venerdì 14 giugno 2024

Il Vangelo della salute del 16/06/2024

Cosimo Rosselli, Gesù annuncia il regno di Dio, 1481/82 Cappella Sistina, Vatican City. 

XI Domenica  del Tempo Ordinario, “B”

Il granello di senape è il più piccolo di tutti semi,

ma diviene più grande di tutti gli ortaggi.

Dal vangelo secondo Marco  (4, 26-34)
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 
Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». 

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di sènapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». 
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore.

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Il brano evangelico di oggi fa parte del capitolo quarto di Marco, dove l’evangelista raggruppa in un unico discorso le parabole che illustrano la realtà e il mistero del regno di Dio. Si tratta di discorsi e frasi pronunciate in situazioni e contesti diversi, messe insieme per la loro assonanza nei contenuti. Il genere letterario della parabola accosta due elementi, quello preso dalla vita quotidiana aiuta a rendere comprensibile l’altro che invece fa riferimento all’ambito religioso della vita umana. Le tre parabole più importanti sono quella del seminatore, quella del seme che cresce da sé e quella del granello di senapa.   

I due racconti del nostro brano evangelico di oggi, apparentemente semplici e immediati, del seme che cresce da solo e del granello di senapa, il più piccolo di tutti i semi dell’orto, che alla fine diventa un vero e proprio albero, ci parlano della potenza divina del regno di Dio, realtà giudicata all’apparenza insignificante ed inefficace e magari pure sottovalutata e disprezzata. Nel primo caso Gesù ci insegna che il regno non è opera dell’uomo, ma di Dio, infatti, come il seme germoglia, cresce e matura, mentre il contadino dorme, e non sa come tutto ciò avvenga, così accade anche per il regno di Dio. Il determinismo naturale del seme che una volta seminato, spontaneamente si sviluppa fino alla sua maturazione, senza nessun intervento umano, serve a Gesù come esempio per affermare che anche il regno di Dio viene con assoluta certezza, quando è la sua ora, ma non certo per opera dell’uomo. La sua venuta e il suo compimento dipendono unicamente e totalmente da Dio, dall’inizio alla fine, in ogni suo aspetto e fase di sviluppo, fino alla sua piena realizzazione. La parabola è diretta a coloro che giudicano l’opera di Dio debole, marginale rispetto alle realtà mondane e incapace di superare gli ostacoli che incontra sul proprio cammino, a cominciare dalle disposizioni spirituali dell’uomo, non naturalmente orientato a Dio, dai vari contesti storici e culturali altrettanto ostili, per finire poi con coloro che volontariamente contrastano e perseguitano la fede cristiana e i suoi seguaci. Nonostante tutte le difficoltà di vario genere e natura che ostacolano la crescita e lo sviluppo del regno di Dio, esso raggiungerà il suo scopo, anche senza l’intervento umano. Niente e nessuno potrà mai fermare o vanificare il regno di Dio, fino al suo compimento. La parabola del granellino di senape invece ci insegna che quello che oggi ai nostri occhi sembra irrilevante per rappresentare anche solo un punto di riferimento positivo per l’uomo, domani diventerà una realtà grande e molto importante, alla quale tutti coloro che cercano la salvezza si affideranno.

Si tratta di messaggi molto consolanti e pieni di speranza per questi nostri giorni, dove tutto quello che riguarda Dio e la Chiesa sembra aver perso di valore e di significato. Di fronte alla marginalità di Dio nella nostra cultura e società e alle evidenti difficoltà che la Chiesa incontra nel compiere oggi la sua missione nel mondo, molti parlano del tramonto del cristianesimo e dell’inizio di un’era post-cristiana. Ma, come spesso accade, anche in questo caso l’apparenza inganna. Oggi il Signore Gesù nel Vangelo ci insegna esattamente il contrario, quel seme gettato sulla terra duemila anni fa, nonostante tutto, continua a svilupparsi anche oggi e tutti coloro che ancora oggi costantemente si affidano alla Parola di Dio e alla grazia trasfigurante dell’Eucaristia e degli altri sacramenti sono il segno della presenza del regno di Dio nella storia e anticipo di quella magnificenza salvifica che apparirà nel giorno del giudizio. 

Buona Domenica!

 don Marco Belladelli.

 

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