venerdì 28 luglio 2023

Il Vangelo della salute del 30/07/2023

Domenico Fetti, La parabola del tesoro nascosto (particolare); Mantova - collezione privata

XVII Domenica del Tempo Ordinario, “A”.

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

DAL VANGELO SECONDO MATTEO 13, 44-52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Parola del Signore.

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Per la terza Domenica di seguito Gesù ci parla del regno dei cieli con altre tre parabole. Un’insistenza che mette in risalto l’importanza del tema. Il regno è l’unica vera novità della storia umana, più grande della stessa creazione. Consiste prima di tutto nella presenza di Dio in mezzo a noi, nella persona di Gesù: “ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Una presenza attiva che inaugura ed instaura un ordine delle cose secondo Dio, che alla fine si risolverà nella manifestazione della sua Signoria universale. Una presenza tanto prossima, che chiede ed esige di diventare una comunione di vita. La realizzazione del regno è il fine di tutta la storia. Per avere un’idea più concreta di cosa stiamo parlando, pensate alla prospettiva di vita incentrata su Dio proposta nelle ‘beatitudini: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli …” (Mt 5,3ss).

I destinatari del messaggio del regno sono i discepoli, cioè coloro che credono in Gesù e accolgono la sua Parola. Se riconosciamo in noi questi atteggiamenti vuol dire che anche noi che andiamo in Chiesa e cerchiamo di vivere secondo le esigenze del regno siamo suoi discepoli, anche se non sempre con la coerenza che Gesù si aspetterebbe. Nonostante la nostra buona volontà, siamo deboli, fragili e figli del nostro tempo, cioè condizionati dalla cultura relativista e dall’indifferenza morale dei costumi di questi nostri giorni.

Sapendo quanto siamo attratti dalle ricchezze materiali e facilmente soggiogati dalla tentazione dell’avidità, Gesù paragona il regno prima al ritrovamento di un “un tesoro nascosto nel campo” e poi all’ardua ricerca di un gioiello, “una perla di grande valore”. Da questi due esempi comprendiamo che il regno dei cieli è qualcosa di assolutamente molto prezioso, più di tutti i beni materiali e morali messi insieme. Anzi, la sua conquista merita il sacrificio di tutto quello che possediamo. Per raggiungere questo traguardo bisogna impegnarsi con la stessa risolutezza e determinazione con cui si tende ad un profitto economico.  

La proposta del regno dei cieli consiste fondamentalmente in una vita incentrata su Dio e, per mezzo di Gesù, vissuta in una familiarità  con il Padre (Abbà!) che supera addirittura quella di Adamo ed Eva, descritta nelle prime pagine della bibbia. I suoi prodromi sono nell’antico Testamento. Un tesoro fatto di “cose nuove e cose antiche” di cui non c’è niente da buttare, perché tutto è prezioso! Il regno viene offerto a tutti, anche agli scribi, e con loro, a tutto il popolo d'Israele, nessuno escluso. Che cosa ci può essere di più prezioso e fonte di gioia nella nostra vita, se non l’incontro con Dio, che in Gesù si è reso a noi accessibile? E di amarlo volontariamente con tutte le nostre forze, anche in mezzo alle prove più dure a cui la vita ci sottopone?

La terza parabola della rete gettata in mare ci dice che se durante la vita terrena non ci decidiamo per il regno, arriva il giorno del giudizio, quando qualcuno deciderà per noi. Coloro che non l’accolgono saranno gettati via, come i pesci cattivi. Insomma, cari amici, l’inferno c’è e non è vuoto, checché se ne dica. Dio è misericordia e bontà infinite, ma, come si legge nel Vangelo, se non vi convertirete, perirete tutti (cfr. Lc 13,3.5). A buon intenditor, poche parole. Intanto facciamo del nostro meglio per trovare questo tesoro nascosto, non poi più di tanto, se ci lasciamo illuminare dal Vangelo,.

Buona Domenica, cari Amici!

don Marco Belladelli.

 

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