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Ingresso di Gesù e Gerusalemme, Cappella palatina - Palermo |
Domenica delle Palme e
della Passione del Signore “C”
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Dal vangelo secondo Luca (19,28-40) - Per la processione iniziale
In quel
tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu
vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due
discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un
puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo
qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il
Signore ne ha bisogno”».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Parola del Signore.
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Dal diario di viaggio di Egeria, una pellegrina cristiana spagnola vissuta nella seconda metà del quarto secolo, sappiamo che fin dai primi tempi a Gerusalemme, nei giorni della Pasqua, la Comunità cristiana riviveva gli eventi dell’ultima settimana di vita di Gesù, a cominciare dal suo ingresso trionfale a Gerusalemme, fino alla morte in croce sul Calvario e alla risurrezione. A Roma, invece, dal VI secolo in poi nella Domenica precedente la Pasqua si leggeva la Passione del Signore, come preparazione alla celebrazione del mistero “del Signore crocifisso, sepolto e risorto, centro di tutto l’anno liturgico”, come recita l’annuncio della Pasqua nel giorno dell’Epifania, l’evento più drammatico della vita di Gesù, ma anche quello fondamentale per la salvezza dell’umanità. Nella celebrazione odierna sono state unite queste due tradizioni, si comincia infatti dal trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, con la benedizione dei rami di ulivo e la processione verso la chiesa, dove poi ascolteremo il racconto della passione del Signore, quest’anno nella redazione di Luca. Per ragioni di spazio riportiamo il racconto dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Per Luca Gerusalemme, la Città Santa, è il luogo
scelto da Dio per la realizzazione della salvezza dell’umanità. Gesù l’ha
frequentata fin da bambino (cfr. i capp. 1 e 2: la presentazione al tempio e
quando fu smarrito), vi ha soggiornato più volte e vi concluderà anche la sua
vita terrena. Sempre secondo Luca, Gesù vi giunge al termine di un lungo
viaggio, un artificio letterario che comprende quasi la metà del suo vangelo,
vi entra acclamato dai suoi discepoli come il Re-Messia, secondo la profezia di
Zaccaria (9,9-10), e osteggiato dai suoi avversari, vertice di un conflitto che
si concluderà con la sua crocifissione. Il suo procedere senza tentennamenti,
nonostante tutto, è di grande esempio per tutti noi, che oggi, con i rami di
ulivo in mano ci mettiamo dietro a Gesù, nella persona di colui che presiede l’assemblea,
per seguirlo fino al Calvario. Nel racconto della passione Luca mette in
evidenza la potenza della Croce di Cristo, come massima espressione della
misericordia di Dio e strumento di conversione. E’ il mistero nel quale si
manifesta l’amore infinito di Dio per l’umanità e la definitiva sconfitta del
principe delle tenebre e del suo regno di menzogna, di peccato e di male. La
straordinaria manifestazione della divina misericordia comincia con il pentimento
di Pietro, dopo il triplice rinnegamento: “E, uscito, pianse amaramente.” (22,62), continua con l’implorazione del
perdono del Padre su tutti coloro che sono colpevoli della sua morte: “Padre, perdonali, perché
non sanno quello che fanno” (23,34) e si conclude con il famoso episodio del buon
ladrone. Mentre viene deriso dai suoi avversari, perché ha salvato altri e non
ha salvato se stesso, il buon ladrone lo invoca: “Gesù,
ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno” (23,42), e ottiene da Gesù la
misericordia divina per sé e per tutta l’umanità: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”, anche per quella parte
furiosa e incredula, come il suo compagno di sventura. Un altro esempio su cui
riflettere è quello del Cireneo, che per un bel pezzo del percorso porta la
croce dietro a Gesù fino al Calvario: “Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva
dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù”, con un seguito di
donne e di popolo che fanno lamento su di lui, un episodio che annuncia la “passione” della Chiesa, destinata a seguire
il suo Signore sulla stessa via. Ogni cristiano ha dunque due certezze, quella di
dover portare la croce, come il Signore Gesù, e quella di poter contare sulla infinita
misericordia di Dio per il sacrificio di Cristo. Buona Domenica delle Palme!
don
Marco Belladelli.
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