sabato 6 gennaio 2024

Il Vangelo della salute del 07/01/2024

El Greco,  Battesimo di Gesù, 1597-1600 - Madrid

Festa del Battesimo del Signore.

Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.

Dal Vangelo secondo Marco  (1, 7-11)
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho

posto il mio compiacimento». Parola del Signore.

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Con il Battesimo di Gesù al Giordano si conclude il ciclo delle celebrazioni natalizie. Come già detto nel commento alla festa dell’Epifania, insieme con l’adorazione dei Magi e il miracolo delle nozze di Cana, questo evento è parte della manifestazione di Gesù al mondo, evento nel quale il Natale si collega con la Pasqua e il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio trova il suo compimento nell’orizzonte della redenzione universale. L’immersione di Gesù nelle acque del Giordano, segno della sua morte, sepoltura e risurrezione, è infatti anticipazione della Pasqua. Pur non avendo peccato, mettendosi in fila con tutti coloro che andavano dal Battista, Gesù si fa solidale con tutti gli uomini peccatori. Dopo il battesimo, appena uscito dall’acqua del Giordano, Gesù riceve la pienezza dello Spirito Santo, necessaria per compiere la sua missione, e nella voce celeste si manifesta la testimonianza del Padre che lo chiama “Figlio mio” in cui ha posto il suo compiacimento, cioè l’elezione messianica. Il Figlio riceve il battesimo degli schiavi, per riscattarli dalla schiavitù e rendere tutti figli di Dio.

Secondo il racconto dell’evangelista Marco, Giovanni Battista parla del futuro Messia senza sapere chi fosse colui che spinto dallo Spirito Santo sarebbe venuto per farsi battezzare e nel quale avrebbe riconosciuto “colui che è più forte di me”, cioè una dignità molto superiore alla sua. Gesù infatti compare sulla scena della storia presso il fiume Giordano confuso tra la folla e proveniente da Nazareth, oscura città della Galilea che nessuno avrebbe mai considerato come possibile patria del Messia. Subito dopo il battesimo egli vive un’esperienza molto simile a quanto avverrà in seguito con la trasfigurazione, con l’unica differenza che allora ci saranno dei testimoni. Il linguaggio e le immagini sono quelle di una teofania, cioè di una manifestazione di Dio in forma sensibile, come risulta dai cieli aperti sul mondo, dalla rappresentazione dello Spirito in forma corporea “come una colomba” e dalla voce tonante che risuona. Per Gesù sono i segni rivelatori del mistero della sua persona e della missione che è chiamato a compiere. Gesù, confuso in mezzo a tutti i peccatori che andavano dal Battista, in un atteggiamento di totale solidarietà con essi, prende piena coscienza della sua identità di Figlio di Dio, della sua perfetta unione con Dio e pieno della potenza dello Spirito Santo riceve l’investitura messianica per svolgere la missione per cui è stato inviato, soprattutto la forza per affrontare l’evento fondamentale della salvezza, e cioè la passione, morte e risurrezione. Al Giordano viene anticipata la vittoria di Dio contro il male e i pochi accenni di Marco sono sufficienti a farci capire le dimensioni e le implicanze di questo evento, offrendoci l’opportunità di riflettere sul valore del battesimo e della cresima e sugli effetti di questi sacramenti nella nostra vita. Rendendoci figli di Dio, il battesimo cambia sostanzialmente la nostra persona, soprattutto per il particolare rapporto che viene a crearsi tra noi e il Padre, ad immagine di quello di Gesù stesso. Con il dono dello Spirito Santo nel giorno della cresima siamo resi capaci di testimoniare il Signore Gesù in ogni momento della nostra vita e in ogni situazione, fino al gesto eroico del martirio, se fosse necessario.

Nel battesimo al Giordano si realizza anche la rivelazione del mistero della Santissima Trinità, primo e fondamentale mistero della nostra fede, offrendoci l’occasione di contemplare il Padre, il Figlio e lo Spirito e l’opera di salvezza compiuta da Dio a nostro favore. Il Cielo è aperto anche per noi! Lodare, benedire ed esaltare Dio per le opere da lui compiute in nostro favore è quanto mai salutare e positivo per la nostra vita, soprattutto per il nostro equilibrio interiore. Facciamo risuonare le nostre voci in inni di lode al Signore e come gli Apostoli nel giorno di Pentecoste non stanchiamoci di proclamare le “grandi opere di Dio” (At 2,11) che quotidianamente egli ci dona e mette a nostra disposizione. Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

 

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