Arnolfo di Cambio, San Pietro, Basilica di S. Pietro - Città del Vaticano. |
XXI Domenica del Tempo
Ordinario, “A”
Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore.
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Dopo il rimprovero “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” (Mt 14,31), ora la fede di
Pietro diventa addirittura granitica, tanto da costituire il fondamento del
credere di tutta la Chiesa, fino alla fine dei tempi.
Siamo ancora fuori dai confini d’Israele, nella
regione della Siro-Fenicia e precisamente nei pressi di Cesarea di Filippo (da
non confondere con Cesarea Marittima, che si trovava invece sul mare, a sud del
monte Carmelo, città costruita dai Romani, come loro principale centro di
riferimento politico, amministrativo e militare per tutta la zona, dove abitualmente
il Governatore di questa provincia e si viveva come a Roma in tutto risiedeva e
per tutto). In questo luogo, lontano dalla folla che, come abbiamo visto negli
ultimi episodi, lo insegue dovunque, Gesù interroga i discepoli prima su che
cosa pensa la gente di lui e poi si rivolge la stessa domanda a loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”.
A Gesù sta a cuore la fede dei discepoli. Li
abbiamo visti in diverse occasioni in difficoltà, comportarsi da persone sprovvedute
e impreparate a vivere l’evento di cui sono protagonisti, cioè la missione del
Cristo. Il loro modo di pensare e di agire è quello di uomini lontani da Dio. In
questo contesto di solitudine e di tranquillità, vuol Gesù portare a compimento
il loro camino di fede. Se la folla, con tutto quello che ha visto, sentito e
sperimentato è giunta pensare che Gesù è un profeta, cioè un uomo di Dio, sulla
scia dei grandi profeti dell’antico testamento, che va da Elia fino al
Battista, voi chi di che io sia? Pietro risponde per tutti: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
La prima parte della risposta è certamente un
passo avanti rispetto a quanto pensava la
gente. “Cristo” è l’equivalente
greco di “Messia”. Pietro riconosce in Gesù qualcosa di più di
un profeta. Tu sei l’ “ATTESO” dai profeti. Siamo comunque in linea con la
spiritualità del popolo, cioè di quei giusti d’Israele che attendevano il
compimento delle promesse antiche.
Ciò che invece sorprende è la seconda parte
della sua confessione: “il Figlio del Dio vivente”. Che
cosa significa questo titolo attribuito a Gesù? Che cosa significa per Pietro,
per la sua fede?
Per capire dobbiamo guardare alla beatitudine che segue: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né
la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.”.
Gesù svela che la fede di Pietro non è l’espressione di un sincero sentimento
religioso, né semplicemente il risultato
di una esperienza o di un ragionamento deduttivo, ma viene direttamente dal
Padre, cioè è opera di Dio.
La ragione umana è di per sé in grado di
conoscere Dio, ma non nella peculiarità di come si è rivelato in Gesù Cristo.
Quando Pietro dice “Figlio del Dio
vivente”, riconosce e accoglie tutto il mistero della persona di Gesù, fin
nelle sue più estreme conseguenze, anche per ciò che ancora gli è sconosciuto.
Vede in Lui “il Dio vivente”, cioè una
presenza di Dio come non ha avuto e non avrà mai eguali nella storia.
La FEDE di Pietro diventa così il punto di
riferimento e l’unità di misura della fede di tutti coloro che crederanno in
ogni tempo e luogo. L’esperienza cristiana è essenzialmente carismatica, è cioè
dono di Dio, dono dello Spirito Santo che innalza l’uomo fino alla comunione di
vita con Dio, per mezzo della quale la vita dell’umanità si sviluppa
armoniosamente, nel senso più vero della propria natura, per il compiacimento
divino. La fede cristiana non può quindi essere ridotta a situazioni quali
l’educazione, la formazione, la cultura e la tradizione. Per essere paragonata alla
stessa fede di Pietro a tutto questo va aggiunto quale elemento essenziale il soffio dello Spirito Santo, nel quale
Dio di rivela e si lega all’uomo fino ad impegnarsi a legare e sciogliere tutto quello che la Chiesa
legherà e scioglierà in nome di Dio.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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