Giovan Francesco Barbieri - il Guercino, San Giuseppe col ramo fiorito, 1641, Ravenna. |
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide
dal vangelo secondo matteo (1, 18-24)
Così
fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito
Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore.
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Il
racconto più popolare della nascita di Gesù è quello di Luca e viene proclamato
nella notte di Natale, dove si narra del viaggio di Maria e Giuseppe a Betlemme
per il censimento indetto dall’imperatore Augusto, mentre lei è prossima al
parto, dell’impossibilità di trovare posto in albergo e infine la nascita del
Figlio di Dio in un caravanserraglio tra i cori osannanti di Angeli e il
semplice, sincero, affettuoso e meravigliato omaggio dei pastori, una umanità
emarginata del contesto sociale. Il presepe è diventato nel tempo la
rappresentazione più emblematica di quei fatti e il simbolo natalizio per
eccellenza.
La
liturgia di oggi invece ci propone il racconto della nascita di Gesù secondo
Matteo, il quale guarda a questi fatti dal punto di vista di Giuseppe. Un punto
di vista molto singolare e assolutamente non trascurabile. Pur essendo di
stirpe regale come diretto discendente del re Davide, sono lontani per Giuseppe
i tempi dei fasti gloriosi del grande capostipite. Lui oggi è un uomo qualunque
che vive del proprio lavoro e non gode neppure della speciale condizione di
grazia di Maria, concepita senza peccato. Definito dal Vangelo “uomo giusto”, Giuseppe si trova
coinvolto in un evento unico, quale la venuta del Messia atteso da Israele e
dal mondo intero, provvisto soltanto della sua “giustizia”, cioè della sua buona
coscienza di vero israelita. E’ la stessa “giustizia” a cui ci ha richiamato il
Battista nella sua predicazione, quando ci ha invitato alla conversione. Una “giustizia” che non si eredita, ma
che da Abramo fino ai nostri giorni si acquisisce con il “Sì” personale a Dio della
fede, con cui si mette tutta la propria vita nelle sue mani.
La
decisione di Giuseppe di ripudiare Maria in segreto non è un cedimento alle presumibili
pressioni sociali: che cosa dirà la gente? che figura ci faccio?... e via dicendo. Il timore di Giuseppe è
quello di ogni uomo che, inaspettatamente si viene a trovare a tu per tu con
Dio, personalmente coinvolto nel disegno della salvezza universale. Giuseppe,
dopo aver già incontrato Maria di ritorno dalla Giudea e visto i segni evidenti
della gravidanza, ha ricevuto le necessarie spiegazioni della loro origine
divina. Secondo la tradizione, Giuseppe batte a terra il bastone che teneva in
mano ed esclama: “Se quanto hai detto è
vero, questo bastone fiorisca immediatamente! ” E così avvenne. Ormai certo di avere a che fare
direttamente con Dio, egli sperimenta tutta la propria nullità e sceglie di
ritirarsi in buon ordine, per uscire di scena in punta di piedi, come chi è capitato
nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. La sorpresa aumenta quando, dopo
l’intervento notturno dell’Angelo, non soltanto viene confermato quanto gli
aveva detto Maria, ma capisce pure di essere stato scelto personalmente da Dio
per compiere fino in fondo proprio quella missione, cioè di stare accanto a
Maria e a Gesù per tutta la vita:
“Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che
è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu
lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati ”.
Oggi
Dio chiede a ciascuno di noi la stessa cosa: “Non temere di prendere con
te il Bambino Gesù!”, non tanto per un ruolo particolare, come per san
Giuseppe, ma per ottenere la salvezza dai nostri peccati. Prepariamoci dunque a
vivere il Natale seguendo l’esempio di San Giuseppe, senza presunzione, ma con
l’umiltà della fede, facendo ogni giorno fino in fondo la nostra parte, là dove
Dio ci ha voluto, sapendo di poter sempre contare sul suo aiuto, non soltanto
per condiscendenza, ma soprattutto per aver vissuto la nostra condizione umana.
Ancora per poco, buon Avvento !!!
don Marco Belladelli.
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