giovedì 25 settembre 2014

Il Vangelo della salute del 28/09/2014

Apparizione a Marija Pavlovic, Medjugorie 01/09/2012.
XXVI Domenica del Tempo Ordinario, “A”.
Pentitosi, andò.
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo  (21, 28-32).
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Parola del Signore.
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Gesù è arrivato a  Gerusalemme e predica nel tempio, dove lo scontro con il giudaismo raggiunge il suo apice nella decisione di uccidere Gesù con la complicità di Giuda.
La parabola dei due figli è uno dei tanti passaggi di questa polemica. Gesù si rivolge direttamente ai “capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo” che lo ascoltano con sospetto e irritazione. Il suo scopo è quello di esplicitare le ragioni del conflitto.
Il racconto in sé, è molto semplice. Ovvia è anche la risposta al quesito posto da Gesù.
Del tutto imprevedibile invece è l’applicazione provocatoria che ne fa Gesù. Accusa apertamente i capi del popolo di essersi comportati come il secondo figlio, cioè, chiusi nella loro  formale correttezza religiosa, di non essersi convertiti e di non aver creduto e accolto il regno dei cieli. I pubblicani e le prostitute invece hanno fatto come il primo figlio, quando hanno creduto al Battista pentendosi dei loro peccati ed ora hanno anche accolto l’annuncio del regno di Dio.
Nel discorso della montagna Gesù dice la stessa cosa con altre parole: “Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). Per dirla con il linguaggio di oggi, Dio non ama gli yes man, che ruffianano il capo per fare poi quello che conviene loro.
La persecuzione della Sinagoga contro la prima Chiesa, attestata dagli scritti del Nuovo Testamento, è un fatto ormai superato. Non lo è invece l’oggetto della contesa, cioè l’accusa rivolta ai “capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo” di non essersi convertiti e di non aver creduto al Vangelo.
Oggi siamo noi, Chiesa del terzo millennio, a doverci confrontare con questo duro monito di Gesù. Siamo noi concretamente a correre il rischio di cadere nello stesso errore dei Giudei di duemila anni fa. Proviamo allora a chiederci: chi sono i pubblicani e le prostitute di oggi che ci passano avanti, perché pronti ad accogliere il regno dei cieli e a fare propria la sua logica? Chi sono quelli che oggi alla predicazione del Battista di turno si convertono? Chi sono invece quelli che formalmente dicono di credere a Gesù, mentre la loro vita è una continua contraddizione del Vangelo, fino a diffidare della sua Parola, della sua Persona, del suo Mistero, se diventa un ostacolo ai loro interessi?
Per farmi capire meglio faccio un esempio. Da oltre trentatre anni Medjugorie è luogo di conversione di molte persone che potremmo considerare i pubblicani e le prostitute dei nostri giorni. Forse qualcuno lo conosciamo anche noi, o comunque ne abbiamo sentito parlare. Eppure ci sono ancora tanti cristiani, tra cui anche molti preti e Vescovi che continuano a denigrare quella realtà (la Madonna chiacchierona!) e a scoraggiare chi desidera andare e fare personalmente l’esperienza dell’incontro con Maria, la madre di Dio, presente in mezzo a noi. Ho sentito addirittura un Vescovo dire: “Quelli che vanno a Medjugorie sono tutti matti!”. Si riferiva al fatto che molti di coloro che tornano da Medjugorie convertiti, devono poi fare i conti con la loro vita da pubblicani e/o prostitute, cioè devono ovviamente intraprendere un cammino di purificazione. Invece di ringraziare il Signore per aver toccato loro il cuore e mettersi a disposizione di queste persone che hanno bisogno di una guida e di un orientamento, meglio liquidare la questione pilatescamente con un: “Sono tutti matti!”.  
La condanna di Gesù per i capi del popolo è pienamente attuale per chiunque oggi rinneghi volontariamente l’opera di Dio e si rifiuti di mettersi al suo servizio: “Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.

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