sabato 7 maggio 2011

Il vangelo della salute del 01/05/2011

 II Domenica di Pasqua,
Festa della DIVINA MISERICORDIA – A
Otto giorni dopo, venne Gesù.
  Dal vangelo secondo Giovanni  (20, 19-31)La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.
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Oggi, 1 maggio 2011, Domenica in Albis e festa della Divina Misericordia, in piazza S. Pietro a Roma Papa Bendetto XVI celebrerà la S. Messa di beatificazione di Giovanni Paolo II, a sei anni dalla sua morte. Karol Woityla è un uomo che ha sofferto molto nella sua vita. A ventun’ anni, appena iniziati gli studi universitari, aveva già perso tutta la famiglia ed era solo al mondo. Questo ragazzo pieno di entusiasmo, esuberante ed intelligente, che ama la vita, oltre ai suoi problemi personali, deve fare i conti con l’occupazione nazista della Polonia, che semina terrore, miseria e morte dovunque. Dopo due incidenti, il primo più grave del secondo, nel ’42 decide di fare il prete. Nella sua sofferenza non si è ripiegato su se stesso, ma si è aperto alla sofferenza degli altri, di chi aveva attorno a sé. Ha imparato ad amare e a non aver paura di nulla, sostenuto soprattutto da una salda fede cristiana ereditata dalla sua famiglia e rafforzatasi alla scuola di tanti grandi maestri che ha incontrato nella sua vita. Così si è preparato ad affrontare la vita e la missione che Dio gli ha affidato, pronunciando il suo TOTUS TUUS alla Madre celeste, fino in fondo, fino all’AMEN finale del 2 Aprile 2005 con cui ha concluso la sua vita terrena.
O Signore, grazie per avercelo donato! Grazie per la gloria di cui oggi lo rendi partecipe in terra, come in cielo. Per Tua grazia e per sua intercessione, mantienici nel tuo Amore, ora e sempre. Amen. Per sua volontà dal 1995 la II Domenica di Pasqua è diventata la Festa della Divina Misericordia. Chi vuol saperne di più su questo tema lo rimando ad una ricerca su S. Faustina e sulla divina Misericordia.
Commentando il brano evangelico di oggi, mi piace prendere le difese di Tommaso. Il racconto è una delle varie apparizioni di Gesù risorto, nella quali Giovanni ci vuole indicare la via del riconoscimento del Signore, come il percorso che ci conduce a fare l’esperienza della risurrezione di Gesù, fino alla beatitudine riservata per coloro che “non hanno visto e hanno creduto!”. Tommaso, in quanto apostolo, aveva il diritto (passatemi l’espressione!) di incontrare il Signore risorto. Come avrebbe potuto annunciare autorevolmente il Cristo risorto insieme a tutti gli altri Apostoli, senza farne esperienza? Beati allora coloro che non hanno visto, ma attraverso la testimonianza apostolica hanno creduto.
E’ possibile leggere questo testo anche nella prospettiva della festa della Divina Misericordia, perché a fondamento della fede di ciascuno di noi c’è l’esperienza del Cristo risorto, accompagnata dall’esperienza della sua infinita Misericordia. Che cosa significa del resto l’espressione con cui Gesù si è rivolto a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”, se non che il cuore di Gesù è la fonte inesauribile della Misericordia divina che si riversa sulla terra, per attirare tutti gli uomini a sé? L’acqua ed il sangue fuorusciti dal suo cuore squarciato dalla lancia sono simboli dei sacramenti della Chiesa. Tutte le volte che, entrando in chiesa mettiamo la nostra mano nell’acquasantiera per farci il segno della croce, in ricordo del nostro battesimo, ricordiamoci del gesto di Tommaso. Ricordiamoci di attingere grazia su grazia dal quel costato ferito, e nell’amore misericordioso di Dio che ci pervade, riconosceremo il Cristo risorto: “Mio Signore e mio Dio!»”.
DON MARCO BELLADELLI.

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