1° Gennaio, ottava del Natale,
solennità di Maria, Madre di Dio.
Giornata mondiale della Pace.
I
pastori trovarono Maria, Giuseppe e il bambino.
Dopo
otto giorni gli fu messo nome Gesù.
dal vangelo secondo luca, (2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza
indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore.
Nel primo giorno del nuovo
anno astronomico, ottava del Natale, la Chiesa celebra la solennità di Maria,
Madre di Dio, e dal 1968, per volontà dell’allora Pontefice, il beato Paolo VI,
anche la Giornata Mondiale della Pace.
Nel giorno di Natale ci siamo soffermati a riflettere sul mistero
dell’incarnazione dal punto di vista di Dio, oggi invece ci soffermiamo sul
protagonista umano di questo evento, la vergine Madre. Nella divina maternità
di Maria tutta l’umanità è coinvolta e attivamente partecipe all’opera di
salvezza divina. Senza il “Sì” di Maria non ci sarebbe salvezza per
nessuno.
Il brano evangelico racconta dei pastori, che sollecitati dagli Angeli,
vanno a Betlemme in cerca del bambino che giace nella mangiatoia, con accanto i
suoi genitori, Maria e Giuseppe. Un segno, quello indicato dagli Angeli ai
pastori, più che sufficiente per dare lode a Dio e testimoniare la sua opera di
salvezza a favore di tutta l’umanità. Davanti alla loro fede e testimonianza ci
chiediamo in cosa consista il coinvolgimento di Maria, nel mistero
dell’incarnazione, in quanto persona umana? E’ soltanto un vuoto contenitore
che Dio ha strumentalizzato a proprio uso e consumo, o è altro?
Quando Maria davanti all’Arcangelo Gabriele ha pronunciato il suo “Sì”,
lo ha fatto in modo responsabile e
personale, scegliendo liberamente di partecipare alla realizzazione di questo
evento salvifico. Con questa decisone essa ha messo a disposizione di Dio tutta
la propria umanità, fisica, morale e spirituale, coniugata al femminile, perché
ciò a cui aveva acconsentito si realizzasse concretamente nella storia. Come
dice S. Agostino, il “Sì” di Maria ha origine dalla sua fede, la fede della “piena di grazia”, ella ha concepito il
Figlio “non con l'infuocata concupiscenza
della carne, ma col fervore della carità che promana dalla fede” (Sermo
214,6). Così la divinità e l’umanità di Gesù Cristo si sono amalgamate nel
grembo verginale di Maria che, in quanto donna lo ha concepito senza concorso umano
e partorito allo stesso modo di qualsiasi altro uomo. Benedetto XVI ci ricorda
che: “a partire dall’Incarnazione avviene qualcosa di sconvolgente: il regime
di contatto salvifico con Dio si trasforma radicalmente e la carne diventa lo
strumento della salvezza: “Verbum caro
factum est”, “il Verbo si fece carne”, scrive l’evangelista Giovanni e
un autore cristiano del III secolo, Tertulliano, afferma: “Caro salutis est cardo”, “la carne è
il cardine della salvezza” (De carnis
resurrectione, 8,3: PL 2,806).” (05/01/2011). Maria è il
passaggio fondamentale perché la “carne” attraverso l’umanità di Gesù da luogo
di peccato diventasse strumento di salvezza. Il titolo di “Madre di Dio” evoca
questo mistero, cioè la vera divinità e la vera umanità di Gesù. Sull’esempio e
con l’aiuto di Maria, anche noi con il nostro atto di fede diventiamo
protagonisti nella nostra carne della salvezza nostra e di tutta l’umanità.
La divina maternità di Maria sta davanti a noi anche come
segno di Speranza per il mondo intero, di fronte alla cultura della morte che
imperversa nella società del nostro tempo e minaccia la sopravvivenza stessa
dell’umanità. Ogni maternità segna infatti la sconfitta di coloro che si
oppongono alla benedizione con cui ha avuto inizio il cammino dell’umanità e
per la quale ancora continua e si sviluppa: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite
la terra e soggiogatela” (Gen 1,28). Confortati dalla materna intercessione
di Maria, Madre di Dio, all’inizio di questo nuovo anno invochiamo di nuovo la
benedizione di Dio, perché sia per tutti un tempo di prosperità e di pace, nel
quale tutti possano realizzare ciò che di bello e di buono desiderano nel loro
cuore.
L’ultimo pensiero è per la 56° giornata mondiale della Pace. Il tema scelto da Papa Francesco quest’anno è: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”. Nella parte finale del suo messaggio il Santo Padre si interroga: “Cosa, dunque, ci è chiesto di fare? Anzitutto, di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà.”. Ancora Buon Natale e oggi soprattutto Buon Anno nuovo!
don Marco Belladelli.
Buon Natale e buon anno, speriamo, che ci porti verso la pace grazie don
RispondiEliminaGrazie mille DonMarco
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