venerdì 7 giugno 2024

Il Vangelo della salute del 09/06/2024

Mattia Preti, Satana precipita dal monte, 1656, galleria di Capodimonte - Napoli.

X Domenica del tempo Ordinario “B”.

Satana è finito.

Dal Vangelo secondo Marco  (3, 20-35).
In quel tempo, Gesù venne con i suoi discepoli in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E' fuori di sé». 
Gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in

parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. 
In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo». 
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Parola del Signore.

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Dopo la celebrazione dei principali eventi e misteri della fede cristiana, anche per il ciclo festivo torniamo al “Tempo Ordinario”, caratterizzato dal colore verde dei paramenti. E’ il più lungo di tutti i tempi liturgici. La sua “ordinarietà” non tragga in inganno, perché non si tratta di una esperienza spirituale di serie ‘B’. L’attenzione è centrata sulla celebrazione della Domenica come ‘Pasqua della settimana’, quando la Comunità cristiana, sull’esempio degli Apostoli nel Cenacolo (cfr. Gv 20,26), si riunisce con la periodicità di ogni “otto giorni” per incontrare il Signore Gesù risorto, vivo e presente in mezzo a noi.

La riforma conciliare ha conferito a questo periodo unitarietà e particolarità con la lettura continuata di uno dei tre Vangeli sinottici, ciascuno dei quali possiede una propria peculiarità teologica ed ecclesiale. Come ha formato i discepoli che lo seguivano durante il suo ministero in Palestina duemila anni fa, oggi il Signore Gesù edifica la Chiesa a sua immagine e somiglianza attraverso la Parola e la grazia dell’Eucaristia.

Per la nostra fede è giunto il momento della prova della vita nella sua ‘ordinarietà’ quotidiana, come il tralcio non porta frutto se non rimane unito alla vite (cfr. Gv 15,4), così la fecondità evangelica della vita di ciascuno di noi dipende dalla intensità e dalla profondità del nostro rapporto con Cristo, per un’esistenza autenticamente cristiana.

Oggi ritorniamo alla lettura continuata del vangelo di Marco, lasciato in Quaresima, siamo ancora agli inizi della missione di Gesù e come era già successo (Mc 1,33), la folla assedia il Signore, tanto che “non potevano neppure prendere cibo”. Non tutti però sono entusiasti di lui, c’è chi lo considera un pazzo: “E' fuori di sé”, tanto da costringere i familiari ad intervenire per farsene carico, e gli scribi venuti da Gerusalemme  lo accusano addirittura di essere un indemoniato e di agire in nome di Beelzebul. Gesù giustifica la sua lotta contro il male, argomentando in sua difesa che ogni potere diviso in se stesso va in rovina, perché i suoi esorcismi sono il segno della presenza del regno di Dio in mezzo a noi e della superiorità di Dio su satana, il vero avversario dell’uomo. Chi si rifiuta di riconoscere l’opera di Dio in quello che fa e dice e di accoglierla come salvezza, bestemmia lo Spirito Santo, che riposa su di lui (Mc 1,10), un peccato sacrilego imperdonabile. Con la parabola della casa dell’uomo forte sopraffatto per impossessarsi dei suoi averi, Gesù dice di essere venuto per edificare nel mondo il regno di Dio e distruggere il potere di satana sul mondo, di cui si ritiene falsamente “il principe” (Gv 12,31; Lc 4,6). Quando nel Credo Apostolico professiamo: “discese agli inferi”, vuol dire che la missione di Gesù si è conclusa con l’incatenamento del demonio. Alla fine, a chi gli ricorda della presenza dei suoi familiari, Gesù afferma che nella nuova comunità escatologica, che avrà origine dalla sua missione, la comunione tra gli uomini non sarà più fondata sul legame del sangue, ma sul compimento della volontà divina, come accade per lui. La missione di Gesù si presenta quindi a noi come una efficace azione di disinfestazione del mondo dalla presenza e dall’opera del maligno, per renderci capaci di compiere sempre e dovunque la volontà di Dio, sull’esempio di Gesù, che è stato obbediente fino alla morte di croce (Fil 2,8). Fare la volontà di Dio è ciò che ci unisce a Gesù più di qualsiasi altro legame, superiore anche allo stesso vincolo del sangue, sul quale era fondata la società ebraica. Satana è stato finalmente e definitivamente incatenato e nulla ci può impedire di unirci al Signore Gesù con tutto il nostro cuore, come un fratello, una sorella o addirittura come lo è stata Maria, il cui ‘fiat’ è la sorgente di tutti i ‘fiat’ della storia, perché sia sempre fatta la volontà di Dio, “come in cielo, così in terra”, come chiediamo nel ‘Padre nostro’. 

Buona Domenica!

 don Marco Belladelli.

 

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