Palma, il vecchio, Cristo e l'adultera, 1525. |
V Domenica di Quaresima “C”
Chi di voi è senza peccato,
getti per primo la pietra contro di lei.
Dal Vangelo secondo Giovanni (8,1-11).
In quel tempo, Gesù si avviò
verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto
il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio,
la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in
flagrante adulterio. Ora
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Parola del Signore.
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L’approssimarsi delle feste pasquali dovrebbe
lasciare intravedere quel rinnovamento di vita che ci siamo proposti all’inizio
della Quaresima. Se necessario, intensifichiamo la penitenza della preghiera,
delle rinunce e delle opere di carità per liberarci dai gravami del peccato,
dai compromessi con il male e disporci con il cuore libero e aperto ad
accogliere il perdono che Gesù ci offre con la sua passione, morte e
risurrezione. E’ importante avere ben chiaro in che cosa consiste la remissione
dei peccati, dono di grazia dal quale ha inizio la nostra partecipazione al mistero
di salvezza realizzato dal Signore Gesù. L’episodio dell’adultera ci mostra
come cambia la vita di una donna e di un uomo quando incontra Gesù che perdona,
venuto nel mondo non per condannare, ma per liberarlo dal peccato.
Gli scribi e i farisei portano davanti a Gesù una donna sorpresa in fragrante adulterio in modo provocatorio, per trovare argomenti di accusa contro di lui, qualora si fosse pronunciato contro la legge di Mosè. Siamo nel tempio di Gerusalemme, il luogo più sacro del mondo, scelto da Dio come sua ‘abitazione’ terrena in mezzo al suo popolo e a tutti gli uomini, e dove Dio ha promesso che chiunque lo avesse invocato in quel luogo sarebbe stato ascoltato e perdonato: “Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo ... ascolta e perdona!” 1Re, 8,30. I suoi interlocutori invece pretendono che proprio qui Gesù si trasformi in giudice di morte, perché “Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa”. Gesù si mette a scrivere con il dito per terra, non sappiamo che cosa, e contrariato dall’insistenza con cui i suoi avversari pretendono un suo pronunciamento sul caso in questione, se ne esce con la famosa espressione: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”, una frase diventata proverbiale, con la quale, pur riconoscendo la colpa della donna e la validità della legge mosaica, ricorda a tutti di essere peccatori e che nessuno può ergersi a giudice di un altro uomo. E’ curioso questo ritirarsi dei presenti, uno dopo l’altro, a cominciare dai più grandi, fino ai più giovani, per evitare qualsiasi compromesso. Alla fine Gesù rimane solo con la donna, lui è l’unico ad essere senza peccato e quindi sarebbe in diritto di condannarla. Invece si meraviglia di questa ritirata collettiva a seguito delle sue parole e perdona l’adultera colta sul fatto: “Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più”, contro coloro che si ergono a paladini della legge e dei principi, senza però soddisfarne minimamente le esigenze.
Oggi pochi sentono l’esigenza di confessarsi con
frequenza e l’esperienza del peccato e della sua remissione è quasi del tutto
assente dalla vita spirituale comune. L’omologazione di certi comportamenti contrari
ai comandamenti attraverso artifici culturali, psicologici e giuridici ha minato
la categoria religiosa del peccato nel sentire comune, altri poi, attraverso la
manipolazione della propria coscienza, sono persuasi di essere senza peccato e
altri ancora sono diventati maestri nel soffocarne la voce. La salvezza comincia
dal perdono dei peccati e per ottenerci questa dono Gesù è morto sulla croce.
Nel sacramento della penitenza la grazia della misericordia divina ci riabilita
nella dignità di figli di Dio, di donne e uomini liberati da ogni forma di
schiavitù spirituale, morale e materiale, come l’adultera restituita alla sua
vita. Papa Francesco, nel suo primo giorno di pontificato, ai sacerdoti
confessori di Santa Maria Maggiore ha ripetuto: “Siate misericordiosi!”. Torniamo a confessarci frequentemente,
almeno una volta al mese, per capire e sperimentare su noi stessi il valore e
il significato delle parole di Gesù: “Neanch'io ti condanno;
và e d'ora in poi non peccare più”. Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
Fiat domine voluntas tua sicut in coelo et in terra amen 🙏
RispondiEliminaAmen 🙏
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