Ruberval Monteiro, Gesù Maestro, Cappella Monastero – S. Lorenzo, XXI sec. Amandola (Fermo). |
XXVI del Tempo Ordinario, “B”.
Chi
non è contro di noi è per noi.
Se
la tua mano ti scandalizza, tagliala.
Dal Vangelo secondo Marco
(9,38-43.45.47-48).
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo
visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché
non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno
che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non
è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete
di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
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Gesù
continua il suo impegno di formazione degli Apostoli. Giovanni, il più giovane
del gruppo, parlando al plurale, cioè a
nome di tutti, dice di aver proibito ad un estraneo di compiere esorcismi nel nome
di Gesù, ma il Signore dissente dal comportamento degli Apostoli, perché non
hanno ancora capito chi è di Cristo e chi non lo è. Come può essere un nemico chi
agisce nel nome di Gesù, anche se per loro è uno sconosciuto? Ma è ancor più
grave che non abbiano capito che cosa significhi e come si fa ad “accogliere
colui che Dio ha mandato”. Qui comincia il discorso di Gesù contro
coloro che scandalizzano “questi piccoli che credono”, cioè
contro coloro che con il loro atteggiamento e comportamento rappresentano un
ostacolo per la fede degli umili, dei semplice e dei “minori”. Sarebbe meglio
per questi tali farsi amputare mani, piedi e privarsi degli occhi o qualsiasi
altro membro del corpo, piuttosto che con i loro comportamenti meritare la
condanna eterna.
Se
non si tiene conto del contesto, si rischiano interpretazioni moralistiche, e
alla fine profondamente incongruenti con l’autentico messaggio evangelico. Gesù
sta preparando gli Apostoli ad affrontare
lo scandalo della passione, un evento di straordinaria drammaticità e nello
stesso tempo, paradossalmente, dal valore salvifico universale. Per non restare
“scandalizzati”
è necessario fin da ora accogliere Gesù totalmente con la stessa umiltà di un
bambino. E’ la semplicità di cuore (“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”Mt 5,8) che renderà i
discepoli di ieri e di oggi capaci di distinguere tra “chi è contro di noi”,
da chi “è per noi”, e farà capire che chi “fa un miracolo nel mio nome”,
cioè nel nome di Gesù, non può essere scambiato per un nemico, perché tutto
quello che viene fatto nel mio nome, anche il gesto più semplice, come quello
di dar “da bere un bicchiere d'acqua”, avrà da Dio “la
sua ricompensa”. Segue quindi la riflessione su coloro che con i loro comportamenti
scandalizzano i piccoli, cioè sono di ostacolo alla fede altrui, meglio per
loro “che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”. Sono purtroppo ancora tanti gli scandali
nella Chiesa e ancora più numerosi quei comportamenti di contro-testimonianza con
cui si diventa consapevolmente ostacolo per la fede altrui, per quello che
diciamo, per quello che facciamo, e soprattutto per la superbia che impedisce
di riconoscere chi agisce sinceramente nel nome del Signore Gesù. Anzi puntiamo
il dito, pronti a condannare quella che secondo noi è impostura e ipocrisia. Per
gli uomini di Chiesa oltre la vergognosa piaga degli abusi e di tutti i
comportamenti pubblici e privati scandalosi, per i quali anche un solo
religioso coinvolto sarebbe di troppo, si aggiungono oggi altre grandi tentazioni
quali l’avidità e soprattutto l’ambizione del potere che li fanno deviare dal
dovere di servire e diventano un ostacolo per gli umili e i semplici di oggi. Purtroppo
ancora oggi molti consacrati e consacrate vivono come se il Vangelo non li
riguardasse … Buona Domenica!
don
Marco Belladelli.
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