venerdì 16 febbraio 2024

Il Vangelo della salute del 18/02/2024

Juan De Flandes, La tentazione di Gesù, 1496-99; Washington 

I Domenica di Quaresima “B”

Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.

Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15).   
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Parola del Signore.  

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E’ tradizione cominciare il cammino quaresimale insieme a Gesù che sospinto dallo Spirito Santo va nel deserto dove alla fine dei quaranta giorni sarà tentato da Satana. Se è vero, come ci insegna il libro dell’Esodo, che il deserto è il luogo dove l’uomo si incontra con Dio, secondo la Genesi è anche l’ambiente più ostico per la vita dell’uomo (cfr. Gen 2,4b-5), uno dei tanti paradossi presenti nella bibbia.

Marco sottolinea che Gesù va nel deserto non per scelta propria, ma perché ‘costretto’ dallo Spirito Santo, sceso su di lui in forma corporea durante il battesimo del Battista al Giordano. Una ‘forzatura’ evidenziata dal verbo usato, lo stesso con cui abitualmente viene descritta la cacciata dei demoni negli esorcismi operati da Gesù, ma che nello stesso tempo ci rivela la qualità del legame fortemente vincolante che unisce Gesù allo Spirito Santo, il quale, anche quando non è nominato esplicitamente, è sempre presente, operante e partecipe di tutto quello che Gesù è, fa e dice.

Che cosa fa Gesù in tutto questo tempo? Sotto la guida dello Spirito Santo, raccolto in preghiera e fortificato dal digiuno, Gesù si prepara a dire “” a Dio. Durante questi quaranta giorni Gesù passa in rassegna tutta la storia dell’umanità, quella passata, presente e futura, facendo propria nella preghiera la vicenda umana di ciascuno uomo, di ogni tempo e luogo. Quindi si confronta con quella che sarà la fine della sua vita terrena, e cioè i giorni della passione, morte e risurrezione. Egli si prepara ad offrire se stesso per la salvezza del mondo, secondo il volere del Padre attraverso il suo ministero pubblico di predicazione ed inaugurazione del regno di Dio per mezzo dei segni da lui compiuti, e soprattutto nel sacrifico della croce al quale si rende disponibile per mezzo della forza che gli viene dallo Spirito Santo.      

Marco non descrive le tre scene classiche della tentazione. La presenza degli Angeli che lo servono e il contorno delle bestie selvatiche inoffensive evocano un contesto edenico, proprio del Paradiso terrestre, nel quale non poteva mancare la presenza insidiosa del nemico per eccellenza, che lo insidia, come insidiò Adamo ed Eva, per vanificare di nuovo il disegno di salvezza divino. Del resto proprio Marco nel suo Vangelo, più di ogni altro evangelista, interpreta l’azione di Gesù come un continuo esorcismo per disinfestare il mondo dalla presenza del demonio e strappare l’uomo dalle mani di satana, fino a renderlo inoffensivo incatenandolo nell’inferno.   

Il cammino di salvezza dell’umanità ricomincia là dove si era interrotta con il peccato originale dei nostri progenitori. Forte della sapienza, dell’intelligenza e della potenza dello Spirito Santo, Gesù supera la tentazione e inizia la sua missione annunciando il Vangelo e inaugura il regno di Dio, cioè mette in atto il disegno divino di salvezza per tutti gli uomini, per il quale è necessario ‘convertirsi’, cioè cambiare mentalità, e credere a colui che il Padre ha mandato, cioè Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Questa volta satana esce sconfitto e la vittoria di Gesù è annuncio della nostra vittoria nella nuova ed eterna alleanza sancita con il sangue di Cristo. Come dopo il diluvio Dio si è alleato con l’uomo, promettendo di non distruggere mai più il mondo (1° lettura), così con il sacrifico della croce e la risurrezione di Gesù nasce la nuova umanità.

Come dice S. Pietro nella seconda lettura, evocando la grazia del battesimo che nella sua attualità continua ad essere “invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo”,  il nostro cammino penitenziale della Quaresima deve essere quello che ci ‘riconduce a Dio’. Questa è l’unica vera conversione del cuore, per la quale lottiamo contro il peccato e contro tutto ciò che ci distoglie dal desiderio di amare Dio sopra ogni cosa e di vivere come veri figli di Dio. Arrivare al termine dei quaranta giorni quaresimali più consapevoli e partecipi della nostra identità e dignità di figli di Dio sarebbe già un ottimo risultato. Con l’augurio di una santa Quaresima a tutti coloro che mi leggono.

 don Marco Belladelli.

 

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