venerdì 13 settembre 2024

Il Vangelo della salute del 15/09/2024

Pietro Perugino, Tu es Petrus, 1481/2 Cappella Sistina - Vatican City

XXIV Domenica del Tempo Ordinario, “B”

Tu sei il Cristo – Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire

Dal Vangelo secondo Marco (8, 27-35).
 In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. 

E cominciò a insegnar  loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. 
Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». 
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà». Parola del Signore. 

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Quando Gesù chiede ai discepoli che cosa dice la gente di lui, non intende fare un sondaggio demoscopico, almeno lui non ha il problema del consenso. Si è sempre comportato con la massima libertà di fronte a tutto e a tutti, senza mai lasciarsi influenzare da chicchessia o cedere a pressioni e compromessi. Nel vangelo vediamo chiaramente come Gesù eviti qualsiasi forma di esibizionismo e di sensazionalismo fuori luogo, come se il plauso entusiasta della folla lo infastidisse, basta ricordare quanto avvenuto nella guarigione del sordomuto di Domenica scorsa e tutte le volte che impone il silenzio su quello che ha fatto. Siamo ad una svolta della sua missione, dopo la predicazione in Galilea inizia il viaggio verso Gerusalemme dove dovrà affrontare la passione e la morte, come annuncia agli apostoli subito dopo la professione di fede di Pietro e la verifica della loro fede. Alla domanda su quel che pensa la gente di lui, segue immediatamente l’interrogativo più importante: “E voi chi dite che io sia?”, al quale anche noi oggi siamo chiamati a rispondere.

Da questo momento in poi Gesù abbandona la folla per concentrarsi in modo particolare sulla formazione degli Apostoli, coloro che fin dall’inizio aveva chiamato, perché stessero con lui e per mandarli a predicare nel suo nome. Con questa domanda diretta: “E voi chi dite che io sia?”,  vuole capire se sono pronti ad accogliere la piena rivelazione del mistero della sua persona attraverso l’evento della sua passione, morte e risurrezione. La risposta di Pietro: “Tu sei il Cristo” è il riconoscimento della sua identità messianica.

E’ la seconda volta che Marco usa il titolo “Cristo” per Gesù, lo abbiamo trovato all’inizio del Vangelo, accanto al nome proprio Gesù per la presentazione del protagonista del suo scritto. Cristo è un termine greco che significa unto, nel senso di consacrato, e traduce l’ebraico “Messia”, cioè l’Inviato da Dio, l’Atteso dal Popolo, il Consacrato dallo Spirito Santo. La risposta di Pietro non è quindi un estemporaneo “secondo me” che lascia il tempo che trova, ma il punto d’arrivo della consapevolezza riguardo a Gesù da parte di tutti gli Apostoli.  Marco non aggiunge nessun commento, se non il severo monito di Gesù, valido per tutti i presenti, “di non parlare di lui” a nessuno. Davanti a Gesù ciascuno dovrà fare la propria scelta personale, o credere in lui e aderire alla sua proposta di vita, oppure rifiutarlo. Una terza possibilità non è data. Siamo ad un passaggio importante per il racconto di Marco e per l’intera economia della salvezza. D’ora in poi Gesù comincia a parlare “apertamente” della sua prossima passione, morte e risurrezione. Soltanto una fede molto più forte di quella professata da Pietro, potrà accettare un evento tanto drammatico come volontà di Dio. Sorprende infatti che proprio colui che ha appena riconosciuto Gesù come l’inviato da Dio, lo prenda in disparte e abbia l’ardire addirittura di rimproverarlo per la sua disponibilità alla volontà divina, senza rendersi conto della sua prevaricazione e presunzione. La reazione di Gesù è durissima, non solo rimprovera Pietro, ma addirittura lo allontana, come se si trattasse di un demonio tentatore, che lo vuole distogliere dall’obbedire alla divina volontà. E rivolgendosi a tutta la folla, dice che l’esperienza della croce, del rinnegare se stessi e del perdere la propria vita, cioè la legge del dolore, valida per il maestro, sarà ineludibile per chiunque voglia seguirlo. Quel “E voi …” è inequivocabilmente rivolto anche a noi, cioè a quelli che oggi, allo stesso modo di Pietro e degli Apostoli, si sono messi al seguito Gesù. Possiamo anche rimandare la nostra scelta, ma alla fine dovremo deciderci se stare con Gesù o abbandonarlo, e questo non renderà più facile il rinnegare noi stessi e più leggera la nostra croce.

Buona Domenica!

don Marco Belladelli. 

 

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