venerdì 4 ottobre 2024

Il Vangelo della salute del 06/10/2024

Masaccio, Cacciata di Adamo ed Eva, 1424-25, cappella Brancaccio - Firenze.

XXVII Domenica del Tempo Ordinario, “B”.

L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto.

Dal Vangelo secondo Marco (10, 2-16)
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo

padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Parola del Signore. 

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Gesù lascia per sempre la Galilea e si incammina verso Gerusalemme, dove affronterà la passione, morte e risurrezione. Dopo il rapporto uomo/donna, presente nel brano evangelico di oggi, nelle due prossime domeniche la liturgia ci proporrà il confronto con altri due temi altrettanto importanti e problematici per ogni uomo, per la società e la cultura di ogni tempo e soprattutto per i cristiani, come la ricchezza e il potere. L’episodio odierno si svolge al di là del Giordano, nel territorio della Perea (oggi Giordania), dove Gesù incontra alcuni farisei che gli pongono il problema del divorzio, cioè se è lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie, quando di fatto secondo la legge giudaico il marito aveva diritto illimitato di ripudio della moglie, per qualsiasi ragione che suscitasse la sua disapprovazione. Una questione non soltanto giuridica, religiosa e morale, ma anche sociale e culturale.

Gesù non dà subito la risposta, ma pone ai suoi interlocutori una domanda a proposito di cosa dice in merito la legge di Mosè. Egli sa bene che l’intento dei farisei è di metterlo in aperto conflitto con la Legge, unica fonte autorevole della volontà di Dio. Messo in chiaro che secondo Mosè era lecito rimandare la propria moglie, Gesù affronta il problema alla radice, al di là di ogni possibile fraintendimento ed equivoco. Prima di tutto giustifica il comportamento di Mosè come un cedimento alla “durezza del vostro cuore”, e cioè come l’accoglienza di una consuetudine già esistente. Chiarita la natura del dettato mosaico, ripropone il progetto iniziale della creazione, vera fonte della volontà di Dio, secondo il quale la relazione uomo/donna ha come fine una comunione durevole, fino a diventare “una sola carne”, ragione per la quale all’uomo non è lecito spezzare questo legame: “Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Diversamente dai farisei che volevano vedere confermato il loro diritto di ripudiare la propria moglie a qualsiasi condizione, Gesù fa riferimento all’agire di Dio nel momento della creazione, fin dall’inizio il Creatore volle l’uomo e la donna: “E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.” (Gen 1,27); ed è ancora il Creatore che ha stabilito il valore, il significato e il fine ultimo della loro relazione, quando si dice: “Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne.” (Gen 2,24) un legame che diventa ancora più importante e forte di quello con il padre e la madre. La sessualità è dono di Dio, per mezzo di essa l’uomo e la donna sono chiamati alla comunione di “corpo e anima” per dare compimento al mandato divino del: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” (Gen 1,28). Un percorso di vita assolutamente nuovo che oltre all’abbandono delle famiglie di origine, prevede il superamento della propria stessa individualità per trascendersi e diventare “una sola carne”. Una comunione che ha anche un valore religioso, in quanto luogo e condizione per la conoscenza e per l’incontro con Dio e in questa straordinaria unità di vita, l’uomo e la donna si accompagnano reciprocamente verso la salvezza. Per aiutare i miei venticinque lettori a meglio comprendere il valore ed il significato della sessualità umana nella prospettiva evangelica, riporto alcune affermazioni di Benedetto XVI tratte dalla sua enciclica “Deus caritas est”:  “ … l'amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all'essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono.” (n. 2).

Due cose emergono chiaramente da questo rapido sguardo alla concezione dell'eros nella storia e nel presente. Innanzitutto che tra l'amore e il Divino esiste una qualche relazione: l'amore promette infinità, eternità — una realtà più grande e totalmente altra rispetto alla quotidianità del nostro esistere. Ma al contempo è apparso che la via per tale traguardo non sta semplicemente nel lasciarsi sopraffare dall'istinto. Sono necessarie purificazioni e maturazioni, che passano anche attraverso la strada della rinuncia. Questo non è rifiuto dell'eros, non è il suo «avvelenamento», ma la sua guarigione in vista della sua vera grandezza.” … “Sì, l'eros vuole sollevarci «in estasi» verso il Divino, condurci al di là di noi stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni e di guarigioni” (n. 5).

Considerare la relazione uomo/donna nella mera dimensione fisica o al massimo innalzarla al piano psicologico delle emozioni e dei sentimenti, significa ricadere ancora una volta nella “durezza di cuore” condannata da Gesù e non si può capire il progetto di Dio, se prima non viene adeguatamente annunciato e tradotto in un percorso educativo valido non soltanto per le giovani generazioni. Chi ha orecchi per intendere, intenda!

L’incontro poi di Gesù con i bambini, non è una parentesi naif con la quale S. Marco intende alleggerire l’atmosfera, ma è collegato con quanto la precede. Per accogliere la volontà di Dio, in particolare sul tema sessualità umana, è necessaria una semplicità di cuore come quella di un bambino, indicato da Gesù come esempio e modello per tutti coloro che intendono seguire seriamente la proposta del regno di Dio. Anche la tenerezza con cui Gesù si intrattiene con i bambini diventa una via importante per disporci ad accogliere la novità del regno. Per mezzo di essa diventiamo quasi naturalmente capaci di vero amore disinteressato, fino all’eroismo, cioè fino a dare la vita per le persone che amiamo, come Gesù stesso ci ha insegnato. Buona Domenica!

 don Marco Belladelli.

 

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