sabato 13 settembre 2014

Il Vangelo della salute del 14/09/2014 - 2


Trionfo della Croce, Basilica di San Clemente - Roma
Festa dell’Esaltazione della santa Croce.
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni (3,13-17). 
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Parola del Signore.
------------------------------------
Quando il 14 Settembre cade in Domenica, la celebrazione della festa dell’Esaltazione della Croce ha la precedenza sulla liturgia del Tempo Ordinario.
All’origine di questa festa c’è la dedicazione delle basiliche gemelle del Santo Sepolcro e del Calvario avvenuta il 13 Settembre del 335 a Gerusalemme, costruite dall’imperatore Costantino. Il giorno seguente si illustrava al popolo, accorso di nuovo numeroso, il significato di quel tempio e nell’occasione avveniva l’ostensione della reliquia della Santa Croce. Una celebrazione che in Oriente con il tempo è diventata una solennità pari quasi alla Pasqua, per l’evidente stretto collegamento dei contenuti.
Dopo la passione, morte e risurrezione di Cristo, la Croce da strumento di morte e di vergogna è diventata strumento di salvezza e segno di speranza e di grazia per tutti gli uomini. Essa viene rappresentata in forma gloriosa, cioè tempestata di gemme preziose, oppure fiorita, ad immagine dell’albero della vita, perché come recita il prefazio (la preghiera del sacerdote che precede il canto del Santo): “Chi dall’albero traeva vittoria, dall’albero venisse sconfitto”.
Nella liturgia della Parola ascoltiamo il racconto del serpente di bronzo nel deserto, innalzato da Mosè nel deserto per salvare i figli d’Israele dai morsi mortali dei serpenti (cfr Num 21,4-9), figura della Croce di Cristo.
Come seconda lettura invece ci viene proposto l’inno cristologico al cap. 2° della lettera ai Fillippesi (2,6-8), in cui San Paolo medita sull’umiliazione a cui si è liberamente sottoposto Gesù, dall’incarnazione fino alla morte di croce, e che il Padre ha trasformato nella gloria di Signore dell’universo, davanti al quale “ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Il brano del Vangelo fa parte del dialogo notturno di Gesù con Nicodemo, un membro importante del sinedrio. Prendendo spunto dal serpente di bronzo innalzato da Mosé nel deserto, Gesù parla della sua morte in croce “così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”.
Il sacrificio di Gesù è il massimo gesto di amore di Dio per l’umanità. L’esistenza cristiana si riassume essenzialmente nell’aver creduto all’amore di Dio, diceva Benedetto XVI nella sua prima enciclica Deus chiarita est. Il cristianesimo è l’amore di Gesù che irrompe nella nostra vita, superando le nostre paure, diffidenze e resistenze, non con la prepotenza di chi si impone in modo arrogante, ma con l’umile tenacia di chi non si dà per vinto di fronte a qualsivoglia ostacolo o rifiuto che sia. E’ con la forza dell’amore che Dio ci ha riconquistati a sé, a prezzo della vita del suo Figlio Unigenito. Insieme con l’annuncio sorprendente della grandezza dell’amore di Dio, c’è anche l’annuncio della salvezza del mondo, cioè che niente andrà perduto. La Croce è questo grande segno dell’amore di Dio per l’umanità. Né è la misura ed è diventata pure la legge della vita cristiana: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Per questo ne andiamo orgogliosi e oggi la esaltiamo per tutto quello che essa rappresenta, per quello che per mezzo della stessa ci è venuto in termini di grazia e di novità di vita.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli

Nessun commento:

Posta un commento