Francesco Cannizzaro, Trasfigurazione di Cristo, 1746, Parma, Accademia delle Belle Arti. |
6 Agosto Festa della Trasfigurazione
Il suo volto brillò come il sole
Dal vangelo
secondo Matteo (17,1-9)
In
quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li
condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il
suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed
ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Parola del Signore.
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Quando il 6 Agosto
cade in domenica la celebrazione della Trasfigurazione prevale sulla liturgia
domenicale. La festa della Trasfigurazione ha origine nella Chiesa orientale
come un prolungamento della Pasqua e nel 1476 papa Clemente III la estese anche
in Occidente. La sua collocazione nel cuore dell’estate deriva da una
interpretazione della cronologia evangelica secondo cui l’evento sarebbe
accaduto nel secondo anno del ministero pubblico di Gesù, tra la festa di
Pentecoste e quella delle Capanne.
Abbiamo già
commentato questo testo nella II Domenica di Quaresima, come tappa obbligata
del cammino penitenziale della Chiesa verso la Pasqua. Ora invece ci
confrontiamo con questo evento nella sua peculiarità, cioè come annuncio e
anticipazione della gloria della risurrezione, e come chiamata a vivere in
continua tensione verso questa stessa gloria.
Prendendo
spunto da questo originalissimo episodio evangelico, la Chiesa orientale ha
sentito il bisogno di prolungarne la
celebrazione del mistero del risorto anche fuori del tempo pasquale, per
riaffermarne la centralità nell’esperienza cristiana. La liturgia orientale
alla comunione canta: “Abbiamo visto la luce!” a cui l’assemblea
risponde con le parole degli Apostoli a Tommaso la sera di Pasqua, dopo
l’apparizione del Signore risorto nel cenacolo: “Abbiamo visto il Signore!”
(Gv 20,25).
La
fede cristiana si fonda sull’evento della risurrezione: “se Cristo non è risorto, vana è la vostra
fede.” (1Cor 15,17). Un evento sempre vivo e
continuamente attualizzato dalla Chiesa nella celebrazione sacramentale, in
particolare nell’Eucaristia. Lo sviluppo e la crescita della vita cristiana
dipendono dalla capacità di accogliere questo mistero di speranza e di
comunione di vita nella nostra quotidianità. Diversamente il nostro
cristianesimo si ridurrà ad una mera tradizione culturale, o ad un noiosissimo
moralismo. Gesù si presenta a noi nella sua sfolgorante luminosità, una nuova
condizione che si impone e ci attrae fino a coinvolgerci nel processo di
trasfigurazione di tutta la realtà nel segno della Verità e della Bontà in essa
presente. Alla testimonianza del Padre sul monte Tabor: “Questi è il Figlio mio
prediletto; ascoltatelo!”, fanno eco le parole di Gesù, che ci ha
detto: “Voi siete la luce del mondo”
(Mt 5,14), perché ogni cristiano è portatore e propagatore nel mondo della luce
che è Gesù. Lo sono soprattutto i religiosi. La trasfigurazione è diventata
infatti icona della vita religiosa. Nell’esortazione apostolica Vita Consecrata di san Giovanni Paolo II
leggiamo: “Molte sono, nel Vangelo, le
parole e i gesti di Cristo che illuminano il senso di questa speciale
vocazione. Per coglierne, tuttavia, in una visione d'insieme i tratti
essenziali, di singolare aiuto si rivela fissare lo sguardo sul volto raggiante
di Cristo nel mistero della Trasfigurazione. A questa «icona» si riferisce
tutta un'antica tradizione spirituale, quando collega la vita contemplativa
all'orazione di Gesù «sul monte». Ad essa possono inoltre ricondursi, in
qualche modo, le stesse dimensioni «attive» della vita consacrata, giacché la Trasfigurazione
non è solo rivelazione della gloria di Cristo, ma anche preparazione ad
affrontarne la croce.”.
Dio
ha iniziato la creazione del mondo dalla luce (cfr. Gen 1,3) e Giovanni nel suo
prologo, parlando del mistero dell’incarnazione dice: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.”
(1,9). La Luce è all’origine dell’atto creativo ed è il fine della nostra
redenzione. Il cammino di santità del cristiano è un cammino di illuminazione,
trasfigurati dalla luce del Risorto, saremo ogni giorno nella nostra vita splendenti
e luminosi come Gesù sul Tabor per il mondo.
Buona
trasfigurazione!
don
Marco Belladelli.
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