Gesù guarisce la suocera di Pietro, mosaico sec XII, Duomo di Monreale (PA). |
V
Domenica del tempo Ordinario “B”.
Guarì
molti che erano affetti da varie malattie.
Dal Vangelo secondo Marco (1, 29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla
sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e
Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono
di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la
lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli
indemoniati.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola
del Signore.
------------------------------------
Dopo l’ “insegnamento nuovo, dato con autorità” e
l’esorcismo nella sinagoga di Cafarnao, Marco ci racconta altre guarigioni
operate da Gesù. Si comincia dalla suocera di Pietro febbricitante che, appena
guarita, si mette a servire chi si trova in casa, e si continua con un
sommario: “Guarì molti che
erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni” che riassume
tutta l’attività svolta quella sera. Con i suoi gesti e le sue parole Gesù inaugura il
regno di Dio sulla terra, per entrare nel quale resta valido per tutti l’invito
iniziale alla conversione e alla fede. Sono infatti questi segni ad innescare nel
cuore dell’uomo quel desiderio di novità di vita e di cambiamento che li apre
all’incontro con Dio e a credere al Vangelo.
Dopo la guarigione della
suocera di Pietro da una febbre, di cui non si conosce la causa, al calare
delle prime ombre del sabato, quando finisce l’obbligo del riposo, tutta la
città si riunisce davanti alla porta di casa, ciascuno per chiedere aiuto per
le proprie necessità. Gesù dedica a tutti la sua attenzione, senza nessuna
distinzione.
L’unica cosa che viene
sottolineata è che “non permetteva ai
demòni di parlare, perché lo conoscevano”. E’ in gioco la riuscita della sua stessa missione, da cui dipende la
salvezza di tutta l’umanità, missione che il diavolo cerca in tutti i modi di
ostacolare, soprattutto dissuadendo gli uomini dal credere in Gesù, che dovrà
essere sacrificato sulla croce come vero Agnello pasquale, una sofferenza che è
parte integrante del dono della salvezza e della rovina del demonio.
Attraverso la predicazione, l’attività
terapeutica e gli esorcismi Gesù inaugura il regno di Dio in mezzo a noi, realtà
d’ora in poi eternamente presente, quindi ancora attuale e disponibile per
ciascuno di noi. Il dono della salvezza riguarda tutto l’uomo, corpo e anima, segno
della liberazione dell’uomo dal peccato e da tutte le sue conseguenze, a tutto
tondo. Guai a noi se riducessimo la salvezza ad un fatto meramente spirituale.
Gesù, investito della stessa potenza del Creatore, non solo ripara l’immagine dell’uomo
deturpata dal peccato, ma la rigenera per quella nuova patria che è nei cieli
(Fil 3,20).
Perché l’annuncio del Vangelo trovi anche oggi
quella stessa incisività del primo annuncio di Gesù è necessario che sia
accompagnato dai segni della divina presenza misericordiosa di Dio, per rivelare
in modo efficace e inequivocabile la realtà e l’attualità del regno dei cieli
in mezzo a noi. Non mi riferisco semplicemente alle opere di
carità che da sempre caratterizzano la vita dei cristiani, ma a quei segni,
razionalmente inspiegabili, che hanno sempre accompagnato la vita della Chiesa nella
storia, comunemente intesi come veri e propri miracoli, ma che oggi, in un
contesto culturale secolarizzato ed esageratamente razionalistico, vengono
considerati anacronistici e adatti soltanto per persone credulone e sempliciotte.
Senza però questa “potenza che viene dall’Alto” nel nostro impegno pastorale
non riusciremo ad essere più credibili e convincenti di uno spot pubblicitario.
Il mattino seguente,
dopo una notte in preghiera, mentre tutti lo cercano, bisognosi ancora del suo aiuto,
Gesù è pronto a spostarsi nei villaggi vicini: “Andiamocene altrove”, ricordando agli apostoli il senso della sua
missione: “per questo infatti sono venuto!”,
cioè per essere pellegrino nel mondo secondo il mandato del Padre.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
Nessun commento:
Posta un commento