Breviario manoscritto francese, Processione del Corpus Domini, 1481 Biblioteca Municipale - Besançon (F). |
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue
di N. S. Gesù Cristo - “B”
Questo
è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal Vangelo secondo Marco (14, 12-16. 22-26)
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua,
i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa
mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà
incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al
padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa
mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore
una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore.
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Secondo il calendario della Chiesa la festa del Corpus
Domini si celebra il Giovedì successivo la solennità della SS.ma
Trinità, in Italia da alcuni anni la celebrazione è stata spostata alla
Domenica successiva.
Secondo il principio teologico la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa
la Chiesa, questo sacramento si pone al centro del mistero cristiano e della
vita della Chiesa, nessun sacramento rende vivo e presente Cristo e ci mette in
comunione con lui come l’Eucaristia, nessuna azione è più fondamentale per la
vita della Chiesa quanto la celebrazione dell’Eucaristia.
L’Eucaristia è memoriale del sacrifico di
Cristo, banchetto di comunione tra Dio e gli uomini, massimo ringraziamento a
Dio per i doni ricevuti, presenza reale del Signore risorto, vivo nella sua
Chiesa, e segno escatologico della salvezza universale della famiglia umana,
secondo la volontà di Dio Padre. Per mezzo di esso diventiamo una sola cosa con
Cristo, membra del suo corpo fino al punto di sentire come Lui, di pensare come
Lui e di vivere come Lui, più di quanto possiamo mostrare con la nostra volontà
personale e la libera e consapevole adesione a Cristo.
Forse non tutti sanno che fu Gesù stesso a
chiedere l’istituzione di questa festa liturgica attraverso le sue apparizioni
a S. Giuliana di Liegi nei primi anni del 1200. Alla richiesta del Cielo,
seguirono altri segni straordinari, tra cui il famoso miracolo di Bolsena,
quando l’ostia consacrata spezzata sanguinò nelle mani di un sacerdote boemo dubbioso
sulla reale e viva presenza di Cristo nel Sacramento. Dopo questi fatti, nel
1264 il Papa, Urbano IV, estese a tutta la
Chiesa la festa del Corpus Domini,
seguita dalla processione eucaristica, e affidò a San Tommaso d’Aquino il
compito di redigere i testi liturgici.
Le letture di oggi sono quelle della festa del
Preziosissimo Sangue, rimasta soltanto come devozione e fissata al 1° Luglio nel
nuovo calendario liturgico post conciliare. L’aveva voluta come ringraziamento
il beato Papa Pio IX, dopo le vicende storiche della Repubblica Romana del
1848, che lo costrinsero a rifugiarsi a Gaeta. Con la riforma liturgica
conciliare si è pensato di unire in un'unica celebrazione il mistero del Corpo
e del Sangue di Cristo, manifestato nel sacramento dell’Eucaristia.
I testi biblici mettono in risalto soprattutto
l’aspetto sacrificale dell’effusione del Sangue di Cristo, con i relativi
significati ad esso connessi. Nella prima lettura si ricorda come l’antica
alleanza tra Dio e il popolo d’Israele sia stata sancita nel segno
dell’aspersione del sangue, tema ripreso dal Salmo responsoriale (Sal 116/115)
nell’immagine del calice dell’alleanza innalzato. Nella seconda lettura
l’autore della lettera agli Ebrei parla della superiorità ineguagliabile
dell’offerta del sangue di Cristo per il perdono dei peccati, rispetto
all’efficacia attribuita agli antichi sacrifici di capri, vitelli e giovenche.
Anche nel racconto dell’ultima cena di Marco, proposto come testo evangelico,
viene evidenziato il valore redentivo dell’effusione del sangue e come per suo
mezzo venga rinnovata l’ antica alleanza: “Questo è il mio sangue, il sangue
dell'alleanza versato per molti”.
Nella bibbia il sangue è simbolo di vita. Per significare
un legame dal valore eterno e non ritrattabile, l’alleanza tra Dio e il popolo venne
sancita per mezzo di esso. Con il sacrifico della croce anche la nuova alleanza
viene stabilita nel sangue di Cristo. Ora essa è valida “per molti”, cioè per
tutti coloro che vorranno farla propria attraverso la comunione eucaristica. Il
sangue di Cristo è il prezzo del nostro riscatto dal peccato e la misura
assoluta dell’amore di Dio, non quindi un amore platonico né tanto meno un
amore effimero come le emozioni e i sentimenti umani, evanescenti ed inconsistenti
come neve al sole. Nel libro dell’Apocalisse incontriamo espressioni come “lavare le vesti nel suo Sangue”
(cfr Ap 7,4; 12,10s), che vogliono indicare il modo in cui siamo stati redenti
e il processo di purificazione a cui siamo stati sottoposti per diventare ed
essere figli di Dio. Attraverso queste immagini si vuole anche rafforzare il
senso di speranza per una sicura vittoria nella lotta contro il male.
Noi abitualmente diciamo che l’Eucaristia è il
sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo. Nell’elemento del “corpo”
si fa riferimento particolarmente al mistero dell’incarnazione di Gesù, come
segno massimo della condiscendenza e della solidarietà divine verso l’umanità.
Nel segno del “sangue” viene maggiormente sottolineato l’aspetto del sacrifico,
nel quale trova compimento il mistero dell’incarnazione, come viene detto nella
lettera agli Ebrei: “proprio per
questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con
forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per
la sua pietà; pur
essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso
perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Ebr 5,7ss).
La devozione al Sangue di Cristo ci aiuta a
comprendere meglio il mistero della redenzione e a farcene più partecipi. Ricordiamoci
di immergere più spesso noi stessi, i nostri cari e tutto il mondo nel
Preziosissimo Sangue di Cristo e ci sentiremo più difesi, più sicuri e più
protetti nei confronti dei pericoli e delle minacce del male, e soprattutto più
forti nella testimonianza quotidiana della nostra fede cristiana.
Oggi il mio auguro è per una Buona Eucaristia,
il più frequente possibile!
don
Marco Belladelli.
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