venerdì 15 dicembre 2017

Il Vangelo della salute del 17/12/2017

Anton Raphael Mengs, S. Giovanni Battista, 1775, Museo Eremitage San Pietroburgo.  
III Domenica di Avvento “B”
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 6-8. 19-28)  
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.
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Siamo ormai oltre la metà del nostro cammino di Avvento ed è sempre più prossima la manifestazione e l’incontro con il Signore. L’antifona d’ingresso ci invita a gioire: “Rallegratevi sempre” proprio perché “il Signore è vicino” (Fil 4,4.5). Anche il colore rosaceo dei paramenti vuol essere un segno di gioia.
Nel brano del Vangelo di oggi il protagonista è ancora Giovanni Battista, nell’interpretazione dell’evangelista Giovanni. Egli ci dice: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. Parla ovviamente di colui che stiamo aspettando. Dalla sua testimonianza abbiamo la conferma di due cose importanti: che verrà dopo di lui e che si tratta di una personalità tanto grande, al quale nemmeno lui non è degno di fargli da servo nell’umile gesto di togliergli i calzari. Una dignità superiore anche ai più grandi e importanti personaggi del popolo d’Israele, quali Abramo, Mosè o Elia, perché in lui è Dio stesso che ha deciso di vivere con noi, di fare propria la nostra esistenza e di assumere su di sé l’umanità di tutti noi. Chi poteva immaginare che Dio fosse disposto ad abbassarsi fin dentro la nostra umanità? Niente gli ripugna o lo disgusta del nostro essere. Un evento che supera qualsiasi aspettativa. Dobbiamo prepararci a vivere in compagnia del “Dio-con-noi”. Soltanto la fede ci può guidare fin dentro a questo mistero, che va ben oltre l’orizzonte meramente culturale, a cui molto spesso lo riduciamo.
Due riflessioni. La vicinanza di Dio non è una questione spazio-temporale, ma di relazione. Una relazione viva e personale, un’alleanza, una comunione di vita, un vero e proprio legame amoroso, consenziente, ammirativo, che trova nella preghiera la sua espressione più significativa e più alta. E’ una questione di Amore, perché è l’Amore che avvicina!
Rendete dritta la via del Signore”. Questo monito che il Battista riprende dal profeta Isaia fa riferimento a tutti quegli aspetti esperienziali, culturali, morali e psicologici della nostra vita, che molto spesso si sono trasformati in veri e propri schermi di autodifesa per difenderci dall’irruzione del divino dentro la storia umana, fino a marginalizzarlo, se non addirittura ad escludere Dio dalla nostra vita. Per questo lavoro di rettifica della nostra vita, non aspettiamoci nessun sconto o privilegio, nessuna facilitazione o semplificazione, né scorciatoie particolari, ma unicamente la certezza del “Dio è con noi.
La vita cristiana non è il risultato di impulsi emozionali causati da eventi occasionali, ma il consenso volontario al desiderio di conformarsi alla verità e alla grazia che incontriamo nel mistero di Dio, che si impone a noi. Per incamminarci su questa via ascoltiamo i consigli dell’apostolo Paolo nella seconda lettura: “sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.” e soprattutto: “Non spegnete lo Spirito !”.
Concludo questi miei pensieri con le parole di San Giovanni della Croce, mistico spagnolo del XVI, che ben evidenziano il paradosso di questa ricerca di Colui che è in mezzo a noi, vicino a noi, eppure non lo conosciamo: 
Per raggiungere questo che non conosci
devi passare attraverso quello che tu non conosci;
Per raggiungere questo che non possiedi
devi passare attraverso ciò che tu non possiedi;
Per raggiungere questo che tu non sei
devi passare attraverso quello che tu non sei.
Con l’augurio che la gioia di questo giorno ci disponga interiormente ad incontrare il Signore. Ancora buon cammino d’avvento! … per quel poco che resta. 
don Marco Belladelli

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