venerdì 26 novembre 2021

Il Vangelo della salute del 28/11/2021

Gustave Dorè, Trionfo della Cristianità sul paganesimo, 1899. 

I Domenica di Avvento, “C”

La vostra liberazione è vicina.

Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28,34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». Parola del Signore.

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Un nuovo anno liturgico non è mai la solita minestra riscaldata, ma un rinnovato incontro con i misteri della nostra salvezza, che si ripresentano in tutta la loro attualità alla nostra vita nel suo divenire storico per rivelarci quello che ancora non abbiamo compreso e accolto del Dio Creatore e Salvatore. Nella sua infinita ed operosa misericordia, Dio ci viene incontro nel suo Figlio fatto uomo, in paziente attesa della nostra conversione (cfr Lc 13,1ss.), perché nulla vada perduto di quanto è uscito dalle sua mani (cfr Gv 6,39). 

Nel calendario liturgico romano, il tempo d’Avvento coincide con le quattro domeniche che precedono il 25 Dicembre, inclusa la vigilia di Natale. Due segni caratterizzano questo periodo liturgico, il colore violaceo dei paramenti e degli arredi sacri e la ormai tradizionale corona dell’avvento, formata da rami di sempreverde intrecciati e da quattro candele, da accendere una alla volta, di domenica in domenica, ha lo scopo di scandire visivamente le tappe di avvicinamento alla celebrazione del mistero dell’incarnazione.

L’antifona d’ingresso della 1° Domenica: “A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso. Non trionfino su di me i miei nemici. Chiunque spera in te non resti deluso.”  (Sal 25(24),1s) sintetizza i temi della  spiritualità dell’Avvento. Da secoli la Chiesa ricomincia ogni anno il proprio cammino da questo commovente slancio di elevazione spirituale, nel quale rivela tutta la sua dipendenza da Dio: essa vive unicamente e totalmente per Dio e in Dio. Nell’ elevazione il nostro spazio vitale s’incontra con la presenza di Dio e la sua azione salvifica. Basta fuggire e nascondersi! … come hanno fatto Adamo ed Eva nel paradiso terrestre (Gen 3,9-10).  Andiamo incontro al Signore e fissiamo il nostro sguardo su di Lui, senza paura. Davanti a Lui si ridesta l’ “Io” personale di ciascuno, così come Dio lo ha pensato e come forse ancora neppure noi lo conosciamo.

E’ la preghiera che ci permette di stare davanti a Dio, di sentire presente Colui che viene nel nome del Signore, di incontrarlo e, soprattutto, di attenderlo vigilanti nella sua ultima manifestazione. In questo cammino la Chiesa ci sostiene e ci orienta. Contemplando il mistero della venuta del Verbo divino nell’umiltà della carne, impariamo a riconoscerlo e ad accoglierlo già presente in mezzo a noi nei segni sacramentali e quando tornerà glorioso alla fine dei tempi. L’Avvento è tempo della Speranza. Rinsaldato il nostro rapporto con Dio, guardiamo con fiducia al futuro, come al tempo in cui si realizzerà la nostra e l’altrui salvezza.

Ogni domenica ci viene presentato un tema specifico. In tutti e tre i cicli si comincia sempre dal discorso escatologico di Gesù nel tempio di Gerusalemme prima della passione e con il richiamo alla “vigilanza”. Oggi comincia l' anno "C", nel quale si legge il Vangelo di Luca. Davanti agli eventi catastrofici e terrificanti che precederanno la fine dei tempi, di cui si parla nel brano odierno, non ci si deve spaventare. Solo chi non ha fede morirà di paura. Voi che credete invece “alzatevi e levate il capo”, cioè rianimatevi, riprendete coraggio, perché “la vostra liberazione è vicina”, dice il Signore.

Quello di Gesù è un invito ad una attesa fiduciosa e piena di speranza, perché anche la storia va verso la salvezza e più passa il tempo e più si avvicina il momento del Figlio dell’uomo che viene “con potenza e gloria grande”. Per questo ci esorta pure: “State bene attenti” nei tempi dei pagani (cfr. v. 24) a non cadere schiavi degli inganni del mondo, per non essere colti di sorpresa dalla venuta del Figlio dell’uomo.

Tutti siamo invitati a vigilare sulla nostra vita, perché sia sobria ed essenziale e per nulla affannosamente congestionata dalla vacuità del paganesimo imperante, fatta di egoistica ricerca di piaceri, ricchezze e privilegi, per attendere il Signore in vigilante preghiera e sollecita carità. Non quindi un’attesa angosciante, ma piena di speranza e di gioia. Il messaggio dell’Avvento è chiaro: preghiera, ascolto della parola, sobrietà di vita e tanta gioia nel cuore perché viene il Signore, anzi è più vicino che mai.

Al solito augurio di buona Domenica, unisco oggi anche quello di buon Avvento!

don Marco Belladelli. 

 

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