venerdì 22 dicembre 2017

LA VOCE DI MANTOVA/100

 
NATALE,
FESTA UNIVERSALE
In questo periodo non c’è città al mondo dove non siano state accese le luminarie natalizie, dove nelle più importanti piazze non sia stato allestito un albero di Natale con ai suoi piedi gli immancabili doni da scambiare. La causa del diffondersi della festa del Natale in regioni che non sono di tradizione cristiana è di natura squisitamente antropologica. I valori richiamati ed espressi da questa
ricorrenza sono così universalmente presenti ed apprezzati, che non c’è cultura e società in cui non trovino spazio feste, riti e celebrazioni dedicati ai bambini, alla famiglia, alla solidarietà per i più poveri e per i più deboli e per auspicare e favorire la pacifica convivenza tra tutti i membri della comunità umana, oltre ogni diversità e forma di discriminazione. Veicolato dai valori e dai significati che lo caratterizzano, il Natale cristiano si è così diffuso in tutto il mondo, al di là di ogni distinzione di razza, di religione e perfino di ideologia. Oltre le convergenze di tipo antropologico, ci sono altre le ragioni più profonde, proprie del mistero del Dio fatto uomo, che spiegano una tale sintonia universale attorno a questa festa. Nella famosa canzone “Quanno nascette Ninno”, di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, da cui fu tratta la più popolare “Tu scendi dalle stelle, si dice che: 
Quando nacque il Bambinello a Bethlemme/ era notte e sembrava che fosse mezzogiorno/ Non si videro mai stelle così belle e luccicanti:/ e quella più luccicante di tutte / andò in Oriente a chiamare i Magi./ … Non c'erano nemici sulla terra,/ la pecora pascolava accanto al leone./ Insieme alla capretta, si vide/ giocare il leopardo./ L'orso con il vitello/ ed il lupo in pace con la pecorella./ Insomma si rivoltò tutto il mondo, / il cielo, la terra, il mare e tutte le persone.”.
Una bellissima canzone di Natale scritta dal Santo Vescovo quasi trecento anni fa, che vale la pena di ascoltarla nella struggente interpretazione dalla Mina nazionale. Attraverso immagini capaci di straordinarie suggestioni, Sant’ Alfonso dice che nella notte in cui nacque il Bambino Gesù tutto il mondo è stato capovolto, il cielo, la terra, il mare e soprattutto le persone. Un rovesciamento così radicale, da comprendere ogni livello e dimensione della storia e dell’umanità, tanto che nulla è rimasto più come prima. Insomma, un nuovo incipit. Un inizio, che però non ha riportato indietro l’orologio della storia, come se si trattasse di offrire all’uomo una nuova opportunità per ricominciare tutto da capo e riparare agli errori del passato. No! Paradossalmente si tratta di un nuovo inizio, che invece anticipa e garantisce il raggiungimento del traguardo e del successo finale per ogni uomo e per tutta la storia dell’umanità. Gesù è il nuovo Adamo, cioè il modello di umanità nel quale tutti si riconosceranno alla fine della storia. Attraverso la diffusione del Natale ad ogni latitudine e longitudine della terra, in qualsiasi modo venga richiamato, evocato, festeggiato e celebrato, prima di tutto si rivela questo misterioso, ma inequivocabile rapporto stabilito dal Dio fatto uomo con ciascun uomo e donna viventi o anche trapassati che siano. Una ragione di “Speranza”, con la esse maiuscola per tutti. Buon Natale!
Marco Belladelli.
(pubblicato su 'LA VOCE DI MANTOVA' il 22/12/2017). 


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