Mattia Preti, Satana precipita dal monte, 1656, galleria di Capodimonte - Napoli. |
X Domenica del tempo Ordinario “B”.
Satana è finito.
Dal Vangelo secondo Marco (3, 20-35).
In quel tempo, Gesù venne con
i suoi discepoli in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al
punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo,
uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E' fuori di sé».
Gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da
Beelzebul e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli,
chiamatili, diceva loro in
In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Parola del Signore.
-----------------------------------
Dopo la celebrazione dei principali eventi e
misteri della fede cristiana, anche per il ciclo festivo torniamo al “Tempo Ordinario”, caratterizzato dal
colore verde dei paramenti. E’ il più lungo di tutti i tempi liturgici. La sua
“ordinarietà” non tragga in inganno, perché
non si tratta di una esperienza spirituale di serie ‘B’. L’attenzione è
centrata sulla celebrazione della Domenica come ‘Pasqua della settimana’, quando la Comunità cristiana, sull’esempio
degli Apostoli nel Cenacolo (cfr. Gv 20,26), si riunisce con la periodicità di
ogni “otto giorni” per incontrare il Signore Gesù risorto, vivo e presente in
mezzo a noi.
La riforma conciliare ha conferito a questo
periodo unitarietà e particolarità con la lettura continuata di uno dei tre
Vangeli sinottici, ciascuno dei quali possiede una propria peculiarità
teologica ed ecclesiale. Come ha formato i discepoli che lo seguivano durante il
suo ministero in Palestina duemila anni fa, oggi il Signore Gesù edifica la
Chiesa a sua immagine e somiglianza attraverso la Parola e la grazia
dell’Eucaristia.
Per la nostra fede è
giunto il momento della prova della vita nella sua ‘ordinarietà’ quotidiana, come il tralcio non porta frutto se non
rimane unito alla vite (cfr. Gv 15,4), così la fecondità evangelica della vita
di ciascuno di noi dipende dalla intensità e dalla profondità del nostro
rapporto con Cristo, per un’esistenza autenticamente cristiana.
Oggi ritorniamo alla
lettura continuata del vangelo di Marco, lasciato in Quaresima, siamo ancora agli
inizi della missione di Gesù e come era già successo (Mc 1,33), la folla assedia
il Signore, tanto che “non potevano
neppure prendere cibo”. Non tutti però sono entusiasti di lui, c’è chi lo
considera un pazzo: “E' fuori di sé”,
tanto da costringere i familiari ad intervenire per farsene carico, e gli
scribi venuti da Gerusalemme lo accusano
addirittura di essere un indemoniato e di agire in nome di Beelzebul. Gesù giustifica
la sua lotta contro il male, argomentando in sua difesa che ogni potere diviso
in se stesso va in rovina, perché i suoi esorcismi sono il segno della presenza
del regno di Dio in mezzo a noi e della superiorità di Dio su satana, il vero
avversario dell’uomo. Chi si rifiuta di riconoscere l’opera di Dio in quello
che fa e dice e di accoglierla come salvezza, bestemmia lo Spirito Santo, che
riposa su di lui (Mc 1,10), un peccato sacrilego imperdonabile. Con la parabola
della casa dell’uomo forte sopraffatto per impossessarsi dei suoi averi, Gesù dice
di essere venuto per edificare nel mondo il regno di Dio e distruggere il
potere di satana sul mondo, di cui si ritiene falsamente “il principe” (Gv 12,31; Lc 4,6). Quando nel Credo Apostolico professiamo: “discese
agli inferi”, vuol dire che la missione di Gesù si è conclusa con
l’incatenamento del demonio. Alla fine, a chi gli ricorda della presenza dei
suoi familiari, Gesù afferma che nella nuova comunità escatologica, che avrà
origine dalla sua missione, la comunione tra gli uomini non sarà più fondata
sul legame del sangue, ma sul compimento della volontà divina, come accade per
lui. La missione di Gesù si presenta quindi a noi come una efficace azione di
disinfestazione del mondo dalla presenza e dall’opera del maligno, per renderci
capaci di compiere sempre e dovunque la volontà di Dio, sull’esempio di Gesù,
che è stato obbediente fino alla morte di croce (Fil 2,8). Fare la volontà di
Dio è ciò che ci unisce a Gesù più di qualsiasi altro legame, superiore anche
allo stesso vincolo del sangue, sul quale era fondata la società ebraica.
Satana è stato finalmente e definitivamente incatenato e nulla ci può impedire
di unirci al Signore Gesù con tutto il nostro cuore, come un fratello, una
sorella o addirittura come lo è stata Maria, il cui ‘fiat’ è la sorgente di tutti i ‘fiat’
della storia, perché sia sempre fatta la volontà di Dio, “come in cielo, così in terra”, come chiediamo nel ‘Padre
nostro’.
Buona
Domenica!
don Marco Belladelli.
Nessun commento:
Posta un commento