Heinrich Hofmann, Gesù fra i dottori nel tempio, porcellana dipinta - 1824 - |
Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Inaugurazione dell'Anno Santo nelle Diocesi
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.
Dal Vangelo secondo Luca (2,41-52)
I genitori di
Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli
ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma,
trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù
rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che
egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a
cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca
di lui a Gerusalemme.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore.
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Il Natale è diventato nel corso del tempo anche festa della Famiglia più per ragioni culturali e sociali, che non per un chiaro riferimento al mistero dell’incarnazione. E’ stato Papa Benedetto XV a istituire questa festa liturgica nel 1921 e ad estenderla a tutta la Chiesa, perché la santa Famiglia di Nazareth diventasse il modello delle famiglie cristiane, l’esempio a cui ispirarsi, per far fronte alla crescente complessità del vivere in famiglia, difficoltà trasformatesi col tempo in una vera e propria crisi. Nonostante tutte le problematiche sociali, culturali e le trasformazioni di costume che l’hanno investita, la Chiesa continua a considerare la famiglia il luogo privilegiato per l’incontro con il Signore Gesù, il Dio fatto uomo, per la condivisione della fede e dei suoi valori e per l’educazione cristiana delle giovani generazioni. L’armonia e la stabilità della famiglia contribuiscono pure ad un armonico ed equilibrato sviluppo della società umana in genere. Oggi incontriamo la Santa Famiglia di Nazareth in tutta la sua unicità e particolarità, Maria e Giuseppe, nel gravoso compito, del tutto unico, di custodire ed educare Gesù, devono continuamente fare i conti con la loro personale fedeltà a Dio e al progetto divino nel quale sono stati coinvolti, cioè l’incarnazione del Figlio di Dio e la sua progressiva manifestazione al mondo. In questa non facile missione sono aiutati oltre che dalle loro virtù umane personali, dal rispetto della Legge e dalla grazia divina, sostenendosi ogni giorno reciprocamente nella comune e piena disponibilità alla volontà divina, come disse Maria all’Arcangelo Gabriele in occasione dell’annunciazione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). L’episodio evangelico proposto oggi dalla liturgia, che racconta il ritrovamento di Gesù, dopo tre giorni di ricerche, rimasto a Gerusalemme, ad interrogare e a disquisire con i dottori del Tempio, sembra dire il contrario. Nelle parole di Gesù ai suoi genitori, angosciati per la sua scomparsa: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”, abbiamo la conferma che essi hanno adempiuto nel migliore dei modi la loro missione, Gesù adolescente è già pronto ad essere obbediente al Padre fino alla morte, e alla morte di croce (cfr. Fil 2,8). La cosa più rilevante di quanto è accaduto è infatti la sua auto coscienza di essere vincolato a Dio in un modo del tutto unico, anche oltre il dovere di obbedienza dei genitori. L’angoscia dei genitori è l’anticipazione del dolore straziante di Maria durante la passione sotto la croce e la scomparsa di tre giorni prelude alla sua sepoltura. Impariamo anche noi a mettere Dio al centro delle nostre relazioni familiari, ravvivando la nostra fede con la preghiera comune e l’ascolto della ‘Parola’. La speranza e la carità generata dalla comunione affettiva e spirituale saranno per tutti i membri della famiglia la forza necessaria per vivere nella pace di Dio e per superare tutte le difficoltà. Senza aver la presunzione di offrire ricette risolutive di tutti i problemi, la preghiera comune in famiglia favorisce la reciproca fedeltà dei coniugi, previene crisi di copia e tutti gli altri conflitti familiari che spesso evolvono in rotture irreparabili.
Come stabilito al n. 6 della bolla di indizione
dell’Anno Santo 2025 “Spes non confundit”,
Domenica 29 Dicembre in tutte le cattedrali del mondo i Vescovi inaugureranno
il Giubileo diocesano, indicando le chiese locali giubilari e le modalità per
ottenere l’indulgenza, soprattutto per coloro che non potranno recarsi a
Roma.
Ancora buon Natale e buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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