Pierpaolo Rubens, Santissima Trinità (particolare), 1604-1605 Palazzo Ducale - Mantova |
Solennità
della SS. Trinità, “B”
Battezzate
tutti i popoli
nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Matteo (28,
16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea,
sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi
però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla
terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome
del Padre e del Figlio e dello
----------------------------------------------
Dopo la solenne festa di
Pentecoste nella quale si è rinnovata l’effusione dello Spirito Santo sulla
Chiesa e sul mondo, oggi celebriamo uno dei due misteri principali della fede
cristiana: l’unità e la trinità di Dio.
Il mistero di Dio è il
cuore della rivelazione di Gesù: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che
hai mandato, Gesù Cristo.”, e ancora: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini” (Gv 17,3.6). Egli è
venuto per farci conoscere Dio e per renderci partecipi della sua stessa vita.
Oggi come ieri, restano
aperte numerose domande sull’esistenza e la realtà di Dio. Quanti uomini
continuano ad indagare attorno al suo mistero e al suo rapporto con l’uomo, il
mondo e la storia. E poi c’è l’assurda realtà del male a rendere la questione
ancora più problematica, come disse Benedetto XVI nella sua
storica visita al campo di sterminio di Auschwitz: “Quante domande ci si impongono
in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: Dove era Dio in quei
giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di
distruzione, questo trionfo del male?”. Domande, che evocano altre domande,
all’infinito …
Nel libro della Genesi, subito
dopo il peccato originale, è Dio invece che interroga l’uomo,: “Dove sei?”. Siamo ancora nel
paradiso terrestre è l’uomo rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e
mi sono nascosto”
(Gen 3,9-10). Una emblematica rappresentazione del problematico e tormentato
rapporto tra l’uomo e Dio, che attraversa tutta la storia dell’umanità: da una
parte l’uomo che si nasconde a Dio, si sottrae al rapporto con lui, per vivere
poi nella paura della propria autonomia e nella frustrazione di una sua
impossibile assoluta signoria sull’universo; dall’altra la reiterata domanda
accusatrice contro Dio, per la sua irresponsabile assenza o per il suo mancato
intervento protettivo, ogni qual volta l’uomo diventa vittima dell’assurdità
della storia.
In questo contesto,
fatto di nascondimento e di accuse polemiche, in cui si riassume il difficile
rapporto dell’uomo con Dio, arriva a noi la rivelazione cristiana del mistero
di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, della sua Carità e della
sua Misericordia infinite. Il Dio cristiano è Colui che in ogni istante provvede
all’uomo in ogni sua esigenza vitale; colui che manda il suo Figlio,
l’Unigenito, perché “abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza” (cfr Gv 10,10);
colui che nello Santo Spirito si fa tutto a tutti, ci purifica, ci illumina e
ci attira a sé.
Contrariamente a quanto
hanno fatto Adamo ed Eva, noi, cristiani del terzo millennio siamo chiamati ad
uscire allo scoperto, ad andare incontro a Dio, per vivere della sua grazia e nella sua
luce, non a nasconderci, perché come dice San Tommaso d’Aquino: “Dio si mostra, non si dimostra!”. La
fede allora è saper stare davanti a Dio, senza averne paura, senza entrare
necessariamente in conflitto, senza l’orgogliosa superbia dell’autosufficienza,
ma da veri figli di Dio, che gridano “Abbà, Padre” (Rom 8,15), così come ci ha
insegnato Gesù. Nel battesimo siamo stati immersi dentro a questo mistero, ne
facciamo parte ormai per l’eternità, al di là della nostra maggior o minor
consapevolezza personale. Nell’umiltà della fede ritroviamo non soltanto la
naturale armonia perduta del paradiso terrestre, ma soprattutto il coraggio
dell’amore e la forza della Speranza.
Possiamo, allora,
liquidare Dio con un fugace segno di croce del mattino e della sera? O magari
con qualche veloce preghiera biascicata strada facendo? O ricorrere vigliaccamente
a Lui soltanto nel momento del bisogno? No! Il cristiano è colui che sa stare
con Dio, si compiace della sua presenza e si riempie il cuore ogni giorno delle
sue grazie, perché “Non di solo
pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4), e nella
preghiera questa parola diventa la nostra vita.
Buona
scoperta e incontro con Dio!
don
Marco Belladelli.
Nessun commento:
Posta un commento