venerdì 2 febbraio 2024

Il vangelo della salute del 04/02/2024

Gesù guarisce la suocera di Pietro, mosaico sec XII, Duomo di Monreale (PA). 

V Domenica del tempo Ordinario “B”.

Guarì molti che erano affetti da varie malattie.

Dal Vangelo secondo Marco (1, 29-39)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.

Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore.

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Dopo l’ “insegnamento nuovo, dato con autorità” e l’esorcismo nella sinagoga di Cafarnao, Marco ci racconta altre guarigioni operate da Gesù. Si comincia dalla suocera di Pietro febbricitante che, appena guarita, si mette a servire chi si trova in casa, e si continua con un sommario: “Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni” che riassume tutta l’attività svolta quella sera. Con i suoi gesti e le sue parole Gesù inaugura il regno di Dio sulla terra, per entrare nel quale resta valido per tutti l’invito iniziale alla conversione e alla fede. Sono infatti questi segni ad innescare nel cuore dell’uomo quel desiderio di novità di vita e di cambiamento che li apre all’incontro con Dio e a credere al Vangelo.

Dopo la guarigione della suocera di Pietro da una febbre, di cui non si conosce la causa, al calare delle prime ombre del sabato, quando finisce l’obbligo del riposo, tutta la città si riunisce davanti alla porta di casa, ciascuno per chiedere aiuto per le proprie necessità. Gesù dedica a tutti la sua attenzione, senza nessuna distinzione.

L’unica cosa che viene sottolineata è che “non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano”. E’ in gioco la riuscita della sua stessa missione, da cui dipende la salvezza di tutta l’umanità, missione che il diavolo cerca in tutti i modi di ostacolare, soprattutto dissuadendo gli uomini dal credere in Gesù, che dovrà essere sacrificato sulla croce come vero Agnello pasquale, una sofferenza che è parte integrante del dono della salvezza e della rovina del demonio.

Attraverso la predicazione, l’attività terapeutica e gli esorcismi Gesù inaugura il regno di Dio in mezzo a noi, realtà d’ora in poi eternamente presente, quindi ancora attuale e disponibile per ciascuno di noi. Il dono della salvezza riguarda tutto l’uomo, corpo e anima, segno della liberazione dell’uomo dal peccato e da tutte le sue conseguenze, a tutto tondo. Guai a noi se riducessimo la salvezza ad un fatto meramente spirituale. Gesù, investito della stessa potenza del Creatore, non solo ripara l’immagine dell’uomo deturpata dal peccato, ma la rigenera per quella nuova patria che è nei cieli (Fil 3,20).

Perché l’annuncio del Vangelo trovi anche oggi quella stessa incisività del primo annuncio di Gesù è necessario che sia accompagnato dai segni della divina presenza misericordiosa di Dio, per rivelare in modo efficace e inequivocabile la realtà e l’attualità del regno dei cieli in mezzo a noi. Non mi riferisco semplicemente alle opere di carità che da sempre caratterizzano la vita dei cristiani, ma a quei segni, razionalmente inspiegabili, che hanno sempre accompagnato la vita della Chiesa nella storia, comunemente intesi come veri e propri miracoli, ma che oggi, in un contesto culturale secolarizzato ed esageratamente razionalistico, vengono considerati anacronistici e adatti soltanto per persone credulone e sempliciotte. Senza però questa “potenza che viene dall’Alto” nel nostro impegno pastorale non riusciremo ad essere più credibili e convincenti di uno spot pubblicitario.

Il mattino seguente, dopo una notte in preghiera, mentre tutti lo cercano, bisognosi ancora del suo aiuto, Gesù è pronto a spostarsi nei villaggi vicini: “Andiamocene altrove”, ricordando agli apostoli il senso della sua missione: “per questo infatti sono venuto!”, cioè per essere pellegrino nel mondo secondo il mandato del Padre.

Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

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