giovedì 19 maggio 2011

NUOVA EVANGELIZAZIONE /7

Il caso di don Seppia
Non si può passare sotto silenzio il caso del sacerdote genovese don Riccardo Seppia, arrestato venerdì scorso con le accuse di violenza sessuale aggravata su minore e cessione di sostanze stupefacenti. I particolari che vengono a galla dall’inchiesta in corso sono ancor più
sconcertanti. Rabbrividisco soltanto a leggerli. Per questo, anche se si trovano su tutti i giornali, preferisco non riportarli. Scelta non dettata da moralismo, ma dal senso di tradimento che, come prete, vivo davanti a tali situazioni. Oggi, 32° anniversario della mia ordinazione, ho pregato per lui. Nella mia mente si affollano infinite domande a cui è difficile dare una risposta. Che cosa è vero e che cosa no? come è possibile vivere per anni una doppia vita? come si fa a fare certe cose e qualche minuto dopo salire l’altare per consacrare l’Eucaristia? nessuno si è mai accorto di niente? nessuno ha mai provato ad aiutarlo o comunque ad intervenire? Se è vero che una rodine non fa primavera, è altrettanto vero che una sola mela marcia far marcire tutte le altre. Per come si presenta, quello di don Seppia è certamente un caso limite e isolato. La sterilità di vita in tante nostre parrocchie, tra le tante cause a cui imputarla, fa pensare anche alla aridità spirituale di molti sacerdoti. Insomma, una nuova evangelizzazione alla rovescia, a cui è necessario porre rimedio alla svelta. Non per niente la Madonna a Medjugorie da molti anni raccomanda di pregare per i Vescovi e i sacerdoti. Anche nell'ultimo messaggio del 2 Maggio scorso ha terminato dicendo: "Io prego particolarmente per i pastori, perché Dio li aiuti ad essere accanto a voi con tutto il cuore." C'è di che meditare...

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