venerdì 12 gennaio 2024

Il Vangelo della salute del 14/01/2024

Antonello da Messina, Salvator Mundi, 1465-75, Londra. 

II Domenica del tempo Ordinario “B”.

Videro dove dimorava e rimasero con lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni  (1,35-42) 
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore.

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Terminate le celebrazioni natalizie con la festa del Battesimo di Gesù, entriamo nella prima parte del tempo Ordinario fino all’inizio della Quaresima, il 14 Febbraio prossimo,  Mercoledì delle Ceneri. Il brano del Vangelo di questa Domenica ci prepara al ministero pubblico di Gesù, orientati ancora una volta dalla testimonianza autorevole del Battista che, avendo visto lo Spirito Santo scendere su Gesù nel momento del battesimo (cfr. Gv 1,32), lo indica ai suoi discepoli come “l’agnello di Dio”, cioè il Messia atteso. 

In questo episodio Gesù sembra ancora un ‘privato cittadino’, che si aggira dalle parti del Battista confuso tra i suoi tanti seguaci e riceve a casa sua coloro che saranno i suoi primi apostoli come degli amici. Molto probabilmente invece Gesù era già conosciuto dalla folla, perché come si evince dal racconto di Matteo (cfr. 11,2ss.), la prima parte del suo ministero pubblico si sovrappone all’ultimo periodo di predicazione del Battista, che si chiuderà con il suo arresto e il martirio per mano di Erode Antipa. 

L’espressione usata dal Battista verso Gesù, “Ecco l’agnello di Dio”, richiama l’immagine messianica dell’agnello condotto al macello nel quarto canto del Servo di Jahwè nel libro di Isaia (cfr. Is 53,7). Due discepoli del Battista, Andrea e lo stesso evangelista Giovanni, su indicazione del profeta, seguono Gesù e “videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui”. Un’esperienza che conferma la testimonianza del Battista, tanto che Andrea, quando incontra il fratello Simone, gli dice in modo esplicito: “Abbiamo trovato il Messia”. Insieme con loro, lo abbiamo trovato anche noi e ogni Domenica ci riuniamo attorno alla sua viva presenza in mezzo a noi, per imparare a stare con lui. Gesù è l’inviato del Padre e attraverso di lui Dio parla a noi uomini come con degli amici, dice il Concilio (cfr. Dei Verbum 2). Per intrattenersi con noi, Dio ha scelto la forma affettuosa dell’amicizia. Durante il suo ministero Gesù ne ha fatto il modello di ogni suo rapporto con uomini che ha incontrato, anche quando si paragona al maestro, al medico, al pastore e via dicendo. La missione di Gesù è prima di tutto uno stare amichevole di Dio con noi, che ci trasfigura interiormente per trasformarsi prima in una luminosa testimonianza e poi in un’azione missionaria e apostolica di annuncio ed inaugurazione del regno di Dio in parole ed opere. La fede cristiana è quindi Dio che si fa amico degli uomini. L’essenza dell’amicizia consiste nella gioia dello stare insieme all’altro per se stesso, oltre ogni interesse e/o finalità particolare di qualsiasi natura e genere. “Beati i vostri occhi che vedono il Cristo e i vostri orecchi che ascoltano la sua parola canta oggi la Liturgia delle ore . Ricordiamo a tal proposito anche le parole di Gesù durante l’ultima cena: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando” (Gv 15,14). La gioia più vera della vita è, infatti, incontrare, seguire, conoscere e amare Gesù con tutto se stessi. L'amicizia col Maestro assicura all'anima pace profonda e serenità anche nei momenti bui e nelle prove più ardue. Quando la fede si imbatte in notti oscure, nelle quali non si "sente" e non si "vede" più la presenza di Dio, l'amicizia di Gesù garantisce che in realtà nulla può mai separarci dal suo amore (cfr. Rm 8, 39). Soprattutto nell’Eucaristia ci è data l’opportunità di accogliere e rafforzare questo rapporto amichevole perché, dopo aver riconosciuto, ascoltato e goduto della sua presenza, sappiamo parlare di lui e testimoniarlo a chi ancora non lo conosce, come ha fatto il Battista con i suoi discepoli. Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

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