gesù (particolare), 1553, Madrid. |
V Domenica del tempo Ordinario “A”
Voi
siete la luce del mondo.
dal vangelo secondo matteo, (mt 5, 13-16)
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se
il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve
che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del
mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende
una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a
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Il brano di oggi fa parte del cosiddetto “discorso della montagna”, introdotto dalle beatitudini. Posto all’inizio del ministero pubblico di Gesù, si tratta di una raccolta redazionale di Matteo nella quale viene presentata la novità del regno dei cieli rispetto alla giustizia fin qui richiesta dall’antico testamento. Se il primo sintetico annuncio della ‘buona novella’: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17), nella sua sinteticità poteva essere frainteso, la lunga e articolata esposizione dei capitoli 5°, 6° e 7°, che compongono il discorso, permette di comprendere la peculiarità del regno di Dio, esplicitandone i contenuti, il cammino da seguire, l’orizzonte e la meta da raggiungere.
Gesù
non si confonde con uno dei tanti profeti del passato, ma non vuole nemmeno essere
scambiato con un rivoluzionario iconoclasta che tutto distrugge per non
cambiare nulla, o con l’imbonitore di turno che promette, illude e alla fine
delude. Come abbiamo già detto, Gesù è il nuovo Mosè che per mezzo della sua
Parola e della sua azione realizza la salvezza di Dio per l’uomo. La sua quindi
non è una nuova filosofia, neppure una nuova dottrina morale e tanto meno una
illusoria promessa di felicità, ma l’annuncio di una nuova vita, che si è resa
visibile (cfr. 1Gv 1,2).
L’inizio del discorso è particolarmente solenne (letteralmente: “aprì la bocca e li ammaestrava.” 5,2), è
rivolto a tutti, universalmente valido per ogni uomo e donna, di ogni tempo e
luogo, e suscita ammirazione nei suoi uditori (cfr. 7,28). Tutta la sua
attenzione è incentrata su chi, oggi come ieri, lo ascolta, a cui propone di
seguirlo per una “nuova esperienza di vita”, come hanno fatto i primi
apostoli, mettendosi in gioco totalmente, senza riserve, per avere il centuplo,
cioè la vita vera e definitiva.
Se Gesù è la luce che squarcia le tenebre (cfr. 4,12ss), lo sono anche i
suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo”, espressione anticipata
da un’altra immagine: “Voi siete il sale della terra”. Il “Voi” a cui si rivolge sono gli
stessi a cui ha detto: “beati!”, cioè voi
poveri, afflitti, miti, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore,
operatori di pace, perseguitati di giustizia, insultati e perseguitati per
causa mia. Paradossalmente, prima ancora di dire che cosa si deve fare per
diventare suoi discepoli, Gesù dice: “beato, sale della terra e luce del mondo” a chi semplicemente si è
avvicinato soltanto per ascoltarlo. Non si è mai raggiunti per caso
dall’annuncio del regno di Dio e di fronte alla Parola di Dio non si è mai dei
semplici ascoltatori curiosi o occasionali, ma nel momento in cui “ascoltiamo”, siamo già dei ‘discepoli’. In questo ascolto c’è già una risposta, tanto
da essere identificati tra coloro che danno sapore e luce a questo mondo.
L’ascolto è già evento di salvezza, è già manifestazione del regno, è già
comunione con Dio.
Nell’immagine del sale che perde il sapore viene evocato il rischio dell’infedeltà
umana, che rende tutto inutile ai fini del regno. Una situazione che ci
interroga: come facciamo oggi a dare sapore e illuminare questo nostro momento
storico? Se cerco di vedere chi sono oggi quei poveri, afflitti, miti, affamati
di giustizia, misericordiosi, puri di cuore e via dicendo che rendono possibile
la presenza di Dio in mezzo a noi, mi passano davanti agli occhi i volti di
tante persone incontrate nella mia vita, soprattutto durante il ministero in
ospedale, che hanno saputo umilmente amare, soffrire e lasciare questa mondo,
credendo, sperando e completamente abbandonati a Colui che li ha amati fino al
sacrifico della croce. Sono loro “il sale
della terra”, sono loro “la luce del
mondo”, sono loro i veri testimoni (martiri) del risorto, che evitano all’umanità
il pericolo del precipitare nell’abisso della perdizione, dove anche tanti di
noi rischiano di cadere per il loro egoismo, tentati dalla ricchezza, dal
piacere, dal potere e percorrendo le solite “strade che non portano mai a niente”, come diceva una famosa
canzone degli anni sessanta. Se oggi, nell’ascolto della Parola e nella
celebrazione dei santi misteri, abbiamo assaporato nel nostro cuore la gioia
per l’annuncio di questo evento di salvezza per noi e per il mondo, mettiamoci seriamente
al seguito del Signore Gesù, perché vedendo nelle nostre buone opere la luce e il sapore del Vangelo, gli uomini del nostro
tempo rendano anch’essi gloria al Padre
che è nei cieli.
Buona domenica!
don Marco Belladelli
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