Gesù nella sinagoga di Nazaret, pannello ligneo policromo, seconda metà del XII secolo, soffitto della Chiesa di S. Martino a Zillis in Svizzera. |
III
Domenica del tempo Ordinario “C”
Oggi
si è compiuta questa Scrittura.
Dal Vangelo secondo Luca. (1,1-4; 4,14-21).
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si
sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono
testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così
anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli
inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo
che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella
sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa;
aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore.
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Prima del commento,
alcuni pensieri di introduzione al Vangelo di Luca, che ci accompagnerà per
tutto questo 2013. Citato più volte tra i discepoli di S. Paolo, sappiamo che Luca
non è ebreo e che di professione fa il medico (cfr Col 4,14). Sant’Ireneo di Lione nel II secolo
secondo la tradizione lo indica come l’autore del terzo vangelo e del libro
degli Atti degli Apostoli. La sua opera è il primo segno del passaggio della
fede cristiana dal contesto culturale giudaico-cristiano a quello
ellenistico-pagano, senza che vi sia stato un tradimento del “depositum fidei”, anzi si è trattato di
uno straordinario arricchimento. L’introduzione del vangelo, riportata oggi
dalla liturgia, evidenzia la mentalità greco-ellenistica dell’autore del terzo
vangelo. Luca si comporta come uno storico del suo tempo, dichiarando fin
dall’inizio lo scopo del suo scritto e il metodo seguito: “anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin
dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in
modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai
ricevuto”. Oggi diremmo che Luca ha proceduto con metodo scientifico (le
ricerche accurate, il resoconto ordinato),
ascoltando e intervistando i diretti testimoni dei fatti. L’originalità di Luca non finisce qui. Dobbiamo
alle sue indagini i racconti sull’infanzia di Gesù, tante parabole molto
importanti, come per esempio quella del Buon Samaritano, del Figliol
Prodigo e tanti episodi evangelici che non trovano riscontro in nessuno
degli altri tre evangelisti, come Zaccheo, il pubblicano, oppure il buon
ladrone, oppure racconto di Marta e Maria che accolgono in casa loro Gesù,
come un amico, e per finire il famoso racconto pasquale dei discepoli di
Emmaus. Oltre a ciò,ha voluto completare l’annuncio evangelico con un secondo
libro, gli Atti degli Apostoli, detto anche il Vangelo della Chiesa. Se
il suo stile letterario risente della cultura greca, quando riporta le
parole di Gesù diventa scrupolosamente e puntigliosamente semita.
Dopo i primi due
capitoli tradizionalmente chiamati “vangelo dell’infanzia”, il testo si struttura
in tre grandi parti: il ministero di Gesù in Galilea (3,1 -9,50), il
viaggio verso Gerusalemme (9,51 – 19,27), il ministero a Gerusalemme,
comprendente anche la passione, morte e risurrezione (19,28 – 24,53).
Il destinatario dell’opera è l’ “illustre Teòfilo”
citato nel prologo. Per qualcuno è un personaggio storico. Per altri invece si
tratta di un artificio letterario per indicare tutti gli uomini di buona
volontà, sinceramente in ricerca di Dio. Infatti, più che rendere omaggio a
questo nobile uomo, lo scopo di Luca è di confermarlo nella fede,
rendendosi conto personalmente “della solidità
degli insegnamenti”
ricevuti. Vengono in mente anche le parole che Gesù dice a Pietro durante
l’ultima cena: “e tu, una
volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (22,32), dalle quali si capisce che il
fine di Luca è unicamente ed esclusivamente la “solidità” della fede del Teofilo
(letteralmente: amico/amante di Dio) di turno.
Fin dai primi capitoli Luca presenta Gesù come il
Signore, cioè il Figlio di Dio Risorto, vivo e presente in mezzo a noi,
oggi come ieri, operante nella storia dell’umanità e di ciascuno di noi
individualmente, come il Salvatore. Questo titolo, salvatore
(swthr), era abitualmente
attribuito all’Imperatore, soprattutto quando al termine delle campagne di
conquista, entrava trionfalmente a Roma, portandosi al seguito schiavi e
bottino, risorse umane e materiali, che sarebbero servite per soddisfare i
bisogni e i capricci dell’opulente Capitale. Ma secondo Luca è Gesù il vero Salvatore,
venuto a riscattare i poveri, i diseredati ed ogni uomo dalle sue schiavitù. E’
lui che, come dice il magnificat, “rovescia i
potenti dai troni e innalza gli umili; ricolma di beni gli affamati e rimanda a
mani vuote i ricchi.”
(1,52-53). Un’evidente valenza “politica”, per la forza, la chiarezza e
l’insistenza con cui sottolinea l’attualità
e la potenza di questa azione di salvezza di Gesù, ugualmente valida e senza
nessuna differenza tra quanto è successo duemila anni fa e quello che succede oggi a noi.
Va anche detto che è pure il Vangelo di Maria,
come anche il Vangelo della Misericordia divina, del discepolato, della
preghiera, dell’attenzione ai poveri e di tante altre cose belle, che si
fondano sulla viva e reale presenza di Gesù in mezzo a noi, in ogni istante
della vita, per salvarci, per condurci verso la casa del Padre misericordioso,
come un figliol prodigo.
Questo è anche il senso della rivelazione di
Gesù nella sinagoga di Nazaret, narrataci oggi nel brano evangelico: “Oggi
si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.
E’ Gesù che si rivela a ciascuno di noi. Oggi possiamo dire di avere
davanti a noi Colui che Dio ha inviato per annunciare il Vangelo ai poveri,
ridare la vista ai ciechi, liberare i prigionieri e ogni uomo dalle sue
schiavitù, e proclamare un tempo di grazia e di benedizione celeste. Quale sarà
la nostra reazione? Di imperturbabile indifferenza? Di ilare diffidenza? Di
freddo e razionale distacco? Di untuosa e interessata devozione? Oppure di
sincera accoglienza e di umile sottomissione?
Buona Domenica!
don Marco Belladelli
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