venerdì 31 dicembre 2021

Il Vangelo della salute del 01/01/2022


 Solennità di Maria, Madre di Dio, ottava del Natale,

Giornata mondiale della Pace.

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca,   (2,16-21) 
In quel tempo, andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. 

Parola del Signore.

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Buon Anno! La prima lettura di oggi, una formula di benedizione del popolo d’Israele in occasione del nuovo anno tratta dal libro dei Numeri, ci sollecita a riflettere sul senso del tempo che passa. Scanditi dal moto degli astri, particolarmente quello del sole, della luna e della terra, giorni, mesi e anni si succedono nella loro ciclicità senza mai ritornare allo stesso punto, ma sempre verso qualcosa di nuovo. Immersi in questo scorrere inesorabile, vediamo la fine e l’inizio di tante realtà, nella convinzione che prima o poi tutto finisca. Le scadenze che di volta in volta si susseguono, come per esempio quelle di un anno che finisce e di uno nuovo che inizia, sono passaggi che ci inducono a riflettere su ciò che è successo, su come abbiamo usato il tempo che ci è stato messo a disposizione, come abbiamo vissuto e come intendiamo proseguire per quella parte che ancora ci resta da vivere.

Che cosa augurarci di meglio allora, se non che Dio continui a proteggerci e abbia la bontà di accompagnarci ancora nel nostro cammino terreno, come ha fatto fino ad oggi.  Invochiamo ogni giorno la potenza del suo Nome su di noi e su tutti i nostri cari, perché  abbia pietà di noi e ci benedica” (salmo responsoriale, ps 66) e perché possiamo servirlo sempre meglio. La luce del suo volto ci illumini ogni giorno di questo nuovo anno. Non c’è augurio e benedizione più propizia di questa.

Non è un caso per la Chiesa iniziare il nuovo anno nel segno di Maria, la creatura più alta che non sia mai comparsa sulla terra. Oggi la veneriamo col titolo di Madre di Dio, per quella sua straordinaria e insostituibile collaborazione al piano di salvezza divino. Quel suo fiat (Lc 1,38), con ha offerto tutta se stessa a Dio, ha reso possibile la realizzazione del mistero dell’incarnazione e della redenzione.

Quante volte in un giorno ci rivolgiamo a lei con questo bellissimo titolo per invocare il suo aiuto per noi, poveri peccatori: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi, peccatori!”. Invochiamo con fervore colei che è la “benedetta fra tutte le donne”, per essere sempre partecipi di questa sua benedizione, soprattutto quando tocca a noi dare il nostro assenso e diventa più difficile rispondere come lei a Dio: “sia fatta la tua volontà”. Guardiamo ammirati alla sua “pienezza di grazia” perché diventi anche la nostra. Abbiamo bisogno che lei, quale Madre dell’universo come solo lei sa essere, ci accompagni in ogni momento della nostra vita.

Dal 1968 per volontà di san Paolo VI il 1° Gennaio è diventato anche GIORNATA MONDIALE DELLA PACE. Il messaggio del Santo Padre per il 2022 dal titolo “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura” ci dà l’occasione per riflettere sull’importanza della pace, sui pericoli che oggi più la minacciano e su come costruire una pace duratura. In esso si dice: “In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”. Oltre agli sforzi della diplomazia, c’è bisogno dell’impegno di tutti gli uomini di buona volontà, perché con l’aiuto della grazia di Dio, diventino degli “operatori di pace” (Mt 5,9). Papa Francesco ci ricorda che “Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa.”. Se perfino Dio è tanto sollecito per la pace da mandare nel mondo il suo Figlio con il titolo di “Principe della pace” (Is 9,5), anche noi uomini attraverso il dialogo dobbiamo superare l’indifferenza e impegnarci seriamente a favore della convivenza pacifica di tutti i popoli. Con i migliori auguri di Buon Anno e di tanta Pace con noi stessi e con tutti !!!

don Marco Belladelli.

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