Juan de Flandes, Tentazioni di Cristo, 1500 ca, Washington |
I
Domenica di Quaresima “A”
Gesù
digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
dal vangelo secondo matteo (4, 1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore
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Avendo già presentato le caratteristiche spirituali della Quaresima il
Mercoledì delle Ceneri, andiamo subito al commento del brano evangelico
proposto oggi dalla liturgia. La prima Domenica di Quaresima ci presenta sempre
la tentazione di Gesù nel deserto.
Le tre situazioni in cui si articola il racconto di Matteo fanno
riferimento all’esperienza vissuta dal popolo d’Israele nel deserto, dopo la
liberazione dalla schiavitù egiziana, avendo come orizzonte ultimo la
tentazione di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, avvenimento esplicitamente
richiamato dalla prima e seconda lettura. I due elementi centrali del
racconto sono: 1. il diavolo che insidia Gesù a proposito della sua identità e
della sua missione: “Se tu sei Figlio di Dio …”, dovresti comportarti come dico io; 2. Gesù che
respinge gli attacchi di satana ricorrendo alla Parola di Dio: “Sta scritto …”.
L’obiettivo del demonio è sempre quello di separare l’uomo da Dio, con
qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo, facendo da schermo tra noi e Dio, oppure negando
tutta o in parte la verità delle cose, rendendo equivoca la realtà per distoglierci
interiormente ed esteriormente da qualsiasi riferimento a Dio. Prima di tentare
noi, ha ostinatamente messo alla prova lo stesso Gesù, per distoglierlo dalla
sua missione e dal quel rapporto speciale di fedeltà e di obbedienza che lo
univa al Padre e suo punto di forza soprattutto durante la passione. Subito
dopo il battesimo al Giordano, è lo Spirito Santo a spingerlo verso questo incontro/scontro
con satana nel deserto per prepararsi al ministero pubblico e soprattutto al
suo epilogo, cioè alla passione e alla morte. Quello non fu per il diavolo il suo
unico tentativo di stroncare la missione di Gesù, pensiamo per esempio alla
strage degli innocenti del re Erode per ucciderlo ancora bambino, al travaglio
della fuga in Egitto, all’opposizione dei capi del popolo fin dall’inizio del
suo ministero pubblico, che alla fine riuscirono ad avere il sopravvento su di
lui, quando per mezzo loro il demonio sembrò raggiungere il suo scopo con la
morte di croce (cfr. Lc 4,13).
Gesù affronta e supera la sfida facendo appello alla potenza della
Parola di Dio, a quanto Dio “ha detto” per mezzo dei profeti o ha manifestato nel suo
intervento salvifico a favore del popolo d’Israele. Gesù ci rivela l’importanza
e il valore della Parola di Dio per la nostra vita spirituale e la sua potenza ed
l’efficacia nella lotta contro il male. Il “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma
di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, significa che la Parola
è all’origine della nostra stessa vita e del suo sviluppo, e che senza quel
dialogo e quella relazione con Dio, essenza della fedeltà di Gesù per la sua obbedienza
“fino alla morte e a una morte di croce.” (Fil 2,8), l’uomo perde
una dimensione fondamentale del proprio essere, incapace di elevazione e di
trascendenza.
Come ho già detto (vedi Mercoledì delle ceneri), il cammino
penitenziale della Quaresima ha come obiettivo la riscoperta del nostro
Battesimo, cioè una maggiore consapevolezza della nostra identità di figli di
Dio e delle implicanze che ne derivano. Un’accoglienza feconda della Parola di
Dio ci può condurre a questo traguardo.
L’altro aspetto problematico è la nostra compromissione con il male,
sempre presente e attuale, come se sotto quell’albero del paradiso terrestre al
posto di Adamo o di Eva, ci fossimo noi a confrontarci con serpente, che
ci insidia allo stesso modo, proponendoci l’assurda illusione di diventare “come Dio, conoscendo il bene e il
male”,
per ritrovarci invece alla fine in balia di quella contrapposizione tra bene e
male, senza soluzione di continuità. Il maligno è già stato sconfitto, ma nella
sua sconfitta vuol trascinare con sé tutti coloro che riesce a ingannare con le
sue seduzioni. Troppo spesso ci dimentichiamo che Gesù ha già vinto questa
sfida anche per noi, con un semplice ed umile atto di obbedienza a Dio e alla
sua Parola. La penitenza quaresimale ci aiuti a capire che “per l’obbedienza di uno solo tutti
saranno costituiti giusti” (Rom 5,19). Con grande sincerità concludo,
augurandovi una santa Quaresima !!!
don Marco Belladelli
Buona domenica don
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