sabato 25 dicembre 2021

Il Vangelo della salute del 26/12/2021

Bartolomé Esteban Murillo, Le due Trinità (o Sacra Famiglia di casa Pedroso),
1680 circa, National Gallery – Londra

Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.

Dal Vangelo secondo Luca (2,41-52)

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore.

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Il Natale è diventato nel corso del tempo anche per eccellenza ‘festa della Famiglia’ più per ragioni culturali e sociali, che non per un diretto collegamento del mistero dell’incarnazione con questo particolare aspetto della vita umana. E’ stato Papa Benedetto XV nel 1921 a istituire questa festa liturgica e ad estenderla a tutta la Chiesa. La santa Famiglia di Nazareth diventa così il modello delle famiglie cristiane, l’esempio a cui ispirarsi per affrontare la crescente complessità del vivere in famiglia, difficoltà trasformatesi oggi in una vera e propria crisi.   Nonostante tutte le problematiche sociali, culturali e di costume che più o meno direttamente hanno a che fare con la famiglia, la Chiesa continua a considerarla la cellula primordiale da salvaguardare e tutelare per uno sviluppo armonico della società umana e il luogo privilegiato per l’annuncio e l’incontro con il Signore Gesù, il Dio fatto uomo, e per la prima e fondamentale esperienza di fede delle giovani generazioni. Il benessere e la stabilità della famiglia contribuiscono pure ad un armonico ed equilibrato sviluppo della società umana in genere.   

La Santa Famiglia di Nazareth si presenta a noi in tutta la sua unicità e particolarità per la presenza di Gesù. Maria e Giuseppe, nel gravoso compito, del tutto unico, di custodirlo e di educarlo devono continuamente fare i conti con il dovere della loro personale fedeltà a Dio e al progetto divino per il quale sono stati scelti, cioè l’incarnazione del Figlio di Dio e la sua progressiva manifestazione al mondo. In questa non facile missione sono aiutati dal rispetto delle leggi antiche e dalla reciproca lealtà. Ogni giorno si sostengono reciprocamente nella comune e piena disponibilità alla volontà divina, secondo quello che Maria disse all’Arcangelo Gabriele in occasione dell’annunciazione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Anche se apparentemente l’episodio evangelico proposto oggi dalla liturgia sembra dire il contrario per il gesto di disobbedienza di Gesù, che senza avvertire i propri genitori si è fermato a Gerusalemme, dove lo ritrovano dopo tre giorni di ricerche mentre interroga i dottori del Tempio, nella risposta di Gesù ai genitori angosciati per la sua scomparsa: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” abbiamo la conferma che essi hanno adempiuto nel migliore dei modi la missione che Dio aveva loro affidato. Gesù adolescente è già pronto ad essere obbediente a Dio fino alla morte, e alla morte di croce (cfr. Fil 2,8). Impariamo anche noi a mettere Dio al centro delle nostre relazioni familiari. La preghiera comune e l’ascolto della ‘Parola’ ravvivano la fede, la speranza e la carità di tutti membri della famiglia,  generano la forza necessaria a superare tutte le difficoltà e a vivere nella pace di Dio. Torniamo a pregare insieme in famiglia e a pregare gli uni per gli altri. Senza aver la presunzione di offrire ricette che risolvono tutti i problemi, la preghiera comune in famiglia e la reciproca fedeltà dei coniugi sono i punti fermi per prevenire crisi di copia e conflitti familiari che poi evolvono in rotture irreparabili. Ancora buon Natale e buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

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