Leonardo da Vinci, Salvator mundi, 1499-1510. |
XIV Domenica del Tempo Ordinario, “A”.
Io
sono mite e umile di cuore.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (11, 25-30)
In
quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre,
perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre
mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se
non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
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Il brano della liturgia di oggi è la conclusione del capitolo 11 del
Vangelo di Matteo. All’inizio del capitolo Gesù incontra i discepoli di
Giovanni Battista, il quale dal carcere gli manda a dire: “Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Dopo aver risposto elencando i segni che
accompagnavano la sua predicazione: “i ciechi acquistano la vista, gli zoppi camminano, i
lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è
annunciato il Vangelo” (11,5) per rassicurare Giovanni circa la sua
messianicità, Gesù tesse un grande elogio del Battista, fino ad affermare che “fra i nati di donna non è
sorto alcuno più grande” di lui. Ma poi paradossalmente conclude dicendo che:
“il
più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (11,11). Questo confronto
tra il Battista e “il più piccolo” del regno dei cieli è la
premessa per comprendere il senso della lode con cui si apre il brano
evangelico odierno.
Prima però della lode a Dio Padre, Gesù pronuncia un duro monito, nel
tono e nei contenuti,tanto da sembrare una vera e propria sentenza di condanna,
contro coloro che pur avendo ascoltato le sue parole e visto le sue opere non
hanno accolto il regno di Dio. I destinatari di questo severo giudizio sono gli
abitanti delle città della Galilea in cui Gesù ha svolto molta parte del suo
ministero: Corazìn, Betsaida e Cafarnao. Per evidenziare la gravità del loro
rifiuto, Gesù arriva a dire che di fronte a quei segni perfino gli abitanti di
Sodoma, la famosa città distrutta per la sua perversione (cfr. Gen cap 19), si
sarebbero convertiti.
Soltanto dopo la pesante sentenza contro i Galilei, Gesù si abbandona a
quel straordinario atto di benedizione del Padre “perché hai nascosto queste
cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.” (v. 25), proclamato oggi
nella liturgia. La cosa nascosta agli uni e rivelata agli altri è il mistero
della vita del Figlio e del Padre, dalla cui relazione di amore è scaturita
l’opera di salvezza per tutta l’umanità, mistero nascosto ai ‘sapienti’ e ai ‘dotti’, rivelato invece ai ‘piccoli’.
Per avere un’idea più precisa di chi siano i “piccoli” dobbiamo ritornare al giudizio che Gesù ha dato di Giovanni
Battista come dell’uomo più grande che non sia mai esistito, usato poi come
termine di paragone per esaltare coloro che nel regno dei cieli
sono più grandi di lui.
L’annuncio di Giovanni: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”, in tutto e per tutto
identico a quello con cui Gesù ha iniziato la sua predicazione (cfr Mt 4,17),
pur con un orizzonte diverso, è già Vangelo. Con lui è iniziata la grande
novità del Regno di Dio, la cui vicinanza consiste nell’irruzione di Dio stesso
nella storia umana, per salvare non soltanto il popolo d’Israele, ma tutti gli
uomini. Tale presenza di Dio accanto agli uomini, una realtà che non ha
precedenti nella storia, esige il superamento della presunzione di chi pensa di
non aver bisogno di Dio, né di dover cambiare qualcosa nella propria vita.
Questi non sfuggirà al giudizio del fuoco che brucia per la condanna.
Per chi invece si converte e apre il proprio cuore a Dio nell’abbandono
fiducioso della fede ci sarà il battesimo purificante del fuoco dello Spirito
Santo. Per questo anche oggi Giovanni Battista rimane una guida insostituibile
per ogni cristiano e per ogni uomo seriamente alla ricerca di Dio.
Nella grandezza del Battista, che ha messo la sua vita a totale servizio
del Messia, già presente in mezzo a noi, scopriamo la grandezza dei “piccoli", a cui sono state
rivelate le cose nascoste ai dotti e ai sapienti. Gesù loda il Padre per
coloro a cui, nella sua benevolenza, Dio si è rivelato ed hanno accolto il
regno di Dio, diversamente da molti altri che, pur avendo ascoltato la sua
Parola e visto i segni, lo hanno invece rifiutato, come è accaduto per molti
Galilei.
Gesù gioisce con il Padre perché tutto quello che Giovanni Battista ha
annunciato e preparato si è realizzato secondo la volontà divina. Come la sua
presenza nascosta nel grembo verginale di Maria è stata ragione di gioia e del
dono dello Spirito Santo per il Battista e per Elisabetta, così oggi la sua
presenza manifesta attraverso la Parola e le opere rappresenta per i ‘piccoli’ del regno di Dio una
occasione di ristoro dalle loro stanchezze e dalle loro oppressioni. La ragione
ultima della lode di Gesù consiste nell’attualità del regno di Dio che,
nonostante le apparenze, continua anche oggi ad espandersi e a realizzarsi ogni
giorno nella vita di molte persone che hanno imparato da Gesù ad avere un cuore
semplice ed umile.
Accogliamo l’invito del Signore: Venite a me! accorrendo a lui
nell’Eucaristia per trovare il ristoro dalle fatiche e dalle prove della vita,
e ancor di più per conformare, come i piccoli, il nostro cuore al suo, nella
mitezza e nell’umiltà, certi che non ci deluderà (cfr. Rm 5,5).
Buona Domenica!
don Marco Belladelli
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